Sono aperte da questa mattina, 11 marzo, le urne in Groenlandia per le elezioni parlamentari anticipate. I seggi per eleggere i 31 deputati dell’Inatsisartut, questo il nome del Parlamento groenlandese. Il voto è sotto stretta osservazione internazionale dopo che il presidente Usa Donald Trump ha affermato di voler prendere il controllo di questa strategica località nell’Atlantico settentrionale ricca di terre rare, fondamentali per l’economia globale. Le proposte di Trump non sono sulla scheda elettorale, ma sono chiare a tutti. Questa regione autonoma della Danimarca, che conta 56mila abitanti, la maggior parte dei quali di origine indigena Inuit, è in cammino verso l’indipendenza almeno dal 2009 e ora i groenlandesi stanno discutendo sul modo migliore per assicurarsi il controllo del proprio futuro. I sondaggi mostrano che la maggior parte dei groenlandesi è favorevole all’indipendenza. Molti dicono di non disprezzare gli americani, sottolineando i buoni rapporti che hanno con la locale base spaziale di Pituffik, ex base aerea di Thule, dove il personale militare Usa è di stanza dal 1951, ma i groenlandesi non mostrano alcun segno di voler diventare americani.

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