Lo scenario di colloqui fra Russia e Ucraina in Vaticano è “irrealistico”. Lo ha detto il ministro degli Esteri russo, Sergey Lavrov, citato dall’agenzia di stampa russa Ria Novosti. “Vorrei dire che non si dovrebbero sprecare le capacità intellettuali elaborando opzioni che non sono molto realistiche. Immaginate il Vaticano come sede dei negoziati: direi che è un po’ inelegante che Paesi ortodossi discutano questioni relative all’eliminazione delle cause profonde su una piattaforma cattolica”, ha dichiarato Lavrov.
“Penso che per lo stesso Vaticano non sarebbe molto comodo ricevere delegazioni di due Paesi ortodossi in queste condizioni”, intervenendo a una conferenza.
Il Cremlino aveva già smentito l’ipotesi dei colloqui in Vaticano a giugno
Già ieri il Cremlino aveva smentito le indiscrezioni del Wall Street Journal secondo cui Russia e Ucraina avrebbero in programma un round di colloqui in Vaticano attorno alla metà di giugno. Un vertice a cui prenderebbero parte anche il Segretario di Stato americano, Marco Rubio, e l’inviato speciale Usa, Keith Kellogg.
“Non ci sono accordi”, ha tagliato corto il portavoce del Cremlino, Dmitri Peskov facendo diretto riferimento alla questione. Sempre secondo la testata americana Donald Trump, nel corso della telefonata avuta con i leader europei lo scorso lunedì dopo il suo colloquio con Vladimir Putin, avrebbe rivelato che il presidente russo non sarebbe pronto a porre fine al conflitto in quanto “pensa che stia vincendo”.
Una posizione di cui il leader del Vecchio Continente sono consci da tempo ma che lo stesso Trump, impegnato a ricostruire il rapporto fra Mosca e Washington, avrebbe esplicitato per la prima volta. L’unico punto di contatto fra Russia e Ucraina al momento resta quello dello scambio di prigionieri nel formato ‘mille per mille’ stabilito nel corso dell’incontro avvenuto a Istanbul. “Stiamo lavorando per garantire il risultato”, ha detto a riguardo Volodymyr Zelensky.
Il Cremlino dal canto suo ha fatto sapere che si tratta di una “questione laboriosa” ma l’interesse in merito è “reciproco”. Per quanto riguarda la situazione sul campo Vladimir Putin ha dichiarato di aver preso la decisione di “creare una zona cuscinetto di sicurezza lungo il confine tra la Federazione Russa e l’Ucraina” e che le forze armate di Mosca “stanno risolvendo questo problema”.
Non solo, il Cremlino ha annunciato anche che il presidente russo ha in programma di visitare le regioni ucraine di Donetsk e Lugansk, attualmente sotto controllo di Mosca. “Piani del genere ci sono sempre”, ha affermato Peskov sottolineando che quelle regioni “sono le nostre, sono russe”. Il portavoce di Putin ha anche attaccato l’Europa in merito alla decisione di approvare nuovi dazi su fertilizzanti russi e bielorussi. “Gli europei riceveranno fertilizzanti a un prezzo più alto e di qualità inferiore. Continueranno, come sempre, a darsi la zappa sui piedi”, il suo caustico commento.
Kiev: “Svizzera disposta a ospitare futuri negoziati”
Si è detta disponibile a ospitare i colloqui di pace anche la Svizzera. “La Svizzera ha confermato la propria disponibilità a ospitare futuri incontri volti a raggiungere una soluzione pacifica” del conflitto in Ucraina, ha scritto su Telegram Andriy Yermak, capo dell’ufficio del presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, dopo il colloquio avuto con il consigliere per la sicurezza nazionale elvetico, Gabriel Lüchinger. “Continuiamo a lavorare”, ha aggiunto Yermak.
Eseguito primo scambio di prigionieri Mosca-Kiev
Mentre si parla della data dei futuri negoziati, Russia e Ucraina fanno sapere che è stato eseguito uno scambio di prigionieri. “Il 23 maggio di quest’anno, in conformità con gli accordi russo-ucraini raggiunti il 16 maggio di quest’anno a Istanbul, 270 militari russi sono stati rimpatriati dal territorio controllato dal regime di Kiev, così come 120 civili, compresi civili della regione di Kursk catturati dalle Forze Armate ucraine. In cambio, sono stati trasferiti 270 prigionieri di guerra ucraini e 120 civili“, ha fatto sapere il ministero della Difesa di Mosca.
Zelensky: “Completata prima fase scambio prigionieri, liberi in 390”
“Stiamo riportando a casa la nostra gente. La prima fase dell’accordo di scambio ‘1000 per 1000’ è stata completata. Questo accordo è stato raggiunto durante l’incontro in Turchia ed è fondamentale attuarlo integralmente. Oggi: 390 persone“, ha scritto in un post sui social il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. “Sabato e domenica prevediamo che lo scambio proseguirà”, ha aggiunto, “grazie a tutti coloro che stanno aiutando e lavorando 24 ore su 24, 7 giorni su 7, per riportare a casa gli uomini e le donne ucraini. È molto importante riportare a casa tutti coloro che sono ancora in prigionia. Stiamo verificando ogni cognome, ogni dettaglio su ogni persona. Continueremo i nostri sforzi diplomatici per rendere possibili tali passi”.
Lavrov: “Dopo scambio prigionieri presenteremo bozza accordo di pace”
“Non appena sarà completato lo scambio dei prigionieri di guerra, saremo pronti a consegnare alla parte ucraina una bozza di accordo che la parte russa sta attualmente completando”, ha poi detto ai giornalisti Lavrov, precisando che attualmente Mosca è al lavoro per preparare un documento che delinei le condizioni per “raggiungere un accordo sostenibile, a lungo termine e globale su una risoluzione” del conflitto in Ucraina. Lo riporta l’agenzia Tass. “Siamo inoltre impegnati a rispettare gli accordi recentemente raggiunti a Istanbul tra le delegazioni di Russia e Ucraina”, ha aggiunto Lavrov, “stiamo completando i lavori preparatori per la stesura di una lista per lo scambio di prigionieri di guerra sulla base di un rapporto di mille per mille“.
Merz sente Xi: “Cina sostenga sforzi Ue e Usa per cessate il fuoco”
Intanto oggi il cancelliere tedesco Friedrich Merz ha avuto un colloquio telefonico con il presidente cinese Xi Jinping. Come comunicato dal portavoce del governo tedesco, Stefan Kornelius, Merz e Xi “hanno avuto uno scambio di opinioni su questioni internazionali e regionali” e “hanno discusso della guerra di aggressione russa contro l’Ucraina“. Merz ha riferito a Xi “degli sforzi congiunti di Europa e Stati Uniti per raggiungere un rapido cessate il fuoco” e “ha chiesto di sostenere questi sforzi“.