Secondo il segretario generale l'Alleanza si prepara a fare un "salto quantico": l'obiettivo dovrà essere raggiunto entro il 2035 con una revisione tra 4 anni
Sarà un “salto quantico” quello che il summit Nato dell’Aja si appresta a fare. A dirlo è il Segretario generale della Nato, Mark Rutte, che conferma il nuovo target del 5% del Pil di spesa militare che i leader dell’Alleanza atlantica sanciranno nella città olandese giovedì. L’obiettivo del 5% dovrà essere raggiunto entro il 2035, con una revisione nel 2029. Un’impennata notevole rispetto al 2% deciso al vertice del Galles del 2014, anche solo considerando la parte del 3,5% di spese prettamente militari, a cui si aggiunge l’1,5% di spese per investimenti a duplice uso, anche civile. “Mentre il mondo diventa più pericoloso, i leader alleati prenderanno decisioni coraggiose per rafforzare la nostra difesa collettiva, rendendo la Nato un’Alleanza più forte, più equa e più letale”, ha affermato il Segretario generale alla vigilia del vertice. Il vertice sarà condensato in una sola sessione, rispetto alle solite tre, per garantire la presenza del presidente americano Donald Trump per tutti i lavori.
Looking forward to welcoming leaders to the #NATOsummit.
Together we will make #NATO stronger, fairer and more lethal so that we have everything we need to continue to protect our 1bn people. pic.twitter.com/80OLsnqG95
— Mark Rutte (@SecGenNATO) June 23, 2025
Accordo sulla dichiarazione finale, sembra rientrato il ‘caso’ Spagna
A poche ore dall’inizio del vertice, gli alleati hanno trovato la quadra sul testo della dichiarazione finale. Anche il caso spagnolo sembra rientrato, almeno in parte. La scorsa settimana il premier socialista Pedro Sanchez, il cui governo si regge sul supporto di altre forze di sinistra come Sumar contrarie al riarmo, aveva minacciato di non appoggiare la dichiarazione finale. Dopo giorni di trattative, Madrid ha ottenuto una modifica del testo che ora contempla la flessibilità “per avere il proprio percorso nazionale e sovrano per raggiungere gli obiettivi delle capacità di difesa stabilite nei processi di Pianificazione della Difesa della Nato (NDPP), appena definite per tutti gli alleati” e che saranno riviste tra quattro anni. Madrid calcola che per raggiungere gli obiettivi delle capacità dovrà spendere il 2,1% nei prossimi anni, mentre per la Nato servirà il 3,5% del Pil, come nella media dell’Alleanza. Stando a fonti della Moncloa, la dichiarazione dei leader della Nato così com’è contiene un'”ambiguità costruttiva” e una “flessibilità” di cui possono beneficiare anche altri paesi, come l’Italia, che si trovano ad affrontare le stesse difficoltà, ovvero a dover affrontare uno sforzo enorme per arrivare al 3,5%.
Rutte: “Nato convinta che la Spagna dovrà spendere il 3,5%”
Secondo Madrid, la lettera scritta da Sanchez a Rutte e la risposta del Segretario generale bastano a garantire che la Spagna non dovrà attenersi al 5%. Una lettura che lo stesso leader della Nato in parte smentisce: “Tutti gli alleati hanno concordato la dichiarazione e gli obiettivi di capacità. Anche la Spagna ha concordato sugli obiettivi. Il fatto è che Madrid pensa di poter raggiungere tali obiettivi con una percentuale del 2,1%. La Nato è assolutamente convinta che la Spagna dovrà spendere il 3,5%“, afferma Rutte, ricordando che non esiste un opt-out, un’eccezione nella Nato, che decide all’unanimità. Affermazioni che hanno scatenato le critiche dei popolari spagnoli, secondo cui toccherà a chi governerà nel 2029 affrontare gli impegni di spesa. Giovedì i leader Nato ribadiranno anche il loro sostegno “incrollabile” all’Ucraina, anche se l’aggressione a Kiev avrà meno spazio del solito nella Dichiarazione finale. Verrà ribadito che “la minaccia più significativa e diretta che questa alleanza deve affrontare rimane la Federazione Russa“, oltre alle minacce di Corea del Nord, Iran, Cina e Bielorussia. E che il processo di adesione dell’Ucraina alla Nato è “irreversibile”. Ovviamente anche la questione dell’Iran entrerà nel vertice: tutti i leader ritengono che non debba sviluppare l’atomica, riferisce Rutte. Di conseguenza per il leader dell’Alleanza anche i raid Usa sui siti di sviluppo del nucleare in Iran “non sono contro il diritto internazionale“.
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