Il capo del Cremlino, lunedì sera, ha parlato alla Nazione per commentare la rivolta del gruppo Wagner, guidata da Prigozhin
Dopo il tentativo di ‘marcia su Mosca’ di sabato del capo della compagnia Wagner, il presidente russo Vladimir Putin è tornato a parlare alla Nazione. Un discorso in serata annunciato con poco anticipo dal Cremlino di oltre 5 minuti, che fa da contraltare al messaggio audio di 11 minuti di Yevgeny Prigozhin, sparito dai radar dopo aver annunciato lo stop alla ribellione.
La difesa di Prigozhin: “Non volevamo rovesciare la leadership russa”
Se il fondatore della Wagner ha ribadito che il suo “non era un tentativo di rovesciare la leadership russa”, Putin è tornato a parlare di tradimento. “Ogni tentativo di creare disordini interni è destinato al fallimento”, ha rimarcato, aggiungendo che gli “atti criminali” sono stati soppressi, grazie a coloro che sono rimasti “fedeli al loro dovere”. Era “il fratricidio che volevano i nemici della Russia: sia i neonazisti a Kiev, sia i loro protettori occidentali, e ogni sorta di traditori nazionali. Volevano che i soldati russi si uccidessero a vicenda, uccidessero militari e civili, in modo che alla fine la Russia perdesse e la nostra società si dividesse, soffocando in una sanguinosa guerra civile. Si sono fregati le mani, sognando di vendicarsi dei loro fallimenti al fronte e durante la cosiddetta controffensiva, ma hanno sbagliato i calcoli”, ha detto ancora il capo del Cremlino.
Putin: “Nel gruppo Wagner ci sono anche patrioti russi”
Putin, che pure ha continuato a non citare mai esplicitamente Prigozhin, ha riconosciuto che “la stragrande maggioranza dei combattenti e dei comandanti del gruppo Wagner sono anche patrioti russi, devoti al loro popolo e al loro stato. Lo hanno dimostrato con il loro coraggio sul campo di battaglia, liberando il Donbass. Hanno cercato di usarli nell’oscurità contro i loro fratelli d’armi, con i quali hanno combattuto insieme per il bene del Paese e del suo futuro”. Lo zar rivendica quindi che: “Su mie dirette istruzioni, sono state prese misure per evitare molti spargimenti di sangue” e per dare il tempo “a coloro che hanno commesso un errore” di ripensarci.
Putin: “Wagner nell’esercito o a Minsk”
Il leader del Cremlino ha quindi ringraziato quei soldati e comandanti del gruppo Wagner “che hanno preso l’unica decisione giusta: non sono andati allo spargimento di sangue fratricida, si sono fermati all’ultimo”. Potranno andare in Bielorussia, grazie alla mediazione del presidente Lukashenko, e potranno continuare a servire la Russia stipulando un contratto con il ministero della Difesa o altre forze dell’ordine, o tornare dalle famiglie. “La promessa che ho fatto sarà mantenuta”, ha ribadito Putin, dopo l’accordo reso noto sabato sera dal Cremlino per un’amnistia.
“Ma ripeto, è stato lo spirito patriottico dei cittadini, il consolidamento dell’intera società russa a svolgere un ruolo decisivo in questi giorni. Questo sostegno ci ha permesso di superare insieme le prove più difficili per la nostra patria”. Questa la chiusa dello zar, per cercare di restituire, dentro e fuori ai confini nazionali, un’immagine di compattezza sempre più lontana.
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