Polonia, gli occhi dell’Ue sul voto: sfida cruciale fra Morawiecki e Tusk

Polonia, gli occhi dell’Ue sul voto: sfida cruciale fra Morawiecki e Tusk
Poland’s main opposition leader Donald Tusk speaks to supporters during an election rally in Pruszkow, Poland, Friday, Oct. 13, 2023. Voters in Poland are heading into a divisive election Sunday, Oct. 15, 2023, that will chart the way forward for the European Union’s fifth largest country by population size and its sixth biggest economy. Centrist coalition dominated by the Civic Platform party led by Donald Tusk, 66, a former Polish prime minister and former EU president, is the main opposition party. (AP Photo/Petr David Josek)

I sondaggi vedono in testa il Pis con almeno 6-7 punti di vantaggio

Le elezioni di domenica 15 ottobre saranno uno spartiacque per la Polonia, e il loro esito non è affatto scontato. Una tornata alla quale guarda con grande interesse anche l’Europa. L’esito delle urne di Varsavia avrà infatti un riverbero importante a Bruxelles, specie sul tema della migrazione. Si sfidano il premier uscente Mateusz Morawiecki, esponente del Pis (Diritto e Giustizia) alla guida del Paese dal dicembre 2017, e il leader dell’opposizione Donald Tusk, ex primo ministro fra il 2007 e il 2014 e già presidente del Consiglio europeo, a capo di Piattaforma civica.

I sondaggi vedono in testa il Pis

Secondo i sondaggi il Pis sarebbe in testa con il 35-37% delle preferenze, ma in calo rispetto all’ultima tornata elettorale, nella quale superò la barriera del 43% ottenendo la maggioranza assoluta grazie al premio di maggioranza per chi supera la soglia del 40%. Il partito di Tusk inseguirebbe a 6-7 punti di distanza, ma sarebbe in rimonta. Se queste previsioni fossero confermate, Morawiecki dovrebbe chiedere l’appoggio al partito di estrema destra e anti-Ue Konfederacja per tentare di formare un esecutivo. Tusk, dal canto suo, potrebbe puntare a una coalizione larga con i centristi dell’Alleanza della terza via e, qualora fosse necessario, eventualmente anche la Sinistra. Konfederacja, Alleanza della terza via e Sinistra mirano tutte a raggiungere il 10% dei consensi per avere più voce in capitolo possibile. Resta ancora alta la percentuale degli indecisi, stimata sopra il 30%, questo potrebbe rimescolare le carte in tavola in un senso o nell’altro.

Due visioni opposte su come guidare il Paese

In campo – come confermato dagli stessi leader – due visioni opposte rispetto alla guida del Paese. Morawiecki, alleato a livello europeo della premier Giorgia Meloni all’interno di Ecr, il partito dei Conservatori e Riformisti europei, porta avanti una linea dura sui migranti ed è contrario a una riforma del patto europeo che preveda la redistribuzione fra i Paesi dell’Unione. Ultimamente il primo ministro ha tirato il freno a mano anche per quanto concerne la guerra fra Russia e Ucraina. Dopo essere stato uno fra i più fedeli alleati di Kiev in funzione anti-russa, Morawiecki ha imposto il divieto di importazione del grano ucraino, una mossa per cercare di capitalizzare il voto degli agricoltori, e ha annunciato che la Polonia non fornirà più nuove armi all’Ucraina. Tusk, storico esponente del Partito popolare europeo, di cui è stato anche presidente, ha invece organizzato la ‘Marcia di un milione di cuori” a Varsavia, nella quale centinaia di migliaia di bandiere polacche si sono mischiate a quelle dell’Unione europa. “Il gigante si è svegliato, vinceremo le elezioni”, ha assicurato Tusk ai suoi sostenitori, promettendo una Polonia “dialogante con l’Europa e il mondo, tollerante e rispettosa dello stato di diritto”. “Vogliono creare una nuova Lampedusa”, la dura risposta di Morawiecki, che ha invitato gli elettori a scegliere fra “la visione polacca di Jaroslaw Kaczynski”, il 74enne presidente del Pis e ‘padre’ della destra polacca, e “la visione tedesca di Donald Tusk”. Dopo la vittoria a inizio ottobre in Slovacchia del ‘social-populista’ Robert Fico, gli occhi dell’Europa sono ora puntati tutti su Varsavia.

© Riproduzione Riservata