Secondo il legale dell'eurodeputato, ci sarebbero sospetti di parzialità del gip Michel Claise
Il legale di Marc Tarabella, eurodeputato attualmente in carcerazione preventiva per la vicenda “Qatargate” (le presunte tangenti da Qatar e Marocco verso il Parlamento Europeo), ha chiesto oggi la ricusazione del gip Michel Claise. Secondo l’avvocato dell’europarlamentare, “il giudice lascia chiaramente sentire la sua opinione sulla colpevolezza del signor Tarabella in questo fascicolo. In altre parole, il giudice sembra evidentemente dare per scontati i fatti contestati e sui quali verte l’indagine che sta dirigendo” mentre “il suo ruolo deve essere quello di mantenere l’assoluta imparzialità, mantenendo la bilancia della giustizia uguale tra tutte le parti, al solo ed unico scopo di ricercare la verità. Ovviamente non è più così, forti sono i sospetti di parzialità da parte del gip che lo rendono inidoneo a compiere la sua missione”.
Legale Tarabella: “Detenzione usata per fare pressione”
“La legge sulla detenzione preventiva è soggetta a interpretazione ed è vero che alcuni giudici hanno la tendenza ad usarla più come mezzo di pressione. In questa inchiesta si ha l’impressione che si utilizzi la detenzione preventiva per fare pressione per ottenere qualcosa da coloro che potrebbero pentirsi, privando altri in particolare dell’accesso ai loro figli. Penso che in un’inchiesta che tratta di un attacco alla democrazia è necessario ricorrere a un’applicazione rigorosa della legge”. Lo ha detto l’avvocato di Marc Tarabella, Maxim Toller, a margine delle udienze di convalida degli arresti dello stesso Tarabella, Eva Kaili e Pier Antonio Panzeri, nell’ambito dell’inchiesta ‘Qatargate’ al Tribunale di Bruxelles.
“A nostro giudizio il dossier non permette assolutamente di rivelare la minima traccia di soldi in capo al signor Tarabella. Abbiamo depositato oggi un’analisi con un esperto giudiziario. Questa analisi conclude, secondo noi, che non c’è alcuna traccia di versamenti di 120mila o 140mila sui conti di Tarabella, indirettamente o in contanti o altra forma”. Lo ha detto l’avvocato di Marc Tarabella, Maxim Toller, a margine delle udienze di convalida degli arresti dello stesso Tarabella, Eva Kaili e Pier Antonio Panzeri, nell’ambito dell’inchiesta ‘Qatargate’ al Tribunale di Bruxelles. “Ci sembra che questa perizia porti al rigetto delle accuse del signor Panzeri”, ha sottolineato.
“Tarabella ha incontrato il giudice istruttore (Michel Claise, ndr), ha contestato tutte le accuse, ci sembra che ci fosse un buon ascolto. Il giudice istruttore ha ritenuto necessario ricorrere a un mandato di arresto, cosa che noi contestiamo. Rimproveriamo al giudice istruttore il fatto che abbia affermato in un atto istruttorio determinate cose riguardanti il signor Tarabella che non sono accertate nell’inchiesta”. Lo ha detto l’avvocato di Marc Tarabella, Maxim Toller, a margine delle udienze di convalida degli arresti dello stesso Tarabella, Eva Kaili e Pier Antonio Panzeri, nell’ambito dell’inchiesta ‘Qatargate’ al Tribunale di Bruxelles.
Legale Kaili: “Deve stare a casa con la figlia”
La richiesta di ricusazione non ha permesso a Claise di essere presente all’udienza di convalida degli arresti dello stesso Tarabella, oltre che dell’ex vicepresidente dell’Eurocamera Eva Kaili e dell’ex europarlamentare italiano Antonio Panzeri. A margine dell’udienza, la legale di Kaili, Sven Mary, ha spiegato di aver chiesto “la liberazione condizionata” per la sua assistita o, in alternativa, “il braccialetto elettronico”. “Le condizioni di detenzione di Kaili sono difficili perché è la madre di una figlia di 24 mesi. Il suo posto non è il carcere di Haren ma a casa sua con la figlia”, ha aggiunto.
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