Giallo sulla confessione, li legale: "Soldi erano di Panzeri". Aperta inchiesta sulla fuga di notizie
Durante il suo interrogatorio, l’eurodeputata Eva Kaili ha ammesso di aver chiesto a suo padre di nascondere parte del denaro che era a casa sua ma, tramite i legali, ha fatto sapere che i soldi in casa sua erano di Panzeri. L’europarlamentare belga Marc Tarabella, invece, è stato additato dall’ex eurodeputato Pier Antonio Panzeri come destinatario di “regali” dal Qatar. Lo riporta il quotidiano belga LeSoir, citando documenti visionati insieme a Repubblica e Knack in merito all’inchiesta penale sulla presunta corruzione al Parlamento europeo.
“L’imputata ammette di aver ordinato al padre di nascondere i soldi”, ha scritto il giudice istruttore Claise nel mandato di arresto emesso contro l’eurodeputato greco il 9 dicembre. “Afferma di aver saputo in passato delle attività del marito (Francesco Giorgi, ndr) con il sig. Panzeri, e che per il suo appartamento sono passate valigie di denaro contante”, si legge nel documento riportato dal quotidiano. L’avvocato di Kaili ritiene che parlare di “confessione parziale” per la sua assistita sia un’interpretazione orientata che impegna solo la redazione del quotidiano.
Panzeri, si legge negli stessi documenti, “ha accusato l’eurodeputato Marc Tarabella di essere il beneficiario di ‘regali’ dal Qatar“, ha scritto il giudice istruttore nel mandato di cattura di Panzeri. Quest’ultimo “confessa in parte i fatti” di corruzione e ingerenza a favore di Qatar e Marocco. Per l’avvocato di Tarabella, il suo assistito “non ha ricevuto regali da nessuno” e “non è stato influenzato a prendere decisioni o prendere posizioni”.
La Commissione: “Indagini chiariranno ruolo”
“Siamo consapevoli che sono in corso indagini su una questione molto seria. Abbiamo detto fin dall’inizio più volte che si tratta di una questione molto seria che deve essere indagata e chiarita”. Così il portavoce per gli affari esterni della Commissione europea, Peter Stano, ha risposto al briefing con la stampa a una domanda sulla notizia de La Repubblica su un presunto coinvolgimento di funzionari del Servizio per l’Azione esterna nell’inchiesta ‘Qatargate’. “Le autorità belghe stanno conducendo le indagini e le indagini sono ancora in corso. Pertanto, non è appropriato fare commenti su un’indagine penale o di polizia o giudiziaria in corso. Una volta completate le indagini avremo le prove e i verdetti dei risultati e potremo non solo fare commenti ma prendere anche le opportune azioni di conseguenza”, ha precisato. “Le informazioni che erano su La Repubblica, potrei sbagliarmi, non venivano dall’ufficio del procuratore belga ma in realtà dai servizi segreti”, ha aggiunto il primo portavoce Eric Mamer.
Legali Kaili: “Soldi erano di Panzeri”
L’avvocato dell’eurodeputata Eva Kaili, che, parlando col sito di informazione greca Kathimerini, ha smentito categoricamente le notizie di una parziale confessione della sua assistita sul caso ‘Qatargate’. “La signora Kaili non ha mai confessato di aver chiesto a suo padre di trasferire denaro per nasconderlo”, ha sottolineato il legale Michalis Dimitrakopoulos, aggiungendo che “la signora Kaili ha saputo di questi soldi all’ultimo minuto e chiesero subito che andasse al loro proprietario, il signor Panzeri“. In particolare, la signora Kaili sostiene di essere stata informata del denaro quando il suo compagno è stato arrestato nei pressi del garage della loro abitazione. Poi, secondo il suo legale, stando a quanto riporta il sito greco, l’eurodeputata ha cercato di rintracciare il proprietario del denaro, Panzeri, per consegnarglielo. “Una possibilità era consegnare il suo partner (Francesco Giorgi, ndr) alla polizia, la seconda era andare dal proprietario del denaro. Non ha alcun obbligo di denunciare il marito ai sensi del diritto europeo”.
Inchiesta su fuga di notizie
La procura belga ha poi deciso di aprire un’inchiesta sulla fuga di notizie sul ‘Qatargate’, sostenendo che potrebbe pregiudicare le indagini.
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