La premier al summit in Egitto: "Serve soluzione a due Stati, rilasciare immediatamente ostaggi"

“Su tutto, noi dobbiamo fare l’impossibile per evitare una escalation di questa crisi, per evitare di perdere il controllo di quello che può accadere perché le conseguenze sarebbero inimmaginabili. E il modo più serio per ottenere questo obiettivo è la ripresa di una iniziativa politica per una soluzione strutturale della crisi sulla base della prospettiva dei due popoli, due Stati. Una soluzione che deve essere concreta e a mio avviso deve avere una tempistica definita”. Così la premier, Giorgia Meloni, intervenendo al Vertice internazionale per la pace in Medioriente al Cairo. “Il popolo palestinese deve avere il diritto a essere una nazione che si governa da sé, in libertà – ha aggiunto – accanto una Stato di Israele a cui deve essere pienamente riconosciuto il diritto all’esistenza e alla sicurezza. Su questo l’Italia è pronta a fare assolutamente tutto ciò che è necessario”. 

Meloni atterrata a Tel Aviv

La presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, è giunta all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, accolta dall’ambasciatore d’Italia in Israele, Sergio Barbanti. Nell’agenda della premier ci sono gli incontri col primo ministro Benjamin Netanyahu e col presidente israeliano Isaac Herzog

Dopo Cairo Meloni a Tel Aviv, vedrà Netanyahu e Herzog

Al termine del vertice della Pace del Cairo la presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, si recherà a Tel Aviv dove incontrerà il primo ministro Benjamin Netanyahu e il presidente israeliano Isaac Herzog. “A Netanyahu farò questo ragionamento – ha spiegato la premier in un punto stampa a margine dei lavori del summit per la pace in Medioriente in corso al Cairo -. Noi difendiamo il diritto di Israele a esistere, il diritto a difendersi, anche a garantire la sicurezza dei suoi cittadini di fronte a scene che abbiamo visto di totale disumanizzazione del popolo ebraico. In quelle immagini c’era un antisemitismo che viene molto prima della questione israelo-palestinese. Credo che il modo migliore anche per difendere il diritto di Israele sia non consentire l’isolamento di Israele dalle nazioni che hanno lavorato per un processo di normalizzazione. Quindi il più possibile impedire che il conflitto si propaghi, perché questo secondo me è il disegno che hanno alcuni che hanno mosso il primo attacco di Hamas”. 

Meloni: “Con Abbas parlato di soluzione due Stati”

Con il presidente dell’Autorità nazionale palestinese Mahmoud Abbas “ci siamo detti più o meno quello che diciamo anche fuori, e cioè che bisogna lavorare il più possibile per una de-escalation, continuare a lavorare su una soluzione a lungo termine che però può essere solamente la soluzione dei due Stati. C’è un lavoro pregresso che è stato fatto e che va ripreso, e secondo me va costruito anche con una tempistica decisa”. Così la premier, Giorgia Meloni, in un punto stampa a margine dei lavori del summit per la pace in Medioriente in corso al Cairo. “Chiaramente – ha aggiunto – ci vuole un grande impegno della comunità internazionale, non facile se prima non si riesce a dare risposte che, secondo me, possono partire da una parte dal tema degli aiuti umanitari per la Striscia, cui l’Italia e l’Ue lavorano, dall’altra parte un lavoro importante va fatto sul fronte degli ostaggi, che sarebbe un altro segnale significativo. È un lavoro molto delicato che credo sia molto importante continuare a fare, soprattutto sul dialogo tra i Paesi occidentali e i Paesi arabi”.

Meloni a Abbas: “Sostegno a Anp, non è Hamas”

“A margine del Vertice del Cairo per la Pace, il presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, ha avuto un lungo e cordiale incontro bilaterale con il presidente dell’Anp, Mahmud Abbas. Nel corso del colloquio – spiega una nota di palazzo Chigi – è stato confermato il sostegno dell’Italia alla legittima Autorità rappresentativa del popolo palestinese, il quale certamente non si identifica con Hamas. Ribadito inoltre il sostegno alla prospettiva dei due Stati”.

Meloni: “Apertura valico Rafah passo concreto, no a scontro civiltà”

“L’apertura del valico di Rafah è un risultato concreto, è stato possibile forse anche perché qui c’era una conferenza. Procediamo per piccoli passi ma non dobbiamo smettere di dialogare”. Così la premier Giorgia Meloni, intervenuta in un punto stampa a margine dei lavori del summit per la pace in Medioriente in corso al Cairo. “Tutto quello che si può fare per cercare impedire un’escalation in questa fase è buono è giusto, ma la cosa principale è capire che siamo tutti sulla stessa barca”. “La mia idea di quello che è accaduto, per le modalità con cui Hamas ha attaccato Israele, è che la causa palestinese non c’entri nulla, si sta perseguendo una jihad islamica, il tentativo di impedire un processo di normalizzazione nel Medioriente, quindi il bersaglio non era solo Israele, ma anche i Paesi arabi che cercano da tempo accordi per normalizzare i rapporti con Israele. È una strategia di lungo periodo, che per cancellare Israele vuole renderla una terra inospitale. Gli accordi che normalizzano i rapporti in quel territorio sono totalmente controproducenti per questa strategia, e per questo andavano fermati”, ha aggiunto Meloni. “C’è dall’inizio un tentativo di divisione, di creare la guerra di religione, lo scontro di civiltà. Non lo deve diventare perché non lo è, e credo sia fondamentale continuare a portare avanti questa strategia di dialogo con i Paesi arabi, con il Paesi del Golfo, è la cosa più preziosa che abbiamo. La presenza anche a livello di leader per l’Italia è importante, io ho fatto questa scelta volutamente e secondo me i leader devono esserci in questi momenti”, ha poi affermato la premier.

Meloni: “Chiediamo immediato rilascio di tutti gli ostaggi”

“Siamo molto preoccupati per la sorte degli ostaggi nelle mani di Hamas. Tra questi ci sono anche degli italiani. Noi chiediamo l’immediato rilascio degli ostaggi, chiaramente a partire da donne, bambini, anziani”, ha aggiunto Meloni. “La nostra priorità immediata resta l’accesso umanitario che è indispensabile per evitare ulteriori sofferenze della popolazione civile, ma anche esodi di massa che contribuirebbero a destabilizzare questa regione. È qualcosa di cui non abbiamo bisogno”, ha aggiunto la premier. “Considero molto importante la decisione della Commissione europea di triplicare gli aiuti umanitari a Gaza portandoli a oltre 75 milioni di euro. L’aumento di risorse chiaramente deve essere accompagnato a un rigidissimo controllo su chi le utilizza”, ha aggiunto.

Meloni: “Efferatezza Hamas da condannare senza ambiguità”

L’attacco di Hamas è stato condotto “con una efferatezza senza precedenti che lascia inorriditi e che dal nostro punto di vista è giusto condannare senza ambiguità”. Lo ha detto la premier, Giorgia Meloni, intervenendo al Vertice internazionale per la pace in Medioriente al Cairo. “Per l’Italia – ha sottolineato – era doveroso partecipare a questa conferenza, per il ruolo che l’Italia svolge come ponte di dialogo tra Europa, Mediterraneo, Medio Oriente, e lo era per le possibilità che questo vertice prospetta, nonostante le posizioni di partenza possano sembrare distanti. Perché se anche i nostri punti di vista non fossero perfettamente sovrapponilbili, perfettamente sovrapponibile è il nostro interesse, l’interesse comune è che quello che sta succedendo a Gaza non si trasformi in un conflitto più ampio, non si trasformi in una guerra di religione, in uno scontro di civiltà, rendendo vani gli sforzi fatti coraggiosamente in questi anni”.

Meloni: “Nessuna causa giustifica bambini decapitati, ma no a vendetta”

“Nessuna causa giustifica il terrorismo, giustifica azioni scientemente studiate per colpire civili inermi. Nessuna causa giustifica donne massacrate e neonati decapitati, volutamente ripresi con telecamere”, ha affermato Meloni.“Di fronte ad azioni di questo tipo uno Stato è pienamente legittimato a rivendicare il suo diritto all’esistenza, alla difesa, alla sicurezza dei propri diritti e confini”, aggiunge Meloni spiegando che “la reazione di uno Stato non può e non deve mai essere motivata da sentimenti di vendetta. Uno Stato fonda la sua reazione su precise ragioni di sicurezza, commisurando la sua forza e tutelando la popolazione civile. Questo è il confine entro la quale una reazione di uno stato di fronte al terrorismo deve rimanere, e io sono fiduciosa che sia anche la volontà dello Stato di Israele”. 

 

 

 

 

 

 

 

 

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