La Russia denuncia: "Attentato terroristico alla vita di Putin". Quest'ultimo, però, è rimasto illeso: non si trovava nel palazzo
Un velivolo bianco che si avvicina alla cupola del Cremlino e un’esplosione che squarcia il cielo nel pieno della notte di Mosca. Un presunto ‘attacco al centro del potere’, che scrive un’altra pagina indelebile della guerra fra Russia e Ucraina. La notizia giunge nel pomeriggio, quando l’ufficio stampa del palazzo presidenziale russo fa sapere che “due droni hanno tentato nella notte un attacco al Cremlino” e “in seguito a un’azione tempestiva intrapresa dai militari e dai servizi speciali che utilizzano sistemi di guerra radar sono stati intercettati”. Mosca accusa da subito Kiev, parlando di “un atto terroristico pianificato e un attentato alla vita del presidente della Federazione russa alla vigilia del Giorno della vittoria”. Vladimir Putin, viene precisato immediatamente, “è illeso”. Il presidente russo non si trovava al Cremlino, ma “nella residenza di Novo-Ogaryovo, vicino a Mosca”, e il suo programma di lavoro “non è cambiato”. Lo stesso vale per la tradizionale parata sulla Piazza Rossa per il Giorno della vittoria, in cui si celebra la sconfitta della Germania nazista, in programma il prossimo 9 maggio. “Avrà luogo come previsto”, spiega il portavoce presidenziale Dmitry Peskov. Contestualmente il sindaco di Mosca, Sergei Sobyanin, vieta l’utilizzo di droni sul cielo della capitale, per non “complicare” il lavoro delle forze dell’ordine.
La Russia annuncia poi una dura rappresaglia, riservandosi di rispondere al “tentativo di attacco” al Cremlino “dove e quando vorremo”. Per il vicepresidente del Consiglio di sicurezza russo, Dmitri Medvedev, “dopo l’attacco terroristico di oggi non rimangono altre opzioni se non la rimozione fisica di Zelensky e della sua cricca“. Il presidente della Duma, Viacheslav Volodin, paragona il “regime nazista” di Kiev ai terroristi di Al-Qaeda, evocandone anch’egli la “distruzione”. Nel frattempo il relitto di un altro drone viene trovato a 100 chilometri da Mosca.
Kiev, dal canto suo, respinge le accuse e nega di avere responsabilità in merito all’accaduto. “Non attacchiamo Putin o Mosca. Combattiamo sul nostro territorio. Difendiamo i nostri villaggi e le nostre città”, dichiara a chiare lettere il presidente ucraino, Volodymyr Zelensky. Il leader di Kiev parla da Helsinki, dove si è recato a sorpresa per colloqui con i leader dei Paesi nordici, Finlandia, Svezia, Norvegia, Danimarca e Islanda. Per Mikhaylo Podolyak, suo influente consigliere, l’azione sul Cremlino sarebbe opera di “partigiani russi”, a dimostrazione che “la perdita del controllo del potere sul Paese da parte del clan di Putin è evidente”.
Anche sul territorio ucraino la situazione resta bollente. Kiev denuncia la morte di almeno 21 persone e il ferimento di un’altra ventina in molteplici raid russi sulla regione di Kherson, dove dal 5 maggio entrerà in vigore il coprifuoco totale. Il fondatore del gruppo Wagner, Yevgeny Prigozhin, spiega invece che la controffensiva Ucraina è “già iniziata”, con Kiev che è diventata “più attiva” sia “all’interno del nostro fronte”, sia “al di fuori dei confini storici dell’Ucraina“.
Sullo sfondo resta la trattativa per il prolungamento dell’export del grano ucraino, in scadenza il prossimo 18 maggio. La Turchia annuncia un incontro per venerdì a Istanbul, ma Mosca non conferma. La Russia dice di essere “interessata” a prolungare l’accordo, però precisa che “non farà nulla di contrario ai suoi interessi” e che le aspettative sono “molto modeste”. La Turchia proverà a ottenere un risultato positivo ma, ammette il ministro degli Esteri, Mevlut Cavusoglu, “non ci sono garanzie” a riguardo. Sembra sempre più lontana anche una prospettiva negoziale, per quanto il Vaticano, con il Segretario di Stato, cardinale Pietro Parolin, ribadisca che “ci sarà una missione” di pace, di cui Mosca e Kiev “sono a conoscenza”.
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