I connazionali erano rimasti bloccati nella città dopo l'escalation delle violenze tra milizie rivali degli ultimi giorni
È atterrato nella notte tra giovedì e venerdì, intorno a mezzanotte e mezza, a Roma Fiumicino, il volo Medsky Airways partito da Misurata in Libia con a bordo 100 italiani e 17 spagnoli che erano rimasti bloccati a Tripoli, dove negli ultimi giorni si sono intensificati gli scontri tra milizie rivali. Ad assistere e a organizzare il rientro dei nostri connazionali, accompagnati giovedì pomeriggio nello scalo della città a est di Tripoli, l’ambasciata d’Italia in Libia, personale dei Carabinieri e della presidenza del Consiglio.
I 17 spagnoli saranno trasferiti a breve a Madrid
Il ministro degli Esteri spagnolo, José Manuel Albares, ha riferito che “è stata completata con successo l’evacuazione degli spagnoli dalla Libia, in difficoltà a causa dei combattimenti a Tripoli” e che il gruppo, atterrato a Roma insieme agli italiani, sarà presto trasferito a Madrid. Si trattava di 17 persone, prevalentemente imprenditori, guidate dal direttore dell’area Internazionale della Camera di Commercio di Tarragona, Roberto Barros. Il gruppo si era recato nel Paese nordafricano per esplorare nuove opportunità di business.
Cosa sta succedendo in Libia
Negli ultimi giorni Tripoli è stata teatro di una grave escalation di violenza, la più intensa degli ultimi anni, a seguito dell’uccisione di Abdel Ghani al-Kikli, leader della potente milizia Stabilization Support Apparatus (SSA). L’omicidio ha scatenato scontri armati tra le forze fedeli al Governo di Unità Nazionale (GUN) e le milizie rivali, che hanno provocato almeno sei morti e decine di feriti. Lo scorso 14 maggio il ministero della Difesa ha annunciato il cessate il fuoco, ma la tensione resta alta. E giovedì, durante una grossa protesta a Tripoli contro il primo ministro Abdulhamid Dbeibeh, le forze fedeli al Governo di Unità Nazionale libico hanno aperto il fuoco contro i manifestanti.
Unicef: “Escalation violenza in Libia ha impatto su mezzo milione di bambini”
“La rapida escalation di violenza degli ultimi giorni a Tripoli e dintorni minaccia di avere un impatto su quasi mezzo milione di bambini“, ha scritto in una nota giovedì l’Unicef in merito alla situazione in Libia. “Pesanti scontri sono scoppiati in diversi quartieri, che, secondo le notizie, hanno provocato vittime tra i civili tra cui almeno un bambino ferito in condizioni critiche. Le infrastrutture civili sono state colpite dal fuoco incrociato e bambini e famiglie sono rimasti intrappolati nelle aree interessate dal conflitto – prosegue il comunicato -. L’Unicef ha ricevuto segnalazioni che bambini, famiglie e personale medico sono rimasti intrappolati negli ospedali per ore, anche all’interno dell’ospedale pediatrico di Al Jalaa, mentre i combattimenti si avvicinavano. Per diverse ore, i servizi di emergenza non hanno potuto accedere alla struttura per fornire l’assistenza necessaria. Le famiglie riferiscono di un’estrema angoscia dei loro figli a causa delle violenze. L’Unicef chiede a tutte le parti in causa di rispettare gli obblighi previsti dal diritto internazionale umanitario e dalla Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia e dell’adolescenza per proteggere i bambini e le infrastrutture su cui fanno affidamento. Chiediamo una cessazione duratura delle ostilità per garantire la sicurezza e il benessere di ogni bambino”.
تدعو اليونيسف جميع الأطراف إلى الوفاء بالتزاماتها بموجب القانون الإنساني الدولي واتفاقية الأمم المتحدة لحقوق الطفل لحماية الأطفال والبنية التحتية التي يعتمدون عليها. ندعو إلى وقف دائم للأعمال العدائية لضمان سلامة ورفاه كل طفل.
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— UNICEF Libya (@UnicefLibya) May 14, 2025
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