Alta la tensione dopo i bombardamenti americani, in risposta all'uccisione di tre soldati statunitensi in Giordania. Hamas: “Sono benzina sul fuoco”

Ancora alta la tensione in Medio Oriente dopo i raid americani di venerdì sera in Siria e in Iraq, in risposta all’uccisione di tre soldati Usa in Giordania da parte di milizie filo-iraniane. Nei raid di Washington sono stati colpiti almeno 85 obiettivi, affermano gli Usa. Ira di Baghdad e Damasco. Intanto a Gaza continuano a crescere le vittime civili dell’operazione di Israele. ARTICOLO IN AGGIORNAMENTO

22:45 Media houthi, raid Usa-GB in Yemen anche su Sanaa 

C’è anche la capitale yemenita Sanaa fra i siti oggetto dei raid di stasera in Yemen contro gli houthi da parte di Stati Uniti e Regno Unito. Lo riferisce Al Jazeera citando media vicini al gruppo dei ribelli houthi appoggiati dall’Iran. Secondo questi media, fra le altre località colpite ci sono Taiz, Hajjah, Dhamar e Al-Bayda. Secondo la tv Al-Masirah legata agli houthi, citata sempre da Al-Jazeera, le forze Usa e britanniche hanno lanciato 11 raid su alcune aree del governatorato di Taiz. 

22:30 Nuovi raid Usa-GB contro houthi in Yemen 

Gli Stati Uniti e il Regno Unito hanno colpito sabato almeno 30 obiettivi dei ribelli houthi nello Yemen, in una seconda ondata di attacchi destinati a mettere ulteriormente fuori gioco i gruppi sostenuti dall’Iran che continuano ad attaccare gli interessi Usa e internazionali sulla scia della guerra fra Israele e Hamas. Lo riferiscono funzionari Usa ad Associated Press, spiegando che questi ultimi attacchi contro gli houthi sono stati lanciati da navi e jet da combattimento. Questa nuova ondata di raid fa seguito all’attacco aereo compiuto venerdì dagli Usa in Iraq e Siria e che ha preso di mira altre milizie sostenute dall’Iran e la Guardia Rivoluzionaria iraniana, come rappresaglia per l’attacco con droni che domenica scorsa ha ucciso tre soldati statunitensi in una base in Giordania. Gli obiettivi houthi colpiti si trovavano in 10 diverse località e sono stati colpiti dai caccia F/A-18 della portaerei USS Dwight D. Eisenhower e dalle navi da guerra americane che hanno lanciato missili Tomahawk dal Mar Rosso. Le fonti hanno parlato con Associated Press a condizione di mantenere l’anonimato. 

Sempre secondo le fonti, missili sono stati lanciati dalla USS Gravely e la USS Carney, entrambi cacciatorpediniere della Marina Usa. Si tratta della terza volta che Stati Uniti e Gran Bretagna conducono una vasta operazione congiunta per colpire lanciarazzi, siti radar e droni degli houthi, ma il gruppo ha chiarito che non ha intenzione di ridurre l’entità del suo attacco, che prende di mira le navi nel Mar Rosso. Venerdì il cacciatorpediniere statunitense Laboon e gli F/A-18 della Eisenhower avevano abbattuto 7 droni lanciati dalle aree dello Yemen controllate dagli houthi nel Mar Rosso, mentre il cacciatorpediniere Carney aveva abbattuto un drone lanciato nel Golfo di Aden e le forze statunitensi avevano abbattuto altri 4 droni che erano pronti al lancio. Alcune ore prima dell’ultima operazione congiunta, gli Stati Uniti avevano effettuato un altro attacco di autodifesa su un sito in Yemen distruggendo, secondo quanto era stato riferito dal Centcom, 6 missili da crociera antinave ritenuti pronti al lancio. 

22:00 Usa, colpiti 6 missili houthi in Yemen: erano pronti per navi Mar Rosso

Gli Stati Uniti riferiscono di aver colpito oggi 6 missili da crociera antinave dei ribelli houthi in Yemen, aggiungendo che il gruppo era pronto a lanciarli contro navi nel Mar Rosso. A comunicarlo è il Centcom, il Comando centrale statunitense, in un post su X. “Il 3 febbraio, alle 19:20 circa ora di Sanaa (le 21.20 in Italia ndr.), le forze del Comando Centrale degli Stati Uniti hanno condotto attacchi di autodifesa contro 6 missili da crociera antinave degli Houthi pronti a essere lanciati contro navi nel Mar Rosso”, riferisce il Centcom.  “Le forze statunitensi hanno identificato i missili da crociera in aree dello Yemen controllate dagli Houthi e hanno stabilito che costituivano una minaccia imminente per le navi della Marina statunitense e per le navi mercantili nella regione”, afferma ancora il Centcom, aggiungendo che “questa azione proteggerà la libertà di navigazione e renderà le acque internazionali più sicure per la Marina e le navi mercantili statunitensi”.

21:42 Lunedì riunione Consiglio Onu dopo raid Usa in Iraq e Siria 

Si terrà lunedì la riunione urgente del Consiglio di sicurezza dell’Onu chiesta dalla Russia a seguito dei raid Usa condotti in Iraq e Siria in risposta all’attacco di domenica scorsa a una base Usa in Giordania in cui sono rimasti uccisi 3 soldati statunitensi. È quanto riferisce una fonte diplomatica alla Cnn. 

20:12 Mille in corteo per ostaggi anche a Gerusalemme

Proteste anche a Gerusalemme stasera per chiedere al governo del premier israeliano Benjamin Netanyahu di garantire il rapido rilascio degli ostaggi in mano a Hamas nella Striscia di Gaza. Circa mille manifestanti, secondo quanto riporta il Times of Israel, stanno marciando per le strade della città, dalla residenza del presidente verso piazza Parigi. Chiedono cheil governo raggiunga un accordo immediato per la liberazione degli ostaggi. Molti dei partecipanti chiedono le dimissioni dell’esecutivo. Anche a Tel Aviv migliaia di persone sono scese in piazza stasera. 

19:51 Borrell: “Per maggioranza Paesi Ue lavoro Unrwa vitale, alcuni aumenteranno fondi” 

L’Alto rappresentante per la politica estera Ue, Josep Borrell, parlando al termine della riunione informale dei ministri degli Esteri Ue oggi a Bruxelles, ha espresso preoccupazione per il destino dell’agenzia umanitaria delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi, l’Unrwa, principale fornitore di aiuti umanitari di Gaza, a seguito del ritiro dei finanziamenti all’agenzia da parte degli Stati Uniti e di altri Paesi, dopo che 12 membri dello staff dell’Unrwa sono stati accusati di essere coinvolti negli attacchi del 7 ottobre. Borrell ha detto che la maggioranza dei ministri presenti dei 27 Paesi dell’Ue ritiene che il lavoro dell’Unrwa sia vitale. Mentre alcuni Paesi hanno congelato il loro sostegno all’agenzia, Borrell ha dichiarato che altri ministri lo hanno informato che i loro governi aumenteranno i finanziamenti, ma non ha indicato di quali Paesi si tratti. “L’Unrwa ha svolto un ruolo cruciale nel sostenere i rifugiati palestinesi, e non solo a Gaza” ma anche in Libano e in Giordania, ha detto Borrell. “Chi può sostituirlo da un giorno all’altro?”, ha chiesto. Borrell ha dichiarato che l’Ue accoglie con favore l’indagine avviata dall’agenzia e ha anche osservato che Israele critica il lavoro dell’Unrwa da molti anni.

19:41 Migliaia a Tel Aviv contro Netanyahu, chiedono rilascio ostaggi 

Migliaia di persone si sono raccolte nuovamente a Tel Aviv stasera per protestare contro il governo ed esprimere la crescente frustrazione per come il premier israeliano Benjamin Netanyahu e la sua amministrazione hanno gestito la guerra. In particolare i manifestanti chiedono di fare di più per il rilascio di tutti gli ostaggi portati nella Striscia di Gaza dopo il massacro di Hamas del 7 ottobre nel sud di Israele.

17:15 Russia chiede riunione urgente Consiglio Onu su raid Usa 

La Russia ha chiesto una riunione urgente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni unite alla luce dei raid Usa in Iraq e Siria, effettuati in risposta all’attacco con droni che domenica aveva ucciso 3 soldati Usa in Giordania vicino al confine con la Siria. Lo ha riferito su Telegram Dmitry Polyansky, primo vice rappresentante permanente di Mosca presso le Nazioni unite. “Abbiamo appena richiesto una riunione urgente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite in relazione alle minacce alla pace e alla sicurezza create dagli attacchi statunitensi in Iraq e Siria”, ha affermato Polyansky, aggiungendo che “la presidenza guineana di questo mese intende fissare la riunione per le 16 ora di New York (le 22 in Italia ndr.) del 5 febbraio”.

17:13 Papa: “Mai perdere la speranza per una pace possibile”

“Non bisogna mai perdere la speranza per una pace possibile e che dobbiamo fare di tutto per promuoverla, rifiutando ogni forma di disfattismo e di sfiducia. Dobbiamo guardare a Dio, la sola fonte di una speranza certa”. Lo scrive Papa Francesco in una lettera rivolta “ai fratelli e alle sorelle ebrei in Israele”. Il Pontefice scrive che “in tempi di desolazione abbiamo grande difficoltà a vedere un orizzonte futuro in cui la luce sostituisca l’oscurità, in cui l’amicizia sostituisca l’odio, in cui la cooperazione sostituisca la guerra. Tuttavia, noi, come ebrei e cattolici, siamo testimoni proprio di un simile orizzonte. E dobbiamo farlo, cominciando innanzitutto proprio dalla Terra Santa, dove insieme vogliamo lavorare per la pace e per la giustizia, facendo il possibile per creare relazioni capaci di aprire nuovi orizzonti di luce per tutti, israeliani e palestinesi. Entrambi, ebrei e cattolici, dobbiamo impegnarci in questo percorso di amicizia, solidarietà e cooperazione nella ricerca di modi per riparare un mondo distrutto, lavorando insieme in ogni parte del mondo, e soprattutto in Terra Santa, per recuperare la capacità di vedere nel volto di ogni persona l’immagine di Dio, nella quale siamo stati creati. Abbiamo ancora molto da fare insieme per garantire che il mondo che lasceremo a chi verrà dopo di noi sia migliore, ma sono certo che potremo continuare a collaborare insieme per questo scopo”.  

16:19 Papa: “Manifestazioni odio verso ebrei peccato contro Dio” 

“Il percorso che la Chiesa ha avviato con voi, l’antico popolo dell’Alleanza, rifiuta ogni forma di antigiudaismo e antisemitismo, condannando inequivocabilmente le manifestazioni di odio verso gli ebrei e l’ebraismo, come un peccato contro Dio“. Lo scrive Papa Francesco in una lettera “ai fratelli e alle sorelle ebrei di Israele”, inviata a Karma Ben Johanan, teologa del dialogo ebraico-cristiano, i cui contenuti sono stati pubblicati dall’Osservatore Romano. “Il mio cuore è vicino a voi – scrive il Pontefice – alla Terra Santa, a tutti i popoli che la abitano, israeliani e palestinesi, e prego perché prevalga su tutti il desiderio della pace. Voglio che sappiate che siete vicini al mio cuore e al cuore della Chiesa”. Papa Francesco rileva nella missiva come la guerra in corso abbia “prodotto nelle opinioni pubbliche mondiali atteggiamenti di divisione, che a volte sfociano in forme di antisemitismo e antigiudaismo”. Nella lettera Papa Francesco ricorda come anche la Terra Santa non sia esclusa “da quel travaglio che attanaglia il mondo” e che configura una vera “guerra mondiale a pezzi”, e che suscita nel mondo “apprensione e dolore”. Francesco scrive: “Sento il desiderio di assicurarvi la mia vicinanza e il mio affetto. Abbraccio ciascuno di voi, e in particolare coloro che sono consumati dall’angoscia, dal dolore, dalla paura e anche dalla rabbia”, e aggiunge: “Insieme a voi piangiamo i morti, i feriti, i traumatizzati, supplicando Dio Padre di intervenire e porre fine alla guerra e all’odio”. Il Papa avverte come in questi tempi di desolazione risulti difficile vedere “un orizzonte futuro in cui la luce sostituisca l’oscurità, in cui l’amicizia sostituisca l’odio. Tuttavia noi, come ebrei e cattolici, siamo testimoni proprio di un simile orizzonte”. E conclude auspicando: “Abbiamo ancora molto da fare insieme per garantire che il mondo che lasceremo a chi verrà dopo di noi sia migliore, ma sono certo che potremo continuare a collaborare insieme per questo scopo”.

16:06  Israele lancia giornali su Gaza, ‘Hamas uccide i vostri figli’

L’aeronautica israeliana ha lanciato alcune copie di un giornale chiamato ‘The reality’ sul centro della Striscia di Gaza nel quale esorta i residenti a “svegliarsi” perché Hamas “uccide i vostri figli”. Lo riportano i media israeliani. Nel giornale sono contenuti articoli sulle recenti sanzioni dell’Unione europea contro il leader di Hamas Yahya Sinwar, sull’aumento degli aiuti umanitari o che tentano di smontare quanto sostenuto dai miliziani. “Hanno bruciato i soldi della gente per tunnel e armi“, afferma il giornale. “Hanno distrutto tutto ciò che c’era di buono, vi hanno picchiato e torturato, hanno abbandonato le vostre famiglie per strada e si nascondono nei tunnel”, si legge. “Te ne stai zitto? Tutto questo è solo una goccia nell’oceano. Il tuo futuro è nelle tue mani”, prosegue il giornale.

15:25 Usa: distrutti 8 droni al largo Yemen e 4 a terra

Le forze statunitensi hanno distrutto ieri otto droni al largo dello Yemen e quattro a terra e pronti per essere lanciati. Lo riferisce su X il comando centrale americano (Centcom). Un drone è stato abbattuto dalla Uss Carney sul Golfo di Aden, mentre atri sette sono stati distrutti in seguito sul Mar Rosso. Le forze americane hanno anche condotto attacchi nelle aree dello Yemen controllate dai ribelli houthi distruggendo quattro droni che “rappresentavano una minaccia imminente per le navi mercantili e le navi della marina statunitense nella regione”. 

14:31 Mosca condanna raid Usa: “Vogliono infiammare conflitto”

“Attaccando di recente, quasi senza sosta, obiettivi di presunti gruppi filo-iraniani in Iraq e Siria, gli Stati Uniti stanno deliberatamente cercando di gettare nel conflitto i Paesi più grandi della regione” mediorientale. Lo ha detto la portavoce del ministero russo degli Esteri, Maria Zakharova, citata dalla Tass. “È ovvio che gli attacchi aerei sono specificamente progettati per infiammare ulteriormente il conflitto“, ha osservato Zakharova che ha condannato “fermamente il nuovo palese atto di aggressione americano-britannica contro Stati sovrani” e ha chiesto al Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite di occuparsi “con urgenza” della questione.

13:46 Hamas: “Raid Usa su Siria e Iraq sono benzina sul fuoco”

Gli ultimi raid americani su Iraq e Siria gettano “benzina sul fuoco” in Medioriente. Lo ha affermato Hamas, citata da The Times of Israel. Secondo il gruppo palestinese gli Stati Uniti hanno “la piena responsabilità delle ripercussioni di questo attacco aggressivo contro Iraq e Siria”. A chi “getta benzina sul fuoco – ha proseguito Hamas – assicuriamo che la regione non troverà stabilità né pace finché non cesseranno l’aggressione sionista, i crimini genocidi e la pulizia etnica del popolo palestinese nella Striscia di Gaza”.

12:37 Iraq convocherà incaricato d’affari Usa

Protestando contro l’aggressione americana che prende di mira i siti militari e civili iracheni, il ministero degli Esteri convocherà” l’incaricato d’affari americano a Baghdad, David Berker. Lo scrive su Facebook il ministero iracheno degli Esteri. A Berker, continua il dicastero, verrà consegnata “una nota ufficiale di protesta per gli attacchi americani di ieri sera sulle località civili e militari delle regioni di Akashat“.

11:26 Autorità Gaza: 27.238 palestinesi uccisi da inizio guerra

Continua a salire il bilancio delle vittime nella Striscia di Gaza a seguito degli attacchi israeliani. Dall’inizio della guerra sono stati uccisi 27.238 palestinesi secondo il locale ministero della Sanità, citato da Al Jazeera. I feriti totali sono, al momento, 66.452. Nell’ultimo giorno di combattimenti sono stati uccisi almeno 107 palestinesi e altri 165 sono rimasti feriti.

11:26 Iran: ferma condanna per attacchi Usa in Siria e Iraq

Il ministero iraniano degli Esteri ha “condannato fermamente” gli attacchi lanciati dalle forze americane su diverse aree della Siria e dell’Iraq. Lo riporta Al Jazeera. Il portavoce del ministero iraniano, Nasser Kanaani, ha affermato che “gli attacchi americani sono un’avventura e un errore strategico e porteranno solo a una maggiore escalation e instabilità nella regione” del Medioriente. 

09:44 Damasco: “Stop occupazione Usa in territorio siriano”

“L’occupazione di parti della Siria da parte delle forze statunitensi non può continuare“. Lo scrivono le forze siriane in un comunicato successivo ai raid condotti dagli Stati Uniti nel Paese. “Le forze di occupazione statunitensi hanno lanciato sabato una palese aggressione aerea su un certo numero di siti e città nella regione orientale della Siria, vicino ai confini iracheni, provocando diverse vittime tra i civili e i militari, ferendo altri e causando ingenti danni a proprietà private e pubbliche”, si legge nella nota citata dall’agenzia siriana Sana. Secondo Damasco la regione presa di mira nell’attacco americano “è la stessa dove l’esercito siriano combatte i resti dell’organizzazione terroristica Isis, e ciò conferma come gli Stati Uniti siano coinvolti e alleati di questa organizzazione”. L’aggressione americana “di oggi non ha alcuna giustificazione, ma è un tentativo di indebolire la capacità dell’esercito siriano di combattere il terrorismo“, aggiungono le forze armate. 

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