A Il Cairo un nuovo ciclo di negoziati per raggiungere un accordo

La guerra in Medioriente tra Israele e Hamas giunge al giorno 157. Prende il via a Il Cairo un nuovo ciclo di negoziati per raggiungere un accordo. Hamas conferma le sue richieste: “Subito il cessate il fuoco e Israele si ritiri da Gaza”. Intanto Biden diffonde un messaggio in occasione dell’inizio del Ramadan: “Sofferenze terribili per palestinesi”. In precedenza il presidente americano aveva attaccato duramente il premier israeliano Netanyahu: “Sta facendo più male che bene al suo Paese” per come gestisce il conflitto. Guerres (Onu): “A Gaza punizione collettiva contro i palestinesi, ora basta”. Dallo Yemen gli Houthi avvertono il nostro Paese: “Non attacchiamo l’Italia in quanto tale, ma se intralcia la nostra azione non ci lascia altra scelta”.

Guterres chiede il cessate il fuoco per il Ramadan

“Anche se il Ramadan è iniziato, le uccisioni, i bombardamenti e gli spargimenti di sangue continuano a Gaza”. Così il segretario generale delle Nazioni Unite, Antonio Guterres, ripreso su X dal servizio di informazione ufficiale dell’organizzazione sovranazionale. “Il mio appello più forte oggi è quello di onorare lo spirito del Ramadan mettendo a tacere le armi e rimuovendo tutti gli ostacoli per garantire la consegna di aiuti salvavita”, aggiunge Guterres, che “nello spirito di compassione del Ramadan” chiede anche “il rilascio immediato di tutti gli ostaggi” sequestrati da Hamas. Gli occhi “del mondo stanno guardando – spiega – Gli occhi della storia guardano. Non possiamo distogliere lo sguardo. Dobbiamo agire per evitare ulteriori morti prevenibili”. 

Netanyahu: “Azione a Rafah necessaria per eliminare Hamas”

In un’intervista all’emittente statunitense ‘Fox News’, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu ha fatto riferimento alla dichiarazione del presidente Usa Joe Biden secondo cui “un attacco a Rafah sarebbe una linea rossa”, e ha affermato che ci sono accordi tra Israele e il governo americano sugli obiettivi e sugli aspetti fondamentali della guerra, ma i partiti differiscono sul modo in cui devono essere raggiunti. Netanyahu ha aggiunto che evitare un’azione nella città nel sud della Striscia di Gaza, equivarrebbe alla decisione di non entrare a Berlino alla fine della SDeconda guerra mondiale, e ha sottolineato: “Non è possibile eliminare solo i due terzi di Hamas. Bisogna eliminare tutto, altrimenti tornerà e si impadronirà dell’intera striscia”.

Uccisa a Gaza icona calcio palestinese Mohammed Barakat

Mohammed Barakat, uno dei calciatori ‘icona’ della Striscia di Gaza è morto a Khan Younis nel bombardamento della sua abitazione. Lo riporta Al Jazeera. Barakat, attaccante dell’Ahly Gaza e della nazionale, aveva segnato 114 gol in carriera militando anche in alcuni club della Cisgiordania e in Giordania. “Che enorme perdita dentro e fuori dal campo per il calcio palestinese. Sono troppo arrabbiato. È un’icona del calcio. Lo sport a Gaza ha perso molto durante la guerra”, ha detto ad Al-Jazeera il difensore di Khadamat al-Maghazi, Khalid Abu-Habel. “La comunità sportiva a Gaza sta semplicemente sparendo”, ha aggiunto. 

Fonti, offensiva Israele a Rafah non è imminente 

 L’offensiva israeliana a Rafah non è imminente. Lo hanno detto diversi funzionari israeliani, come riporta la Cnn. Secondo le fonti, l’esercito israeliano deve ancora costituire le forze necessarie per procedere con l’offensiva a Rafah, nel sud della Striscia di Gaza, e non ha ancora finalizzato i piani per l’evacuazione civile della città. Mentre il necessario rafforzamento delle forze potrebbe essere messo in atto in breve tempo, si prevede che un’importante evacuazione civile richiederà almeno due settimane, hanno precisato, sottolineando che il governo israeliano non ha ancora approvato i piani presentati dalle forze di difesa israeliane per un’evacuazione e un’incursione. I funzionari israeliani hanno avvertito comunque che non è stata esclusa un’offensiva a Rafah durante il mese sacro islamico del Ramadan. 

Hamas, ancora nessuna data per ripresa colloqui

Non ci sono ancora date per il ritorno dei negoziatori di Hamas al Cairo per riprendere i colloqui per raggiungere un cessate il fuoco nella Striscia di Gaza in cambio del rilascio degli ostaggi israeliani. Lo ha detto alla Cnn Hossam Badran, membro dell’ufficio politico di Hamas. “Non c’è nulla di nuovo”, ha spiegato affermando che il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si rifiuta di rispondere alle “giuste richieste palestinesi”. 

Stabili i 3 bimbi di Gaza giunti ieri al Bambin Gesù 

Condizioni cliniche stabili per i tre minori giunti ieri sera da Gaza all’Ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Si tratta di 2 bambini, rispettivamente di 8 anni e 1 anno, e di una bambina di 3 anni, arrivati al DEA del Gianicolo con i loro accompagnatori.Il paziente di 8 anni, affetto da paralisi cerebrale infantile post-infettiva, è ricoverato nel reparto di neurologia. Ricoverati invece nel reparto di malattie metaboliche gli altri 2 pazienti: il bambino di 1 anno, con sospetta sindrome genetica, portatore di PEG (il sondino per l’alimentazione addominale) e tracheostomia; la bambina di 3 anni, con sospetta sindrome di Gaucher, una malattia genetica del metabolismo. Attivato da subito per i bambini e i loro accompagnatori il servizio di accoglienza dell’Ospedale. Con i pazienti arrivati ieri sera, sono 9 i minori palestinesi finora presi in carico dall’Ospedale della Santa Sede.

Unicef, a Rafah 600mila bambini intrappolati 

Unicef denuncia che a Rafah, nella Striscia di Gaza, ci sono 600mila bambini intrappolati. “A Rafah ci sono 600mila bambini, terrorizzati da ciò che li aspetta. Dallo sfollamento, alla minaccia di bombardamenti, alla fame e alle malattie, molti stanno soffrendo l’inimmaginabile e ora sono intrappolati in uno spazio sovraffollato con la morte sempre più vicina” scrive il fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia in un post sul proprio profilo X, concludendo: “Non c’è posto sicuro in cui andare per i bambini a Rafah, ma c’è una via d’uscita dall’incubo: fermare la guerra. Rilasciare gli ostaggi. Porre fine all’uccisione dei bambini”.

Idf ha cercato di uccidere il numero tre di Hamas 

L’esercito israeliano avrebbe tentato di uccidere Marwan Issa, vicecapo dell’ala militare di Hamas, considerato il ‘numero tre’ del gruppo a Gaza. Lo riporta The Times of Israel. Issa si nascondeva nel campo di Nuseirat, nel centro della Striscia di Gaza, e l’Idf ha effettuato un attacco contro l’edificio nel quale si riteneva si trovasse. Cinque palestinesi sarebbero morti nel raid ma non è chiaro se tra questi ci sia anche Issa. Su questo sarebbero in corso le verifiche di Hamas.

Autorità Gaza, 31.112 palestinesi morti da inizio guerra

 Continua a salire il numero delle vittime nella Striscia di Gaza a seguito degli attacchi israeliani. Secondo il locale ministero della Sanità, dall’inizio della guerra, sono morti 31.112 palestinesi, mentre altri 72.760 sono rimasti feriti. Nell’ultimo giorno di attacchi israeliani, spiega il dicastero, sono morte 67 persone e altre 106 sono rimaste ferite. Venticinque persone, precisa il ministero, sono morte per malnutrizione e disidratazione. Lo riporta Al Jazeera.

Marocco inizierà a lanciare aiuti sul nord di Gaza

Il Marocco inizierà oggi a lanciare aiuti umanitari sul nord della Striscia di Gaza. Lo riporta l’emittente israeliana Kan, citata da The Times of Israel. Sei aerei da trasporto Hercules della Royal Moroccan Air Force sarebbero in viaggio verso Israele e atterreranno all’aeroporto Ben Gurion per fare rifornimento prima di decollare per portare rifornimenti umanitari nel nord della Striscia. Il lancio di aiuti sarebbe stato coordinato con Tel Aviv e avverrà nel primo giorno del Ramadan, mese sacro per i musulmani.

Idf, prosegue operazione contro Hamas a Khan Younis 

Prosegue l’operazione delle forze israeliane di difesa (Idf) all’interno del complesso residenziale di Hamad Town a Khan Younis, nel sud della Striscia di Gaza. Lo riporta The Times of Israel. Commando dell’Idf hanno fatto irruzione negli appartamenti utilizzati da Hamas, catturando miliziani e sequestrando le armi presenti. Durante il blitz le truppe della brigata Givati, spiega l’Idf, sono finite sotto il fuoco di Hamas che ha lanciato missili anticarro. I soldati israeliani hanno quindi individuato e ucciso il miliziano responsabile dell’attacco. Nel sobborgo di al-Qarara, sempre a Khan Younis, la brigata Bislamach ha ucciso diversi agenti di Hamas con l’ausilio dei cecchini o chiedendo raid aerei e attacchi da parte dei carri armati. Nel nord di Gaza, invece, la marina israeliana ha guidato un elicottero che ha colpito una nave che sarebbe stata utilizzata dai miliziani. Quindici uomini armati, infine, sono stati uccisi dalle truppe della brigata Nahal nel centro di Gaza.

Idf, ateneo Israa a Gaza demolito senza autorizzazione

I vertici delle forze israeliane di difesa (Idf) hanno formalmente censurato il comandante della 99esima divisione, il generale Barak Hiram, in relazione alla demolizione dell’università di Israa, avvenuta a gennaio nella Striscia di Gaza senza le necessarie autorizzazioni. Lo afferma l’Idf, citata da The Times of Israel. La demolizione dell’università e il processo di approvazione della sua esplosione controllata, spiega l’Idf, sono stati “indagati a fondo” dal dal capo del comando meridionale, il generale maggiore Yaron Finkelman, e presentati al capo di stato maggiore dell’Idf, Herzi Halevi. “L’indagine ha rivelato che l’organizzazione terroristica Hamas ha utilizzato l’edificio e i suoi dintorni per attività militari contro le nostre forze, ma il processo di crollo dell’edificio è stato effettuato senza le necessarie approvazioni”, sostiene l’Idf. Finkelman ha quindi rimproverato Hiram per l’accaduto. L’incidente, conclude l’Idf, sarà oggetto di ulteriori indagini da parte del Meccanismo di accertamento dei fatti dello Stato maggiore, un organismo militare indipendente responsabile delle inchieste su incidenti insoliti durante la guerra. Cnn, per gli Usa operazione a Rafah non è imminente

L’amministrazione Biden ritiene che la temuta operazione israeliana a Rafah non sia imminente. Lo riporta la Cnn, citando due funzionari americani. Durante la sua visita a Washington, ricorda la Cnn, il membro del gabinetto di guerra israeliano Benny Gantz aveva avvertito che se l’accordo sul rilascio degli ostaggi non fosse stato raggiunto entro il Ramadan, Israele sarebbe passato alla fase successiva, lanciando la sua operazione su Rafah.

Famiglie ostaggi a sessione CS Onu su violenze sessuali Hamas

Alcune famiglie degli ostaggi israeliani e il ministro degli Esteri Israel Katz sono in viaggio verso New York, dove parteciperanno alla sessione del Consiglio di Sicurezza dell’Onu sulle violenze sessuali perpetrate da Hamas durante gli attacchi del 7 ottobre. Lo riferisce il Times of Israel. Nella sessione, che si terrà oggi, verrà discusso il rapporto diffuso la scorsa settimana dall’inviata dell’Onu per i crimini sessuali, Pramila Patten. La sessione è stata richiesta da Usa, Francia e Regno Unito. 

Nave Open Arms con aiuti per Gaza ancora ferma a Cipro 

La nave Open Arms, che sarebbe docuta salpare domenica con un carico di aiuti per Gaza, è ancora ferma a Cipro. Lo hanno riferito i responsabili della Ong alla Bbc.”La situazione è fluida e in rapida evoluzione”, hanno detto i responsabili di Open Arms, che dovrebbe trasportare 200 tonnellate di viveri nella Striscia, compresi riso, farina, carne e pesce forniti dall’organizzazione Usa World Central Kitchen (Wck).

Il portavoce del governo di Cipro, Konstantinos Letymbiotis, ha detto all’agenzia di stampa ufficiale dell’isola che l’orario esatto della partenza della nave non sarà reso pubblico per “ragioni di sicurezza”. Successivamente è stato riferito che, a causa di “difficoltà tecniche”, la partenza potrebbe non avvenire prima questa mattina. Lo riporta il Guardian. Il ritardo nella partenza della nave umanitaria evidenzia la complessità della fornitura di aiuti a Gaza attraverso mezzi non convenzionali.

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