Il tycoon ha lasciato il tribunale federale di Miami dopo meno di un'ora

Donald Trump  ha lasciato il tribunale federale di Miami, dopo essersi dichiarato non colpevole di tutti i 37 capi di imputazione per la vicenda dei documenti top secret custoditi a Mar-a-Lago. Il corteo di auto dell’ex presidente è stato salutato dagli applausi dei suoi fan, presenti fuori dal tribunale. Trump ha salutato i suoi sostenitori mostrando i pollici in segno di ‘tutto bene’.

 

 

Trump sotto arresto, vietati cellulari e pc in aula

Donald Trump è stato formalmente in stato di arresto insieme al suo assistente Walt Nauta, coimputato nel procedimento federale per la vicenda dei documenti di Mar-a-Lago appena giunto in tribunale. Per l’occasione, le autorità hanno vietato in aula la presenza di telefoni cellulari e computer. 

 

Trump attacca procuratore Smith: “È un delinquente”

A poche ore dall’arresto, il tycoon è poi tornato ad attaccare il dipartimento di Giustizia e il procuratore speciale Jack Smith. Sul suo social media Truth, l’ex presidente definisce Smith “il delinquente” che è “un pazzo e uno che odia Trump, così come tutti i suoi amici e la sua famiglia”. Il dipartimento di Giustizia viene invece bollato come “dipartimento corrotto dell’ingiustizia” e accusato di avere “probabilmente ‘inserito’ informazioni negli ‘scatoloni’ che gli erano stati consegnati”.

‘No comment’ di Biden su arresto Trump

Ennesimo “no comment” di Joe Biden sulla vicenda giudiziaria di Donald Trump. Durante un evento alla Casa Bianca, alla richiesta di un commento da parte di un giornalista, il presidente Usa ha risposto seccamente “no”. 

Giudice autorizza nuova causa diffamazione scritrrice Carroll contro Trump 

Un giudice federale ha accettato la richiesta della giornalista e scrittrice E. Jean Carroll di chiedere altri 10 milioni di dollari di danni a Donald Trump per dichiarazioni diffamatorie nei suoi confronti. Carroll aveva già ottenuto una sentenza favorevole dal tribunale di Manhattan, con un risarcimento di 5 milioni di dollari, per gli abusi sessuali subiti da parte dell’ex presidente nel 1996. Dopo la sentenza, Trump ha fatto altre dichiarazioni ritenute diffamatorie dalla scrittrice. La decisione del giudice Lewis A. Kaplan rilancia la causa per diffamazione intentata dalla Carroll dopo gli appelli presentati dai legali di Trump che hanno sostenuto che la scrittrice dovrebbe chiedere il risarcimento al governo degli Stati Uniti, poiché il tycoon pronunciò le frasi diffamatorie mentre era presidente e quindi non può essere ritenuto personalmente responsabile. 

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