L'attacco è avvenuto venerdì nel villaggio di Let Yet Kone a Tabayin, noto anche come Depayin

In Birmania elicotteri governativi hanno attaccato una scuola e un villaggio nella zona centro-nord del Paese, provocando 13 morti fra cui 7 bambini. Lo riferiscono un’amministratrice della scuola e un soccorritore. L’attacco è avvenuto venerdì nel villaggio di Let Yet Kone a Tabayin, noto anche come Depayin, circa 110 chilometri a nordovest di Mandalay, la seconda città più grande della Birmania. Le vittime civili si verificano spesso negli attacchi del governo militare contro i pro-democrazia e i loro alleati. Tuttavia il numero di bambini uccisi nell’attacco aereo di venerdì nella cittadina di Tabayin nella regione di Sagaing sembra essere il più alto da quando l’esercito ha preso il potere con un golpe il 1° febbraio dello scorso anno, estromettendo il governo eletto di Aung San Suu Kyi.

La presa del potere da parte dell’esercito a febbraio dell’anno scorso ha innescato massicce proteste a livello nazionale, a cui militari e polizia hanno risposto con una violenta repressione, provocando il diffondersi della resistenza armata in città e campagne.

I combattimenti sono stati particolarmente feroci a Sagaing, dove i militari hanno lanciato diverse offensive, in alcuni casi bruciando villaggi, che hanno causato lo sfollamento di oltre mezzo milione di persone, secondo un rapporto pubblicato dall’Unicef questo mese. La dirigente scolastica Mar Mar ha raccontato che stava cercando di portare gli studenti in nascondigli sicuri nelle aule del piano terra quando due dei quattro elicotteri Mi-35 che volavano a nord del villaggio hanno iniziato ad attaccare, sparando con mitragliatrici e armi più pesanti contro la scuola, che si trova nel compound del monastero buddista del villaggio.

Mar Mar lavora nella scuola con 20 volontari che insegnano a 240 studenti dalla scuola materna all’ottavo anno. Si nasconde nel villaggio con i suoi tre figli da quando è fuggita per mettersi in salvo per evitare la repressione del governo dopo aver partecipato l’anno scorso al movimento di disobbedienza civile contro la presa di potere militare. Usa lo pseudonimo di Mar Mar per proteggere se stessa e i suoi parenti dai militari. Ha riferito che non si aspettava problemi poiché il velivolo era già stato sopra il villaggio senza alcun incidente. Da quando sono iniziati gli spari a quando gli studenti e gli insegnanti sono stati in grado di trovare rifugio nelle aule, un insegnante e uno studente di 7 anni erano già stati colpiti al collo e alla testa e Mar Mar ha dovuto usare dei vestiti per cercare di fermare il sanguinamento. “Hanno continuato a sparare nel complesso dall’aria per un’ora”, ha raccontato Mar Mar ad Associated Press. “Non si sono fermati nemmeno per un minuto. Tutto quello che potevamo fare in quel momento era cantare mantra buddisti”. Quando l’attacco aereo si è fermato, circa 80 soldati sono entrati nel complesso del monastero, sparando contro gli edifici.

A quel punto, prosegue la dirigente scolastica nel suo racconto, i soldati hanno ordinato a tutti nel complesso di uscire dagli edifici e Mar Mar ha riferito aver visto circa 30 studenti con ferite su schiena, cosce, volti e altre parti del corpo. Alcuni studenti avevano perso gli arti. Le vittime rimaste uccise sono 6 studenti, morti nella scuola, e anche un ragazzo di 13 anni che lavorava in una pescheria in un villaggio vicino, che è stato colpito a morte da colpi di arma da fuoco; inoltre almeno 6 adulti sono rimasti uccisi nell’attacco aereo in altre parti del villaggio, ha riferito ancora Mar Mar. E i corpi dei bambini morti sono stati portati via dai soldati. Inoltre più di 20 persone, compresi nove bambini feriti e tre insegnanti, sono state portate via dai soldati; due delle persone catturate erano accusate di essere membri della Forza di difesa popolare antigovernativa, il braccio armato della resistenza ai militari. Il giorno dopo l’attacco, il quotidiano statale Myanma Alinn ha riferito che le forze di sicurezza erano andate a controllare il villaggio dopo aver ricevuto informazioni che i membri delle Forze di difesa popolare si stavano nascondendo lì. Secondo la versione riportata, membri della Forza di difesa popolare e i loro alleati dell’Esercito per l’indipendenza dei Kachin, un gruppo etnico ribelle, si nascondevano all’interno delle case e del monastero e hanno iniziato a sparare alle forze di sicurezza, causando morti e feriti tra i residenti del villaggio.

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