L'ex giocatore di football e attore è morto all'età di 76 anni

Una vita sotto i riflettori prima da stella del football americano Nfl e poi da attore, poi i tanti guai giudiziari e il carcere. Tantissime le occasioni in cui O.J. Simpson, scomparso a 76 anni dopo una lotta contro il cancro alla prostata, è stato al centro delle cronache statunitensi. Ecco dieci momenti da ricordare della sua vita. 

Come ha conosciuto Nicole Brown

La moglie di O.J. Simpson faceva la cameriera al The Daisy, ristorante alla moda di Beverly Hills. I due si sono conosciuti una sera quando lui ha cenato lì, e sono diventati subito inseparabili. Si sono sposati nel 1985 e hanno avuto due figli, Sydney e Justin. Poi il divorzio nel 1992 e l’accusa di omicidio (con assoluzione) nei confronti di O.J. due anni dopo.

La morte precoce di un figlio

Prima di Nicole Brown, Simpson aveva avuto tre figli dal suo primo matrimonio con Marguerite Whitley: Arnelle, Jason e Aaren, che annegò all’età di 2 anni nella piscina di famiglia nel 1979.

La carriera nella NFL

Alla University of Southern California, Simpson vinse l’Heisman Trophy (trofeo per il miglior giocatore universitario) nel 1968 e fu la prima scelta assoluta al draft NFL del 1969. Da professionista, Simpson è stato il primo giocatore a correre per più di 2.000 yard in una stagione. È stato il giocatore dell’anno della NFL nel 1972, 1973 e 1975 ed è stato inserito nella Hall of Fame nel 1985. Simpson ha giocato per nove anni con i Buffalo Bills e per due anni con i San Francisco 49ers.

La sua fama travolgente

All’apice della sua fama nel mondo del football, i sondaggi indicavano che era uno dei tre volti più riconosciuti del Nord America. Nel 1977 divenne il primo giocatore di football professionista a finire sulla copertina di “Rolling Stone”. Nel 1978 fu il secondo atleta professionista a condurre il “Saturday Night Live”.

I film di O.J. Simpson

Simpson ha recitato in ‘Una pallottola spuntata’ (1988), ‘Una pallottola spuntata 2 1/2’ (1991) e ‘L’inferno di cristallo’ (1974). Fu preso in considerazione per il ruolo di protagonista in ‘Terminator’, ma i produttori temevano che fosse “troppo gentile” per essere preso sul serio come assassino a sangue freddo. Stava lavorando a un film intitolato ‘Frogmen’ poco prima degli omicidi.

Negli spot saltava sopra i banchi di un aeroporto

Ha girato una serie di spot pubblicitari per la società di autonoleggio Hertz, tra cui lo spot ‘Juggernaut’ che lo vedeva saltare sopra i banchi di un aeroporto.

L’inseguimento della Bronco

Durante il famigerato inseguimento della Ford Bronco di Simpson da parte della polizia di Los Angeles, una stazione televisiva riorganizzò la copertura di una partita delle finali NBA, facendo apparire l’inseguimento sullo schermo principale e la partita in un riquadro. Quasi tutte le reti trasmisero la corsa. Le telecamere degli elicotteri mostravano Simpson che si puntava una pistola alla testa mentre il suo amico Al Cowlings guidava. La folla si radunava sui cavalcavia per applaudire al suo passaggio.

La madre al processo

Uno dei momenti iconici del processo che portò all’assoluzione di Simpson, oltre a quello in cui si mise i guanti per dimostrare che non poteva essere lui l’assassino, fu quando la madre di Simpson, 73 anni, lasciò la sedia a rotelle, zoppicò fino al banco dei testimoni e raccontò ai giurati che il figlio era rachitico da bambino e aveva ereditato da lei l’artrite reumatoide. Il figlio sarebbe stato ‘troppo storpio’ per uccidere qualcuno. 

Due libri scritti per soldi

Mentre era in carcere durante il processo penale, scrisse un libro intitolato “I Want to Tell You” con un collaboratore. Il libro ha contribuito a finanziare la sua difesa. Nel 2008, collaborò a un’ipotetica confessione intitolata “Se fossi stato io”, che suscitò così tante polemiche da essere ritirata dalla pubblicazione. Simpson ha detto di aver bisogno di soldi per pagare l’istruzione dei suoi figli. Ha definito il ricavato “denaro sporco di sangue”.

L’avvocato Johnnie Cochran

Nel processo, Simpson fu difeso dal famoso avvocato Johnny Cochran. Ma lui non era stato il suo primo legale, bensì Robert Shapiro. Cochran era riluttante ad accettare il caso, ma alla fine si convinse dopo aver pregato con il suo pastore. Prima di partecipare al processo era stato un commentatore. Passò immediatamente dall’essere un noto avvocato locale alla fama mondiale.

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