Lo ha detto il giudice Hendrik Steenhuis, aprendo l'udienza di oggi in cui è atteso il verdetto sui 4 sospettati per la tragedia

La Corte distrettuale dell’Aia, per l’occasione riunita in una sala di tribunale di massima sicurezza allestita nell’aeroporto di Schiphol, ha condannato all’ergastolo in contumacia tre persone per l’abbattimento del volo MH17 di Malaysia Airlines avvenuto il 17 luglio del 2014 sui cieli del Donetsk, nell’est dell’Ucraina, in cui morirono tutti i 298 a bordo fra passeggeri ed equipaggio, nel mezzo di un conflitto tra ribelli filorussi e forze ucraine. L’udienza di oggi è durata oltre due ore. Gli imputati erano quattro, tre russi e un ucraino. Sono stati condannati due russi e un ucraino, mentre l’altro cittadino russo è stato assolto per mancanza di prove.

Il volo MH17 di Malaysia Airlines abbattuto il 17 luglio del 2014 sui cieli del Donetsk, nell’est dell’Ucraina, fu “abbattuto da un missile Buk” di produzione russa lanciato da un campo agricolo nell’est dell’Ucraina. È quanto ritiene la Corte distrettuale dell’Aia, secondo quanto detto dal giudice Hendrik Steenhuis, aprendo l’udienza di oggi in cui è atteso il verdetto sui 4 sospettati, tre cittadini russi e uno ucraino. Centinaia i familiari delle persone uccise che si sono recati in tribunale per ascoltare la sentenza: si sono così recati nell’aeroporto da cui i loro cari erano partiti il giorno in cui l’MH17 è stato poi abbattuto. I procuratori olandesi affermano che il lanciamissili proveniva dalla 53ª Brigata missilistica antiaerea, un’unità delle forze armate russe con sede nella città russa di Kursk, ed è stato riportato lì dopo l’abbattimento dell’MH17. I sospettati non sono accusati di aver lanciato il missile, ma di aver collaborato per portarlo sul campo dove è stato lanciato: sono accusati di aver abbattuto l’aereo e dell’omicidio di tutte le persone a bordo.

La giornata della sentenza

I parenti delle vittime del volo MH17 della Malaysia Airlines abbattuto nel 2014 sui cieli dell’Ucraina orientale si sono raccolti in Olanda nell’aula di tribunale in cui era attesa la sentenza del processo a carico di tre cittadini russi e un ucraino accusati del disastro aereo. Il verdetto arriva più di otto anni dopo che il 17 luglio 2014 il Boeing 777 che volava da Amsterdam a Kuala Lumpur è stato abbattuto mentre sorvolava il Donetsk, provocando la morte di tutti i 298 a bordo fra passeggeri ed equipaggio, nel mezzo di un conflitto tra i ribelli filorussi e forze ucraine. Nessuno dei sospettati è comparso al processo iniziato a marzo 2020 ed è improbabile che scontino una pena a breve. L’accusa ha chiesto l’ergastolo per tutti e quattro. I procuratori e i sospettati hanno due settimane di tempo per presentare ricorso in appello. La Corte distrettuale dell’Aia, che ha sede in un’aula di massima sicurezza dell’aeroporto di Schiphol, sta emettendo la sentenza in un contesto di sconvolgimenti geopolitici globali causati dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia a febbraio scorso.

L’imputato più anziano è Igor Girkin, un ex colonnello di 51 anni del Servizio di sicurezza federale russo (Fsb). All’epoca dell’abbattimento era ministro della Difesa e comandante delle forze armate dell’autoproclamata Repubblica Popolare di Donetsk, la regione in cui l’aereo è stato abbattuto. Girkin sarebbe attualmente coinvolto nella guerra della Russia contro l’Ucraina. Sotto processo sono anche i subordinati di Girkin, cioè Sergey Dubinskiy, Oleg Pulatov e Leonid Kharchenko, un ucraino che secondo i pubblici ministeri era il comandante di un’unità di combattimento dei ribelli filorussi e prendeva ordini direttamente da Dubinskiy. Pulatov è l’unico dei sospettati a essere rappresentato da avvocati difensori al processo: i legali hanno accusato i procuratori di “avere i paraocchi”, basando il loro caso sui risultati di un’indagine internazionale sull’abbattimento e ignorando altre possibili cause. Il team di difesa di Pulatov ha anche cercato di screditare le prove e ha sostenuto che non ha avuto un processo equo. In una registrazione video proiettata in tribunale, Pulatov ha insistito sulla sua innocenza e ha detto ai giudici: “Ciò che mi importa è che la verità venga rivelata. Per me è importante che il mio Paese non venga incolpato di questa tragedia”.

Mosca: “Verdetto politico e scandaloso”

Il ministero degli Esteri russo ha giudicato il verdetto sul volo MH17 come “politico” e “scandaloso”. “Sia lo svolgimento che i risultati del procedimento indicano che tutto si è basato su un ordine politico”, si legge in una nota del ministero, “durante l’intero processo, la Corte ha subito pressioni senza precedenti da parte di politici olandesi, rappresentanti dell’ufficio del procuratore e dei media”. “Il processo nei Paesi Bassi ha tutte le possibilità di diventare uno dei più scandalosi nella storia dei procedimenti giudiziari”, conclude la nota, “con la sua ampia lista di stranezze, incongruenze e argomentazioni dubbie dell’accusa”.

Zelensky: “Decisione importante”

“Una decisione importante del tribunale dell’Aia. Le prime condanne per i responsabili dell’abbattimento del volo MH17”. Così su Twitter il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha commentato la condanna all’ergastolo in contumacia per tre persone, due russi e un ucraino, per l’abbattimento del volo MH17 di Malaysia Airlines avvenuto il 17 luglio del 2014 nel quale sono morte 298 persone. “Il sentimento di impunità porta a nuovi delitti. Dobbiamo dissipare questa illusione. La punizione per tutte le atrocità russe – sia allora che adesso – sarà inevitabile”, ha aggiunto Zelensky.

Rutte: “Nuovo passo verso verità e giustizia”

La sentenza in Olanda nell’ambito del processo sull’abbattimento del volo MH17 di Malaysia Airlines avvenuto il 17 luglio del 2014 sui cieli del Donetsk, nell’est dell’Ucraina, “è un altro passo avanti nella ricerca della verità e della giustizia per le vittime e i loro cari”. Così il primo ministro olandese, Mark Rutte. “Ma è anche un altro giorno difficile e angosciante per molte delle famiglie e degli amici delle 298 persone che hanno perso la vita in quel terribile giorno del 17 luglio 2014. Per quanto importante, questo verdetto non è la conclusione definitiva. Non è la fine. Tutte le parti hanno ancora il diritto di ricorrere in appello, quindi la sentenza non è ancora definitiva. Ma per ribadire, oggi è stato fatto un passo importante e si spera che lo sentano così i parenti più stretti delle vittime”, ha aggiunto Rutte.

Stoltenberg: “Giorno importante”

“Il verdetto raggiunto dal tribunale distrettuale dell’Aia segna un giorno importante per la giustizia e la responsabilità nell’abbattimento del volo Mh17. Non ci può essere impunità per tali crimini. I miei pensieri vanno alle famiglie e ai cari delle 298 vittime innocenti”. Così il Segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha commentato su Twitter la sentenza della Corte distrettuale dell’Aia, che ha condannato all’ergastolo in contumacia tre persone per l’abbattimento del volo Mh17 di Malaysia Airlines avvenuto il 17 luglio del 2014. 

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