I talebani al potere hanno deciso di vietare alle donne di lavorare in organizzazioni umanitarie internazionali e locali

Save the Children e due ong, cioè Norwegian Refugee Council e CARE, hanno sospeso le loro operazioni in Afghanistan a seguito della decisione dei talebani al potere di vietare alle donne di lavorare in ong internazionali e locali. Il divieto delle donne nelle ong è stato introdotto con la motivazione che le donne non indossavano correttamente il velo islamico.

Le tre organizzazioni hanno fatto sapere che senza il loro staff femminile non possono raggiungere efficacemente bambini, donne e uomini in condizioni di disperato bisogno

Germania: “Serve reazione globale chiara contro bando donne”

“Chi esclude le donne e le ragazze dal lavoro, dall’istruzione e dalla vita pubblica non solo sta rovinando il proprio Paese. La persecuzione basata sul genere può anche essere un crimine contro l’umanità. Chiediamo una reazione chiara da parte della comunità internazionale”. Lo scrive su Twitter la ministra degli Esteri della Germania, Annalena Baerbock, reagendo alla decisione dei talebani al potere in Afghanistan di vietare alle donne di lavorare in ong internazionali e locali.

“Non accetteremo che i talebani facciano degli aiuti umanitari una pedina del loro disprezzo per le donne. Stanno derubando metà della popolazione di un altro diritto fondamentale, violando i principi umanitari e mettendo in pericolo le scorte vitali delle persone”, ha aggiunto Baerbock.

Unicef: “Limitare lavoro operatrici umanitarie è violazione diritti”

“L’Unicef condanna fermamente il recente decreto emesso dalle autorità de facto talebane che vieta a tutte le operatrici umanitarie delle ong nazionali e internazionali di lavorare in Afghanistan. Questa decisione è una palese violazione degli obblighi previsti dal diritto umanitario internazionale e dei diritti umani fondamentali delle donne in Afghanistan. Arriva pochi giorni dopo la decisione di vietare a tutte le donne l’accesso all’istruzione superiore”. Così il direttore generale dell’Unicef Catherine Russell.

Onu: “Revocare divieto donne in ong”

Il capo ad interim della missione Onu in Afghanistan, Ramiz Alakbarov, ha incontrato a Kabul il ministro dell’Economia del governo dei talebani, Qari Din Mohammed Hanif, e gli ha chiesto di revocare la decisione dei talebani stessi di impedire alle donne di lavorare per ong nazionali e internazionali. Lo annuncia la missione Onu in Afghanistan. “Milioni di afghani hanno bisogno di assistenza umanitaria e la rimozione delle barriere è fondamentale”, scrive l’Onu, senza fornire ulteriori dettagli sull’incontro. La misura annunciata sabato dal ministro dell’Economia talebano è l’ultima delle restrizioni ai diritti e alle libertà delle donne in Afghanistan ed è stata imposta adducendo come motivazione che alcune dipendenti di ong in Afghanistan non indossavano correttamente il velo islamico o hijab. Hanif ha dichiarato che verrà revocata la licenza a qualsiasi organizzazione che non rispetti l’ordine. All’inizio della settimana scorsa, le autorità talebane dell’Afghanistan avevano bloccato l’istruzione universitaria per le donne, scatenando l’indignazione internazionale e le manifestazioni nelle città afghane.

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