L'ingegnere svizzero-iraniano è detenuto nel carcere di Opera. "Nessun collegamento tra i due casi" aggiunge l'avvocato
“Ha saputo della liberazione di Cecilia Sala, è rimasto soddisfatto da questo punto vista, preoccupato della sua situazione, ma sollevato di non essere più collegato direttamente alle sue condizioni. Mi ha fatto capire che per queste sofferenze di Cecilia non potrà più essere ritenuto responsabile“. Così il legale dell’ingegnere svizzero-iraniano Abedini, Alfredo De Francesco all’uscita dal carcere di Opera.
“Se qualcuno poteva pensare che ci fosse un collegamento, oggi non si può più pensare” aggiunge l’avvocato a chi gli chiedeva se la liberazione della giornalista italiana fosse collegata al caso del suo assistito. Nella valigetta sequestrata “c’erano computer, alcuni fogli documentali commerciali, qualche sim che servono per strumenti anche personali e cellulari: nulla di delinquenziale“
“Distrutto per essere affiancato a morte soldati Usa”
“L’ho trovato come al solito bene dal punto di vista fisico, stanco e sempre più provato. Sta spegnendo la televisione perché, quando si vede in tv è sempre affiancato ad azioni di guerra o militari, o comunque ritenuto responsabile di quei poveri ragazzi americani che sono stati uccisi. Questa è una cosa che veramente lo distrugge dal punto vista umano ed emotivo” ha aggiunto l’avvocato dell’ingegnere svizzero-iraniano Abedini, Alfredo De Francesco, all’uscita dal carcere di Opera.
“Ambasciatore aveva impegni istituzionali”
“Mi ha chiesto perché l’ambasciatore non c’era, ma gli ho spiegato che non c’erano problemi. Tra l’altro dopo lo sentirò l’ambasciatore, c’è massima trasparenza con lui. Gli avevo già spiegato l’altra volta che probabilmente non sarebbe potuto venire, parliamo dell’ultima volta che l’ho visto quindi antecedente alla liberazione di Cecilia Sala. Uno si domanda perché una persona non viene: le ragioni sono molto banali, impegni istituzionali. L’ambasciatore si è scusato per non essere presente” le parole del legale dell’ingegnere svizzero-iraniano Mohammed Adebini Najafabadi, Alfredo De Francesco, all’uscita dal carcere di Opera.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata