Consiglio europeo a Bruxelles, al centro l’Ucraina: trovato accordo tra i 27

Il premier ungherese Orban aveva bloccato il voto per i fondi a Zelesnky. Sul tavolo l'opzione dell'articolo 7 del Trattato per sospendere l'Ungheria dal Consiglio

IN AGGIORNAMENTO – La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è arrivata intorno alle 9 al Consiglio europeo straordinario a Bruxelles. Al suo arrivo non ha rilasciato dichiarazioni. “Abbiamo un accordo. Tutti i 27 leader hanno concordato un pacchetto di sostegno aggiuntivo 50 miliardi di euro per l’Ucraina all’interno del bilancio dell’Ue. Ciò garantisce finanziamenti costanti, a lungo termine e prevedibili per l’Ucraina.L’Ue sta assumendo la leadership e la responsabilità nel sostenere l’Ucraina; sappiamo qual è la posta in gioco”. Lo riferisce il presidente del Consiglio europeo, Charles Michel, su X. Il Consiglio europeo straordinario era iniziato una manciata di minuti prima, con quasi un’ora e mezza di ritardo rispetto al previsto. Prima dell’incontro ci sono stati degli incontri con Orban per cercare di trovare un’intesa. In agenda, oltre alla revisione del bilancio pluriennale, ci sono l’assistenza militare all’Ucraina e il Medioriente. 

Soddisfazione di Palazzo Chigi

Secondo quanto si apprende, da Palazzo Chigi filtra grande soddisfazione per l’accordo raggiunto poco fa dal Consiglio europeo straordinario, con un voto unanime inaspettato fino a poche ore prima. Il governo italiano – sottolineano fonti della Presidenza del Consiglio – ha avuto un ruolo di primo piano e Giorgia Meloni è stata protagonista in prima persona delle mediazioni che hanno consentito di arrivare alla soluzione che ha messo d’accordo tutti. La presidente del Consiglio ha avviato la sua opera diplomatica già mesi fa, con colloqui e incontri che hanno coinvolto anche i ministri e gli sherpa, e l’ha intensificata a partire dal Consiglio europeo di dicembre, con un impegno che ha avuto il suo picco nell’ultima settimana. Da martedì a oggi Meloni ha avuto tre colloqui con il primo ministro ungherese Viktor Orban sul Quadro finanziario pluriennale 2021-2027 dell’Unione europea, comprensivo del piano di aiuti finanziari da 50 miliardi di euro per l’Ucraina. Dopo la telefonata di martedì e l’incontro di ieri sera in albergo, al quale ha fatto seguito un lungo lavoro notturno delle delegazioni, Meloni e Orban si sono visti di nuovo questa mattina, prima dell’inizio del Consiglio europeo straordinario. Un ulteriore incontro importante in vista dell’ok definitivo di Orban all’accordo. 

Schlein: “Ue protagonista quando unita”

Soddisfazione anche dal lato delle opposizioni, con la segretaria del Pd, Elly Schlein, che afferma: “È un bene che si sia finalmente superato l’inaccettabile veto di Orban e si sia approvata la revisione del quadro finanziario pluriennale europeo, compreso il pacchetto di sostegno economico all’Ucraina. Oggi l’Europa dimostra, quando riesce a essere unita, di poter avere un ruolo da protagonista, mettendo in campo i suoi valori fondativi in un mondo attraversato da conflitti e tensioni”.

Orban: “Missione compiuta, controllo sui fondi”

Missione compiuta. I fondi dell’Ungheria non finiranno in Ucraina e disponiamo di un meccanismo di controllo alla fine del primo e del secondo anno. La nostra posizione sulla guerra in Ucraina rimane invariata: abbiamo bisogno di un cessate il fuoco e di colloqui di pace”. Lo scrive su X il premier ungherese, Viktor Orban.

Tajani: “Non mi piace modo di fare di Orban”

“Il suo modo di fare a me non convince affatto e non mi piace“. Lo ha detto il vicepresidente del Consiglio e ministro degli Esteri Antonio Tajani ospite di ‘ReStart’ su Rai3, riferendosi al premier ungherese Viktor Orban e al suo ostruzionismo sugli aiuti all’Ucraina. “Orban utilizza il suo potere per ottenere i fondi del Pnrr che non gli sono stati dati tutti”, ha aggiunto Tajani, “ma se fosse più disponibile forse otterrebbe anche di più”.

Tusk: “Fermare gioco di Orban”

“Non riesco a capire, non posso accettare questo gioco così strano e molto interessante” del potere di veto dell’Ungheria. Sul bilancio Ue e i fondi a Kiev “penso che non ci sia un ‘piano B’. Spetta a Orban decidere se vuole far parte della nostra comunità o no. E’ chiaro: è bianco o nero. La mia intuizione è che troveremo qualche forte argomento per convincere Orban”. Lo ha detto il premier polacco, Donald Tusk, al suo arrivo al Consiglio europeo. “Orban dovrebbe essere consapevole che sarà responsabile del peggiore scenario a causa del suo gioco”, ha aggiunto. 

Nuovo incontro Meloni-Scholz-Macron-Orban e vertici Ue

Prima del Consiglio europeo si è svolto un incontro ristretto tra la premier Giorgia Meloni, i vertici Ue, Ursula von der Leyen e Charles Michel, il presidente francese Emmanuel Macron, il cancelliere tedesco Olaf Scholz, e il premier ungherese Viktor Orban. L’obiettivo è provare a convicnere il leader magiaro a togliere il suo veto sul bilancio Ue. All’incontro era presente anche la segretaria generale del Consiglio, Thèrèse Blanchet. A dare notizia il presidente del Consiglio europeo, Michel, che ha postato una foto dell’incontro su X.

Proteste trattori

Circa un migliaio di trattori stanno bloccando le strade di Bruxelles. La capitale belga si è svegliata questa mattina con gli ingorghi creati dagli agricoltori in protesta contro le politiche dell’Ue. Lo riporta il quotidiano belga Le Soir. Le autorità consigliano ai cittadini di privilegiare il trasporto pubblico o i mezzi alternativi all’auto. In Place du Luxembourg, dove si riuniranno in mattinata i manifestanti provenienti da tutta Europa, i manifestanti hanno dato fuoco a copertoni e altro materiale, provocando dei piccoli roghi. Una statua davanti all’Europarlamento è stata abbattuta.

Scholz: “Impegno per accordo a 27 su aiuti a Kiev”

“Il mio impegno è per un accordo a 27” per quanto riguarda gli aiuti all’Ucraina. Lo ha detto il cancelliere tedesco, Olaf Scholz, al suo arrivo al suo arrivo al Consiglio europeo a Bruxelles. Scholz ha sottolineato la necessità che di “fare tutti di più” per il sostegno a Kiev, anche a livello di forniture militari. Anche Roberta Metsola ha detto che è necessario un accordo a 27 sull’Ucraina.

Cosa c’è sul tavolo del Consiglio

Ieri sera, ancora, non c’era l’ombra di accordo sul bilancio Ue e i fondi per Kiev. Il premier ungherese, Viktor Orban, tiene ancora il punto: rispetto al vertice di dicembre che ha mandato all’aria, ora è disposto a dare aiuti a Kiev ma questi devono essere confermati ogni anno all’unanimità. Chiede poi di poter partecipare alle spese del nuovo bilancio solo quando cominceranno a beneficiare anche loro dei fondi del Recovery Fund e che l’intero dispositivo per la ripresa e resilienza sia prorogato oltre al 2026. Se gli altri Stati membri hanno accordato di voler concedere una verifica annuale sui 50 miliardi destinati all’Ucraina, nessuno è disposto però a concedere un veto annuale che possa mettere in pericolo la sopravvivenza di Kiev e riaprire il gioco delle tre carte ogni anno.

“Questa revisione – spiega una fonte diplomatica Ue – dovrebbe riguardare l’attuazione, non i principi. Non è possibile che la revisione annuale venga concessa all’unanimità: è una linea rossa chiara menzionata da quasi tutte le delegazioni”. L’alternativa è passare al piano B, ovvero a una soluzione a 26. Ma un tale rimedio creerebbe una frattura nella reputazione Ue, sarebbe più complicato e comporterebbe costi più alti, visto che l’Assistenza macrofinanziaria, come fatto in passato, prevede solo prestiti e non sovvenzioni, e i prestiti vengono conteggiati nei bilanci degli Stati come debito. Un’opzione non proprio auspicata visto anche il ritorno delle regole di governance economica con il nuovo Patto di Stabilità.

Sullo sfondo rimane ancora l’opzione dell’articolo 7 del Trattato, con cui si sospenderebbe l’Ungheria dal Consiglio europeo, privandola del diritto di voto. La procedura è aperta dal 2018 e si è arenata non solo per la contrarietà della Polonia ma anche di altri Stati. E domani non sarà sul tavolo, visto che il tema è il bilancio e non i diritti fondamentali o lo Stato di diritto, osserva una fonte. Le trattative tra i leader proseguono da giorni, Macron ha visto più volte Orban. L’Italia ha un dialogo aperto ma la premier Giorgia Meloni non vuole esporsi a nuove sconfitte, visti i tentativi andati a male negli scorsi vertici. Insomma, “c’è grossa irritazione” tra i leader nei confronti del collega ungherese ma “nessuno ha la bacchetta magica” per sbloccare la situazione.

Cosa accadrà a Bruxelles e nell’Ue

Sullo sfondo la partita delle Europee e delle nomine ai vertici Ue subito dopo. Aceh perché prima dell’appuntamento elettorale i leader si vedranno solo al vertice del 21-22 marzo e all’informale di metà aprile. La partita avrò dei riflessi anche nel centrodestra italiano: dove il vicepremier e ministro Matteo Salvini punta a superare la maggioranza Ursula e a formare un centrodestra con tutti dentro, dai popolari agli estremisti tedeschi di Afd. Stando ai sondaggi, il suo gruppo Id “oggi è il terzo al Parlamento europeo e il leader della Lega da Bruxelles svela che potrà crescere ancora con l’arrivo di nuove delegazioni. “Lo saprete quando gli accordi saranno fatti. Però stiamo crescendo tanto e conto che saremo determinanti”, ha affermato ai cronisti. L’attacco è sempre alla Commissione von der Leyen, accusata dalla Lega di aver distrutto i lavoratori con le sue politiche green. Salvini dice che “personalmente” non voterebbe mai per un bis della leader tedesca, mettendosi di trasverso nel disegno di un sostegno della folta pattuglia di Fratelli d’Italia prevista nella futura Eurocamera a un secondo mandato di von der Leyen. C’è poi l’incognita Orban, ancora una volta. Il suo partito Fidesz, espulso a suo tempo dal Ppe, è in cerca di casa e potrebbe approdare nel gruppo di Ecr, presieduto da Meloni. Da parte della principale componente nella compagine dei conservatori come il Pis polacco nessun ostacolo. “È prerogativa del governo ungherese, in particolare di Viktor Orban” candidare il suo partito ad entrare nel gruppo Ecr ed “è nostra prerogativa accettare un nuovo membro – ha detto l’ex premier polacco del Pis, Mateusz Morawiecki -. Non sono sicuro che ci saranno cambiamenti prima delle elezioni. Personalmente, dopo le elezioni, sono aperto all’adesione di Fidesz al nostro gruppo Ecr e questo sarà oggetto di discussione”.