Il testo sulla direttiva per l'efficientamento energetico degli edifici è la base per i negoziati con il Consiglio Ue

Il testo sulla direttiva per l’efficientamento energetico degli edifici (il cosiddetto provvedimento sulle ‘case green’), approvato oggi dal Parlamento europeo come base per i negoziati con il Consiglio Ue, ha visto in linea generale l’appoggio dei socialisti di S&D, La Sinistra, i Verdi e gran parte dei liberali di Renew Europe. I popolari del Ppe invece si sono spaccati, con la delegazione di Forza Italia che ha votato ‘no’, in tre parti, tra favorevoli, contrari e astenuti. Hanno votato contro Id ed Ecr. I due eurodeputati della delegazione Azione-Italia Viva (Renew) si sono invece astenuti chiedendo più flessibilità sui tempi di attuazione. Il centrodestra italiano si è presentato dunque compatto contro il provvedimento, ritenendo che i costi delle ristrutturazioni andranno a carico di famiglie e imprese, mentre i promotori della direttiva sostengono che si tratterà di investimenti che rivalutano gli immobili, oltre a contribuire agli obiettivi climatici. Secondo la Commissione europea, gli edifici nell’Ue sono responsabili del 40% del nostro consumo energetico e del 36% delle emissioni di gas serra. Il 15 dicembre 2021, la Commissione europea ha adottato una proposta legislativa per rivedere la direttiva sul rendimento energetico nell’edilizia, nell’ambito del cosiddetto pacchetto “Fit for 55”, il cardine del green Deal della Commissione von der Leyen.

COSA PREVEDE LA DIRETTIVA

La proposta di revisione della direttiva sulla prestazione energetica nell’edilizia mira a ridurre sostanzialmente le emissioni di gas a effetto serra e il consumo di energia nel settore edilizio dell’Ue entro il 2030 e a renderlo climaticamente neutro entro il 2050.

CLASSE ENERGETICA ‘E’ ENTRO IL 2030

Tutti i nuovi edifici dovrebbero essere a emissioni zero a partire dal 2028, con la scadenza per i nuovi edifici occupati, gestiti o di proprietà delle autorità pubbliche nel 2026. Tutti i nuovi edifici dovrebbero essere dotati di tecnologie solari entro il 2028, ove tecnicamente idoneo ed economicamente fattibile, mentre gli edifici residenziali in fase di ristrutturazione hanno fino al 2032.Gli edifici residenziali dovrebbero raggiungere almeno la classe di prestazione energetica E entro il 2030 e D entro il 2033 – su una scala che va da A a G, quest’ultima corrispondente al 15% degli edifici con le peggiori prestazioni nel parco nazionale di un membro stato. Gli edifici non residenziali e pubblici dovrebbero raggiungere gli stessi rating rispettivamente entro il 2027 e il 2030.

CLASSI SARANNO DECISE DAGLI STATI

L’aggiornamento delle prestazioni energetiche (che può assumere la forma di lavori di isolamento o miglioramento del sistema di riscaldamento) avverrebbe quando un edificio viene venduto o sottoposto a un’importante ristrutturazione o, se è in affitto, quando viene firmato un nuovo contratto. Gli Stati membri stabiliranno le misure necessarie per raggiungere questi obiettivi nei loro piani nazionali di ristrutturazione.

SOSTEGNO ALLE MISURE CONTRO LA POVERTÀ ENERGETICA

Questi piani nazionali di ristrutturazione dovrebbero includere regimi di sostegno per facilitare l’accesso a sovvenzioni e finanziamenti. Gli Stati membri devono istituire punti di informazione gratuiti e programmi di ristrutturazione a costo zero. Le misure finanziarie dovrebbero fornire un premio importante per ristrutturazioni profonde, in particolare degli edifici con le prestazioni peggiori, e sovvenzioni e sussidi mirati dovrebbero essere messi a disposizione delle famiglie vulnerabili.

DEROGHE PER EDIFICI PROTETTI

I monumenti sarebbero esclusi dalle nuove regole, mentre i paesi dell’Ue potrebbero decidere di escludere anche gli edifici protetti per il loro particolare valore architettonico o storico, gli edifici tecnici, gli edifici utilizzati temporaneamente, le chiese e i luoghi di culto. Gli Stati membri possono anche esentare gli alloggi pubblici sociali, laddove i lavori di ristrutturazione porterebbero ad aumenti degli affitti che non possono essere compensati da risparmi sulle bollette energetiche. Gli eurodeputati vogliono inoltre consentire agli Stati membri di adeguare i nuovi obiettivi in una quota limitata di edifici a seconda della fattibilità economica e tecnica dei lavori di ristrutturazione e della disponibilità di manodopera qualificata. 

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