La vicepresidente esecutiva della Commissione Ue, Ribera: "Pessima notizia, risponderemo". Tajani: "Danno anche per gli americani"

L’annuncio del presidente degli Stati Uniti, Donald Trump di imporre dazi del 25% su tutte le importazioni di auto negli Usa hanno scatenato le immediate reazioni dell’Europa provocando anche pesanti effetti sulle Borse del Vecchio Continente. La peggiore performance in avvio di seduta è di Francoforte, che lascia sul terreno l’1,3%. Parigi cede l’1%, Londra lo 0,5%. In deciso calo anche Madrid (-0,81%) e Zurigo (-1,47%). Segno negativo anche per piazza Affari, con l’indice Ftse Mib alla Borsa di Milano che in apertura di seduta cede lo 0,94% dopo l’ufficialità dei dazi sull’import di auto varati dall’amministrazione Usa. 

Berlino: “Serve risposta decisa Ue a tariffe Usa su auto” 

“Ora è importante che l’Ue dia una risposta decisa ai Dazi: deve essere chiaro che non cederemo agli Stati Uniti”. Lo ha detto il ministro uscente dell’Economia tedesco, Robert Habeck, che ha chiesto un’azione coerente dell’Ue contro i Dazi sulle auto importate ordinate dal presidente degli Stati Uniti, Donald Trump. Sono necessarie forza e fiducia in se stessi, ha spiegato Habeck, secondo cui la mossa di Trump non sorprende. La Commissione europea si è preparata a questo proposito consultandosi con gli Stati membri, ha spiegato il ministro tedesco, sottolineando che “allo stesso tempo, sosterremo la Commissione europea nel continuare a negoziare una soluzione con gli Stati Uniti che eviti una spirale tariffaria”.

Alla fine, i Dazi danneggiano gli Stati Uniti, l’Unione Europea e il commercio mondiale nel suo complesso, ha detto ancora Habeck, che ha parlato di cattive notizie “per le case automobilistiche tedesche, per l’economia tedesca, per l’Ue, ma anche per gli Usa”. Le catene di approvvigionamento globali verrebbero interrotte e anche le automobili statunitensi diventerebbero più costose. “I prezzi continueranno a salire negli Stati Uniti”, ha aggiunto il ministro. 

Tajani: “Quelli su auto dannosi anche per Usa, aumenteranno prezzi”

Per quanto riguarda i Dazi imposti dal presidente americano Donald Trump sul settore auto “neanche per gli Stati Uniti sarà utile l’aumento dei Dazi perché credo che aumenteranno i prezzi anche dell’auto in America visto che quelle prodotte in America sono anche realizzate con molta componentistica europea”. Così il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, parlando con i cronisti alla Camera.

“Vedremo sulla parte auto cosa si potrà fare – ha quindi aggiunto -. Se abbiamo già calcolato un impatto sul settore in Italia? No, ce ne sono tanti di calcoli, bisogna valutare bene, oltre all’auto c’è anche la componentistica. Stellantis produce lì. Certamente non è una notizia positiva, però vedremo quale sarà il danno anche economico sul settore dell’auto ma procediamo, aspettiamo il 2 aprile”, ha concluso Tajani. 

Ribera: “Pessima notizia, prestare attenzione a interessi europei” 

Per quanto riguarda i Dazi imposti da Donald Trump sulle auto “è una pessima notizia. Ci dispiace che l’amministrazione americana giochi contro un mercato globale ben funzionante” e “che garantisce che possiamo competere in un contesto di parità di condizioni e promuovere l’innovazione. Penso che sia un male per i consumatori, è un male per gli industriali. Ma ovviamente dovremo prestare attenzione ai nostri interessi come europei”. Lo dice la vicepresidente esecutiva della Commissione europea per una Transizione pulita, giusta e competitiva, Teresa Ribera, arrivando al Consiglio Ambiente.

“Lavoreremo insieme al settore per garantire che questa situazione possa essere gestibile per le nostre aziende“. Sui prossimi passi che la Ue dovrebbe adottare sui Dazi “dobbiamo vedere come stanno inquadrando in termini esatti ciò che vogliono fare ed essere sicuri che risponderemo di conseguenza. Come ho detto, penso che sosterremo un settore” quello dell’auto “che rispetta standard elevati in termini di diritti dei lavoratori e di standard ambientali, e che questo è fondamentale per il buon funzionamento dell’economia qui in Europa”. 

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