È Joseph Aoun il nuovo presidente del Libano. Capo dell’esercito, 60 anni, è stato scelto dal Parlamento e riempirà un vuoto presidenziale che durava da oltre 2 anni.

L’elezione

L’elezione da parte del Parlamento è giunta dopo 12 tentativi fallimentari e il nuovo capo dello Stato succederà così all’ex presidente Michel Aoun, con il quale non ha nessun rapporto di parentela nonostante l’omonimia, il cui mandato era terminato a ottobre del 2022. “Oggi inizia una nuova era per il Libano. Giuro di preservare questa nazione e mi impegno ad assumermi pienamente le mie responsabilità presidenziali e a proteggere le libertà”, ha detto il neo-eletto, “inizierò rapidamente le consultazioni per la formazione di un governo”.

I precedenti

Joseph Aoun è il quinto ex comandante dell’esercito a salire alla presidenza del Libano, nonostante la Costituzione del Paese vieti ai funzionari pubblici di alto livello, compresi i comandanti dell’esercito, di assumere la presidenza durante il loro mandato o entro 2 anni dalle dimissioni. Per questa eventualità sono previste regole specifiche: mentre in circostanze normali un candidato alla presidenza in Libano può essere eletto da una maggioranza di due terzi dei 128 membri della Camera al primo turno di votazione o da una maggioranza semplice in un turno successivo, nel caso di Aoun al secondo turno c’è stato bisogno di una maggioranza di due terzi per essere eletto. In un primo round di voto aveva ricevuto 71 voti su 128, mancando dunque la maggioranza dei due terzi, mentre al secondo turno ha ottenuto 99 voti.

La carriera militare

Nominato capo dell’esercito nel marzo 2017, Aoun era considerato il candidato preferito dagli Stati Uniti e dall’Arabia Saudita, della cui assistenza il Libano avrà bisogno per la ricostruzione post conflitto. Sarebbe dovuto andare in pensione a gennaio del 2024, ma il suo mandato è stato prorogato 2 volte durante il conflitto fra Israele ed Hezbollah. Lui ha mantenuto un profilo basso, evitando le apparizioni sui media e non ha mai annunciato formalmente la sua candidatura. In precedenza Hezbollah aveva appoggiato un altro candidato, Suleiman Frangieh, leader di un piccolo partito cristiano del Libano settentrionale con stretti legami con l’ex presidente siriano Bashar Assad. Tuttavia Frangieh ha annunciato di essersi ritirato dalla corsa e di aver appoggiato Aoun, spianando la strada alla sua elezione.

Le sfide future per Aoun

Andare al timone del Libano adesso pone una serie di sfide impegnative: oltre all’attuazione dell’accordo di cessate il fuoco che ha posto fine alla guerra tra Israele ed Hezbollah e alla ricerca di fondi per la ricostruzione, il Paese è reduce da 6 anni di crisi economica e finanziaria che ha decimato la valuta e azzerato i risparmi di molti libanesi. La relativa mancanza di esperienza del comandante dell’esercito in materia economica significa che probabilmente si appoggerà molto ai suoi consiglieri. I leader del Paese hanno raggiunto un accordo preliminare con il Fondo monetario internazionale per un pacchetto di salvataggio nel 2022, ma hanno compiuto progressi limitati sulle riforme necessarie per concludere l’accordo in via definitiva. “Le autorità avranno il monopolio sulle armi“, ha detto Aoun in un apparente riferimento a quelle di Hezbollah. E ancora: “Lo Stato deve investire nel proprio esercito per poter proteggere i propri confini, lottare contro il contrabbando e il terrorismo e prevenire l’aggressione israeliana sul territorio”.

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