Immagini inedite di LaPresse: la protesta a Tel Aviv del 5 maggio

Il Paese è diviso tra chi pensa che veramente Netanyahu e il suo governo siano i responsabili, tra cui io, e chi invece continua e pensa si debba farla finita con Hamas”. È quanto racconta a LaPresse Loredana, una donna italiana residente a Tel Aviv, a margine di un corteo andato in scena il mese scorso in occasione del settimo mesiversario dell’attacco di Hamas.

Come si evince dalle immagini inedite e dalle parole della donna, a distanza di mesi dall’attacco la posizione del premier Netanyahu è in bilico all’interno del suo Paese: “Qualcosa è cambiato per sempre, non si torna più indietro. Ma anche prima non era perfetto, assolutamente no. Io spero che cambi il governo e cambi la situazione”.

Sono molti, infatti, i motivi che spingono la popolazione a riversarsi nelle piazze della capitale per protestare contro la linea politica che dallo scorso 7 ottobre sta guidando Israele. Il nucleo originario dei manifestanti è quello che guidò lo scorso anno l’ondata di proteste verso la controversa riforma del sistema giudiziario.

Oggi, però, le cause che spingono la gente in piazza sono di più e diverse tra loro: c’è chi si professa pacifista ed è contrario alla guerra in Palestina; c’è chi non appoggia il modo in cui il governo stia gestendo le trattative per la liberazione degli ostaggi; c’è chi unisce più temi, come il Pink Front, riconoscibile dal vessillo rappresentante una bandiera israeliana ma colorata di rosa, che mettendo insieme pacifismo e messaggi di vicinanza nei confronti dei diritti delle donne e della comunità LGBTQIA+ sta emergendo come tra i più attivi nel fronte anti governativo. Emblematiche, in questo senso, anche le immagini di alcuni grandi cartelloni e striscioni visibili in strada, che recitano scritte quali: “Netanyahu Crime Minister (ministro criminale, ndr), oppure “Tu sei il capo, tu sei il colpevole”.

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