Il portavoce della Commissione europea per gli Affari esteri, Peter Stano: "Su missione navale decidono Stati membri all'unanimità"
“Nelle ultime fasi dell’operazione Sophia questa operazione non è stata in grado di svolgere pienamente il suo mandato perché mancavano mezzi navali, il che significa che non c’erano navi per questa operazione. Perché gli Stati membri non sono stati in grado di fornire queste navi, il motivo dovrebbe essere chiesto agli Stati membri stessi, ma alla luce di tale situazione e naturalmente c’erano disaccordi sullo sbarco e sulla sistemazione delle persone soccorse in alto mare”. Lo ha detto il portavoce della Commissione europea per gli Affari esteri, Peter Stano, nel briefing quotidiano con la stampa, rispondendo a una domanda sulla proposta dell’Italia di lanciare una nuova missione navale come Sophia. “Pertanto, alla luce di queste circostanze, gli Stati membri hanno deciso di non prolungare il mandato dell’Operazione Sophia già cessato nel marzo 2020 e hanno deciso all’unanimità di interrompere questa missione”, ha aggiunto.
Ue: “Su missione navale decidono Stati membri all’unanimità”
“In linea di principio le nostre missioni sono strumento della politica di sicurezza e difesa comune dell’Unione europea e come tali vengono concordate e decise dagli Stati membri” aggiunge il portavoce della Commissione europea per gli Affari esteri, Peter Stano, nel briefing quotidiano con la stampa, rispondendo a una domanda sulla richiesta dell’Italia di lanciare una nuova missione navale come Sophia. “Quindi alla fine è nelle mani degli Stati membri decidere di lanciare una missione, di eliminare gradualmente una missione, di adattare una missione, di definire o ridefinire il mandato della missione – ha spiegato -. Si tratta di una decisione nelle mani degli Stati membri e presa all’unanimità. Quindi non sta a noi commentare le idee nazionali di questi dibattiti. Per noi è importante che i membri lo decidano insieme e in un’atmosfera di riservatezza e consenso, il che significa che ogni decisione viene presa all’unanimità da 27 Stati membri“.
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