Il bilancio è di un cittadino palestinese ucciso a Gerico e due feriti lievi a Tel Aviv

L’Iran ha lanciato un attacco missilistico contro Israele. Le sirene anti-aeree hanno iniziato a suonare e ai cittadini è stato ordinato di mettersi al riparo nei rifugi. Mentre bagliori illuminavano il cielo israeliano, esplosioni sono state udite sia a Tel Aviv che a Gerusalemme. La situazione è rientrata circa un’ora dopo, quando l’esercito israeliano ha annunciato ai residenti che potevano lasciare i rifugi. Il bilancio è di un cittadino palestinese rimasto ucciso a Gerico, in Cisgiordania, e di due feriti lievi a Tel Aviv. I Pasdaran iraniani hanno fatto sapere che si tratta di una risposta alle uccisioni di Ismail Haniyeh e di Hassan Nasrallah. Haniyeh, capo politico di Hamas, era stato ucciso il 31 luglio con un attacco nel cuore di Teheran, mentre Nasrallah, numero 1 di Hezbollah, è stato ucciso nel massiccio raid israeliano su Beirut del 27 settembre. L’Iran, che dice di aver colpito 3 basi israeliane vicino Tel Aviv con missili ipersonici, ha anche minacciato che “se Israele risponderà militarmente a questa operazione affronterà una risposta più dura”. Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha rinnovato la richiesta di un cessate il fuoco: “Condanno l’ampliamento del conflitto in Medioriente, con un’escalation dopo l’altra. Questo deve finire. Abbiamo assolutamente bisogno di un cessate il fuoco”.

Attacco terroristico a Giaffa: sei morti

Un attacco da parte di Teheran era atteso. Poche ore prima gli Stati Uniti avevano fatto sapere che era “imminente”, con missili balistici, e avevano avvertito che ci sarebbero state “gravi conseguenze”. Sono in arrivo “giorni di grandi sfide”, aveva detto Benjamin Netanyahu rivolgendosi agli israeliani. Che ci saranno “conseguenze” lo ha ribadito ad attacco ultimato l’Idf, avvertendo che Israele anche nella notte “continuerà a colpire con potenza in Medioriente, come è avvenuto nell’ultimo anno”. Anche gli Stati Uniti hanno partecipato alla difesa di Israele, sia nel rilevamento delle minacce, sia intercettando alcuni missili. Il presidente Usa Joe Biden e la sua vice Kamala Harris hanno seguito l’attacco dalla Situation Room e la Casa Bianca ha fatto sapere che Stati Uniti e Israele si consulteranno sui “prossimi passi” e continueranno a “monitorare la situazione per ulteriori minacce e attacchi dall’Iran e dai suoi alleati”. Immediatamente prima della pioggia di missili, si è verificata anche una sparatoria a Giaffa, nell’area metropolitana di Tel Aviv, provocando 6 morti; i 2 assalitori sono stati uccisi. L’attacco di Teheran – che ha portato alla temporanea chiusura dello spazio aereo di Israele, poi riaperto, nonché di Iran, Giordania e Iraq – è giunto a poche ore di distanza da un altro drammatico sviluppo del conflitto in Medioriente: Israele ha annunciato di avere avviato operazioni di terra nel sud del Libano, in quelli che l’Idf ha definito “raid di terra mirati“. Hezbollah ha negato che i soldati Israele siano entrati in territorio libanese, ma l’Idf ha di rimando annunciato che da circa un anno conduce incursioni di terra nel sud del Libano. L’Idf ha avvertito la popolazione di evacuare una ventina di comunità libanesi di confine a nord del fiume Awali, a circa 60 chilometri dal confine con Israele. Una distanza maggiore rispetto al fiume Litani, che si trova a 30 km dalla frontiera e segna il confine settentrionale di una zona cuscinetto dichiarata dalle Nazioni Unite dopo la guerra del 2006. La zona di confine si è in gran parte svuotata nell’ultimo anno, da quando all’indomani del 7 ottobre e dell’inizio della guerra a Gaza sono iniziati gli scambi a fuoco fra Israele e Hezbollah. La portata dell’avviso di evacuazione, tuttavia, ha sollevato dubbi su quanto in profondità Israele intenda spingere le sue forze in Libano.

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