Israele: "Circa cento razzi lanciati dal Libano". La denuncia dei medici: "Picchiati e umiliati dai soldati di Tel Aviv"
La guerra in Medioriente tra Israele e Hamas giunge al giorno 158. La prima nave con 200 tonnellate di aiuti umanitari del gruppo non governativo Open Arms ha lasciato questa mattina il porto cipriota di Larnaca in direzione di Gaza: l’imbarcazione utilizzerà il corridoio umanitario aperto dall’Ue.
In serata, Hamas ha accettato una versione modificata della proposta americana per un cessate il fuoco a Gaza. Lo ha riferito una fonte ad Al Arabiya. I rappresentanti dell’organizzazione dovrebbero recarsi al Cairo nei prossimi giorni per discutere gli ultimi dettagli e l’attuazione dell’accordo. “La proposta internazionale includerà il rilascio dei detenuti, inclusi bambini, donne e anziani”, ha detto la fonte, secondo cui l’accordo prevederà anche il graduale ritorno dei palestinesi sfollati da Gaza.
Qatar: “Tregua non vicina ma restiamo fiduciosi”
“Non siamo vicini a un accordo di cessate il fuoco a Gaza, ma rimaniamo fiduciosi”. Lo ha detto il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, Majed Al-Ansari, in conferenza stampa. Lo riportano i media internazionali. “Non vediamo le due parti convergere su un linguaggio che possa risolvere gli attuali disaccordi”, ha proseguito. “Gli sforzi negoziali – ha sottolineato il portavoce – proseguono e si stanno intensificando nel mese di Ramadan, con l’obiettivo di raggiungere un cessate il fuoco”.
Capo Hezbollah ha incontrato leader Hamas coinvolto in negoziati
Il leader di Hezbollah, Hassan Nasrallah, ha incontrato a Beirut un alto funzionario di Hamas coinvolto nei negoziati per il cessate il fuoco a Gaza, Khalil Hayeh. Lo riferisce Hezbollah in un comunicato. L’incontro è avvenuto all’inizio del Ramadan, dopo che i negoziati mediati da Qatar ed Egitto per una tregua prima del mese sacro musulmano si sono interrotti.
L’esercito israeliano e i militanti di Hezbollah continuano a scontrarsi lungo il confine fra Libano e Israele, mentre proseguono gli sforzi internazionali per evitare un’escalation ulteriore. Amos Hochstein, alto consigliere del presidente degli Stati Uniti Joe Biden, ha esortato entrambe le parti a cercare un cessate il fuoco duraturo nella tesa zona di confine. La leadership di Hezbollah ha affermato che un cessate il fuoco a Gaza sarebbe l’unico modo per ripristinare la calma lungo il confine tra Libano e Israele, ma i funzionari israeliani affermano che non sarebbe così.
Medici Gaza a Bbc: “Noi picchiati e umiliati da soldati Israele”
Personale medico palestinese di Gaza ha raccontato alla Bbc di essere stato bendato, arrestato, costretto a spogliarsi e ripetutamente picchiato dai soldati israeliani dopo l’incursione nel loro ospedale iniziata il 15 febbraio, il Nasser di Khan Younis. Un medico dell’ospedale Nasser, Ahmed Abu Sabha, ha raccontato di essere stato tenuto in detenzione per una settimana e che gli sono stati messi addosso dei cani con la museruola e un soldato israeliano gli ha rotto una mano. Il suo racconto coincide con quello di altri 2 medici che hanno voluto rimanere anonimi per paura, precisa l’emittente britannica, riferendo che questi altri 2 medici hanno raccontato alla Bbc di essere stati umiliati, picchiati, inzuppati di acqua fredda e costretti a inginocchiarsi in posizioni scomode per ore. Hanno raccontato di essere stati tenuti in arresto per giorni prima di essere rilasciati.
La Bbc riporta che le forze israeliane non hanno risposto alle domande relative a questi racconti, né hanno negato specifiche affermazioni di maltrattamento, ma hanno negato che il personale medico sia stato ferito durante l’operazione. “Qualsiasi abuso sui detenuti è contrario agli ordini dell’Idf ed è quindi severamente proibito”, hanno fatto sapere le forze israeliane. La Bbc riferisce di essere venuta in possesso di immagini filmate segretamente nell’ospedale il 16 febbraio, giorno in cui i medici sono stati arrestati: mostrano una fila di uomini spogliati fino alla biancheria intima davanti all’edificio di emergenza dell’ospedale, inginocchiati con le mani dietro la testa; davanti ad alcuni di loro a terra sono stese le uniformi mediche. “Chiunque abbia provato a muovere la testa o a fare un qualsiasi movimento è stato colpito”, ha dichiarato alla BBC il direttore generale dell’ospedale, il dottor Atef Al-Hout. “Li hanno lasciati per circa due ore in questa posizione vergognosa”, ha aggiunto.
L’Idf ha dichiarato alla Bbc: “Di norma, durante il processo di arresto, è spesso necessario che i sospetti terroristi consegnino i loro vestiti per poterli perquisire e per assicurarsi che non nascondano giubbotti esplosivi o altre armi. I vestiti non vengono restituiti immediatamente ai detenuti, perché si sospetta che possano nascondere mezzi che possono essere usati per scopi ostili (come i coltelli). Vengono restituiti quando è possibile”.
Von der Leyen: “Subito pausa umanitaria per cessate il fuoco”
“Nelle circostanze attuali, gli aiuti da soli non risolveranno la crisi. Naturalmente Israele ha il diritto di difendersi e di combattere Hamas. Ma la protezione dei civili deve essere garantita in ogni momento, in linea con il diritto internazionale. E al momento c’è solo un modo per ripristinare un flusso adeguato di aiuti umanitari. La popolazione di Gaza ha bisogno di una pausa umanitaria immediata che porti a un cessate il fuoco sostenibile. E ne hanno bisogno adesso”. Lo ha affermato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo intervento al dibattito sul prossimo Consiglio europeo del 21 e 22 marzo.
Von der Leyen: “Catastrofe umanitaria, avanti con corridoio mare”
“Mentre parliamo, una nave sta salpando da Cipro verso il nord di Gaza. Trasporta il tipo più elementare di aiuto umanitario, che è anche quello più necessario oggi: il cibo, per una popolazione che si trova ad affrontare una catastrofe umanitaria”. Lo ha affermato la presidente della Commissione europea, Ursula von der Leyen, nel suo intervento al dibattito sul prossimo Consiglio europeo del 21 e 22 marzo.
“Questo corridoio marittimo è il risultato di una cooperazione internazionale senza precedenti, sotto la guida del presidente Nikos Christodoulides – ha continuato -. Abbiamo lavorato fianco a fianco non solo con Cipro, ma anche con gli Emirati Arabi Uniti, gli Stati Uniti e il Regno Unito. Ero al porto di Larnaca pochi giorni fa, per assistere agli ultimi preparativi prima della partenza della nave. Quando sarà pienamente operativo, questo corridoio marittimo potrebbe garantire un flusso sostenuto, regolamentato e robusto di aiuti a Gaza. Questa è la prima volta dal 2005 che una nave è autorizzata a portare aiuti a Gaza. E si tratta di un’ulteriore ancora di salvezza per la popolazione di Gaza”.
Borrell: “Fame usata come arma”
“Questa è una crisi umanitaria e non un disastro naturale. Non è un’alluvione. Non è un terremoto. È fatto dall’uomo. E quando cerchiamo modi alternativi per fornire supporto – via mare o via aerea – dobbiamo ricordare che dobbiamo farlo perché il modo naturale di fornire supporto attraverso le strade viene chiuso, chiuso artificialmente. E la fame viene usata come arma di guerra. Quando condanniamo ciò che sta accadendo in Ucraina, dobbiamo usare le stesse parole per ciò che sta accadendo a Gaza”. Lo ha detto l’Alto rappresentante Ue per la politica estera, Josep Borrell, nel suo discorso alla sessione annuale del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite sulla cooperazione Ue-Onu.
Israele, lanciati oggi circa 100 razzi da Libano
L’esercito israeliano riferisce che circa 100 razzi sono stati lanciati oggi dal Libano contro Israele, in uno dei più pesanti attacchi provenienti dal confine nord di Israele dall’inizio della guerra a Gaza. Al momento non si hanno notizie di feriti né danni. Gli attacchi, che al momento non sono stati rivendicati, sembrano essere una risposta ai raid aerei israeliani di ieri contro Hezbollah in Libano.
L’esercito israeliano e gli Hezbollah libanesi si scambiano attacchi da quando, il 7 ottobre, è iniziata l’ultima guerra fra Israele e Hamas. Più di 220 combattenti di Hezbollah e quasi 40 civili sono stati uccisi da parte libanese, mentre in Israele il bilancio dei morti in questi attacchi è al momento di 9 soldati e 10 civili. Decine di migliaia di persone che vivevano vicino alla frontiera hanno lasciato le loro case da entrambi i lati del confine a causa dei combattimenti.
Salpata da Cipro nave Open Arms con aiuti per Gaza
È salpata da Cipro la nave della ong spagnola Open Arms carica di aiuti destinati alla Striscia di Gaza. Lo riferisce World Central Kitchen (WCK), la ong fondata dal famoso chef José Andrés, precisando che sull’imbarcazione ci sono 200 tonnellate di cibo. “Gli aiuti forniti da WCK sono salpati per Gaza con la nave di Open Arms. Abbiamo spedito quasi 200 tonnellate di cibo – riso, farina, legumi, verdure in scatola e proteine. Al fianco degli Emirati Arabi Uniti e del ministero degli Esteri di Cipro, il nostro team di soccorso sta lavorando per inviare il maggior numero possibile di barche di aiuti”, ha scritto WCK in un post su X.
Immagini di Associated Press in diretta hanno mostrato il momento in cui la nave veniva guidata fuori dal porto della città cipriota di Larnaca. L’invio di questo carico di aiuti costituisce un test per l’apertura di un corridoio marittimo per fornire aiuti alla Striscia, dove a 5 mesi dalla guerra tra Israele e Hamas la fame si sta diffondendo. La guerra, scatenata dall’attacco di Hamas nel sud di Israele del 7 ottobre, ha provocato oltre 30mila morti e ha spinto circa l’80% dei 2,3 milioni di abitanti di Gaza ad abbandonare le proprie case. Secondo le Nazioni Unite, un quarto della popolazione di Gaza sta morendo di fame. Nell’attacco del 7 ottobre sono 1.200 le persone rimaste uccise e i militanti hanno preso in ostaggio circa 250 persone. I gruppi umanitari affermano che è quasi impossibile consegnare gli aiuti in gran parte della Striscia a causa delle restrizioni israeliane e delle ostilità in corso. Non è chiaro quanto le consegne via mare potranno essere efficaci nel far fronte alla catastrofe umanitaria poiché ci saranno ancora difficoltà nel consegnare gli aiuti una volta entrati a Gaza.
“Siamo molto contenti” della partenza da Cipro della nave Open Arms carica di aiuti destinati alla Striscia di Gaza, si tratta di “un’operazione di altissima complessità”, che “sembrava impossibile portare a termine e invece ce l’abbiamo fatta”, speriamo che questo sia “il primo di molti sbarchi e che l’Ue o altri enti e Paesi si uniscano” all’invio di aiuti via mare. Lo ha detto a LaPresse la portavoce della ong spagnola Open Arms, Laura Lanuza. La portavoce ha spiegato che il viaggio dell’imbarcazione, salpata questa mattina da Cipro, durerà alcuni giorni, perché la distanza è considerevole e perché la barca sta trainando 200 tonnellate di aiuti umanitari e ciò implica che il viaggio “si debba fare in un modo lento e costante, affinchè non ci siano problemi”. Il punto di sbarco non è stato reso noto per motivi di sicurezza, ha affermato la portavoce, spiegando che ad attendere la nave ci saranno i partner della ong World Central Kitchen che si incaricheranno poi della distribuzione del cibo. World Central Kitchen è già presente sul terreno da settimane e si occuperà di cucinare il cibo e di farlo arrivare alla popolazione di Gaza. “Le 200 tonnellate di aiuti comprendono farina, riso e cibo in scatola, tutti alimenti non deperibili visto che il viaggio è lungo”, ha affermato Lanuza.
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