La telefonata tra il presidente Trump e il leader cinese Xi è stata "messa in calendario" e avverrà "molto presto"

Prosegue la guerra sui dazi del presidente americano Donald Trump nei confronti di Messico, Canada e Cina. Nelle ultime ore il tycoon ha deciso di sospendere per un mese i dazi a Città del Messico in cambio del dispiegamento di 10mila soldati messicani al confine per contenere il flusso di droghe e migranti.

Nel periodo di sospensione, ha spiegato il tycoon, ci saranno colloqui per raggiungere un accordo più lungo. Poco dopo l’accordo, confermato dalla presidente Claudia Sheinbaum, il tycoon ha parlato con il premier canadese, Justin Trudeau, con cui ha definito un’intesa simile: tariffe sospese per 30 giorni in cambio di un rafforzamento della sicurezza al confine settentrionale. 

Presto telefonata Trump-Xi

La telefonata tra il presidente Donald Trump e il leader cinese Xi Jinping è stata “messa in calendario” e avverrà “molto presto”. Lo ha detto la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, parlando con i giornalisti. I dazi imposti a Pechino, ha spiegato Leavitt, sono una “ritorsione” per la “distribuzione senza precedenti” di fentanyl negli Usa avvenuta negli “ultimi quattro anni”. 

Trump: “Parlerò con Xi ma non ho fretta”

Parlerò con Xi Jinping “al momento opportuno”, ma “non ho fretta“. Lo ha detto il presidente Donald Trump parlando con i giornalisti nello Studio Ovale.

Trump: “Soddisfatto dell’accordo con il Canada”

“Come presidente, è mia responsabilità garantire la sicurezza di tutti gli americani, e sto facendo proprio questo. Sono molto soddisfatto di questo risultato iniziale, e le tariffe annunciate sabato saranno sospese per un periodo di 30 giorni per vedere se si potrà o meno strutturare un accordo economico definitivo con il Canada. Equità per tutti!”. Lo ha scritto il presidente Usa Donald Trump su Truth.

La risposta della Cina: tariffe del 15% su carbone e 10% su greggio

Il Ministero del Commercio cinese ha annunciato martedì che avrebbe implementato tariffe di contrasto contro gli Stati Uniti su più prodotti. Il governo ha affermato che avrebbe implementato una tariffa del 15% sui prodotti a base di carbone e gas naturale liquefatto, nonché una tariffa del 10% su petrolio greggio, macchinari agricoli e auto di grossa cilindrata.

La tariffa del 10% ordinata dal Presidente Donald Trump sulla Cina sarebbe dovuta entrare in vigore martedì, anche se Trump aveva pianificato di parlare con il Presidente cinese Xi Jinping nei prossimi giorni. “L’aumento unilaterale delle tariffe da parte degli Stati Uniti viola gravemente le regole dell’Organizzazione mondiale del commercio”, si legge nella dichiarazione. “Non solo non aiuta a risolvere i propri problemi, ma danneggia anche la normale cooperazione economica e commerciale tra Cina e Stati Uniti“. 

Pechino indagherà su Google per violazione norme antitrust

La Cina ha annunciato che indagherà su Google per sospetto di violazione delle leggi antitrust. Martedì, l’Amministrazione statale di Pechino per la regolamentazione del mercato ha affermato di aver avviato un’indagine su Google per sospetto di violazione delle leggi antitrust. Sebbene l’annuncio non menzionasse specificamente alcuna tariffa, è arrivato solo pochi minuti dopo l’entrata in vigore dei dazi del 10% di Trump.

Cina presenta reclamo al Wto contro dazi di Trump

Il ministero del Commercio cinese ha presentato un reclamo al Wto contro i dazi imposti dall’amministrazione Trump. Lo riporta Xinhua. Pechino ha parlato di “pratiche scorrette degli Stati Uniti”.

Cina inserisce gruppo Calvin Klein e Tommy Hilfiger in lista nera 

Il ministero del Commercio cinese ha inserito due società americane nell’elenco delle cosiddette entità inaffidabili. Si tratta di PVH Group, che possiede Calvin Klein e Tommy Hilfiger, e Illumina, un’azienda di biotecnologie con uffici in Cina. L’elenco impedisce loro di impegnarsi in attività di importazione o esportazione legate alla Cina e di effettuare nuovi investimenti nel Paese. Pechino ha iniziato a indagare sul Gruppo PVH nel settembre dello scorso anno per “comportamento improprio legato allo Xinjiang” dopo che l’azienda avrebbe boicottato l’uso del cotone dello Xinjiang.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata