Recuperato dalla stiva di un aereo si sta riprendendo in uno zoo di Istanbul

Un cucciolo di gorilla salvato dalla stiva di un aereo si sta riprendendo in uno zoo di Istanbul, in Turchia, mentre i responsabili della fauna selvatica valutano la possibilità di restituirlo al suo habitat naturale e di affrontare il traffico illegale di animali nell’hub aereo della città. Il gorilla di cinque mesi è stato scoperto in una scatola su un volo della Turkish Airlines dalla Nigeria alla Thailandia il mese scorso. Nelle settimane successive al suo ritrovamento, Zeytin è ingrassato e mostra segni di ripresa.

La nota di Turkish Airlines 

“Stiamo affrontando con la massima serietà le recenti notizie sul trasporto illegale di un cucciolo di gorilla nella nostra stiva. Il 22 dicembre 2024, all’aeroporto di Istanbul, è stata scoperta una scatola proveniente dalla Nigeria e destinata a Bangkok che conteneva un cucciolo di gorilla, una specie in via di estinzione”. Lo fa sapere una nota fa sapere Turkish Airlines in una nota. “Dopo le necessarie procedure legali svolte dalle squadre di controllo doganale e dal nostro personale in loco, il cucciolo di gorilla è stato consegnato al Ministero dell’Agricoltura e delle Foreste”, si legge nella dichiarazione, “come Turkish Airlines, prestiamo la massima attenzione al rispetto delle normative nazionali e internazionali nelle nostre operazioni di trasporto legale di animali. Per questo motivo, stiamo collaborando pienamente con le autorità competenti in merito a questa vicenda”. La nota si conclude: “In quanto firmataria della United for Wildlife Buckingham Palace Declaration (UFW), Turkish Airlines sostiene l’obiettivo di un trasporto responsabile per prevenire il commercio illegale di animali selvatici e opera con la consapevolezza che la responsabilità di preservare l’ecosistema è universale in tutte le destinazioni. Turkish Airlines non ammette il trasporto di flora e fauna selvatica che violino la Convention on International Trade in Endangered Species of Wild Fauna and Flora (CITES) e che sono quindi illegali secondo le leggi internazionali e nazionali”.

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