Sono accusate di aver partecipato a manifestazioni antigovernative vietate

Decine di persone, tra cui giornalisti, sono comparse davanti a un tribunale di Istanbul, in Turchia, accusate di aver partecipato a manifestazioni vietate e di aver disobbedito agli ordini della polizia di disperdere le proteste antigovernative, innescate dall’incarcerazione di Ekrem Imamoglu, sindaco della città.

Imamoglu, considerato il principale oppositore del presidente turco Recep Tayyip Erdogan, al potere da 22 anni, è stato arrestato il 19 marzo e incarcerato pochi giorni dopo con l’accusa di corruzione. La sua detenzione è stata ampiamente considerata politicamente motivata e ha scatenato proteste a livello nazionale. Il governo insiste nel voler limitare l’indipendenza della magistratura e dei tribunali turchi.

Un totale di 189 imputati, la maggior parte dei quali studenti universitari, hanno iniziato a difendersi dalle accuse di partecipazione a proteste vietate e di inosservanza degli ordini di disperdere le proteste. Alcuni sono stati anche accusati di porto d’armi.

Anche quattro fotoreporter e tre giornalisti, che stavano documentando le manifestazioni, erano sotto processo. Il tribunale, tuttavia, ha deciso di separare il loro caso dal processo principale. Gli imputati sono tra le oltre 2.000 persone arrestate per aver preso parte alle più grandi manifestazioni di massa del Paese in oltre un decennio. Durante l’udienza di apertura, gli avvocati hanno chiesto l’assoluzione per tutti i 189 imputati.

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