Le forze armate ucraine annunciano la controffensiva nella regione di Kherson, mentre il Cremlino dichiara che c'è un secondo sospettato per l'omicidio di Darya Dugina
Mentre le bombe continuano a cadere nei pressi della centrale di nucleare di Zaporizhzhia l’Aiea prepara la sua missione per verificare lo stato in cui versa il sito. Secondo le autorità filorusse locali l’ultimo bombardamento ucraino avrebbe colpito e danneggiato il tetto dell’edificio n.1 della centrale, quello dove viene immagazzinato il carburante necessario per il funzionamento dei reattori. Il livello di radiazioni registrato sarebbe normale. Kiev dal canto suo annuncia che gli esperti dell’Agenzia internazionale per l’energia atomica, guidati dal direttore generale Rafael Grossi, hanno già lasciato Vienna e dovrebbero arrivare a ore nella capitale ucraina. La missione prenderà il via ufficialmente “nei prossimi giorni“. Secondo il Wall Street Journal inizierà mercoledì 31 agosto e durerà fino a sabato. Il Cremlino si conferma “pronto” a cooperare a un’ispezione che considera “necessaria” e alla quale “nella parte che riguarda il territorio controllato dalla Russia”, sarà fornita “tutta la necessaria sicurezza”.
Le schermaglie fra Mosca e Kiev proseguono anche per quanto riguarda la propaganda bellica. Le forze armate ucraine annunciano la controffensiva nella regione di Kherson dove dichiarano di aver “sfondato” la prima linea russa. “È solo falsa propaganda”, la replica dei leader locali legati a Mosca mentre il ministero della Difesa russo ammette il tentativo di Kiev definendolo però un “fallimento”. Gli attacchi sulle città non si fermano. Particolarmente cruento quello su Mykolaiv dove, secondo il governatore locale Vitaly Kim, ci sarebbero almeno due morti fra i civili.
Novità si registrano invece relativamente all’omicidio di Darya Dugina, figlia dell’ideologo Alexander Dugin. Insieme a Natalia Vovk sarebbe ricercato anche un secondo cittadino ucraino. Si tratta di Bogdan Tsyganenko. L’uomo – secondo il Servizio federale di sicurezza russo – avrebbe fornito alla principale indiziata dell’attentato targhe e documenti falsi a nome di una cittadina del Kazakistan. Inoltre avrebbe assemblato un ordigno esplosivo improvvisato in un garage in affitto nel sud-ovest di Mosca prima di lasciare il Paese il giorno prima del fatto di sangue.
Mosca nel frattempo continua la sua politica di avvicinamento sempre più stretto alla Cina. I due Paesi infatti terranno esercitazioni congiunte “a largo raggio” nell’est del Paese a partire dall’1 settembre per una settimana. Saranno coinvolte più di 50.000 truppe, oltre 5.000 unità militari, tra cui 140 aerei e 60 navi da guerra. Uno scenario che rispecchia alla perfezione il pensiero di Vladimir Putin. Il leader del Cremlino infatti torna a ribadire che “l’obsoleto” modello unipolare sarà sostituito da “un nuovo ordine mondiale basato sui principi fondamentali della giustizia e dell’uguaglianza, riconoscendo il diritto di ogni stato e popolo al proprio percorso sovrano di sviluppo”. La sua base – nella visione di Mosca – è nella regione Asia-Pacifico dove “si stanno formando potenti centri politici ed economici, che fungono da forza trainante di questo processo irreversibile”
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata