Il mercantile Razoni battente bandiera della Sierra Leone, è diretto in Libano con 26mila tonnellate di mais. Prima, però, una tappa a Istanbul dove, come concordato tra le parti, squadre di funzionari russi, ucraini, turchi e delle Nazioni Unite saliranno a bordo per un'ispezione

Dal porto di Odessa arriva la notizia tanto attesa: è partita la prima nave mercantile carica di grano ucraino destinato ai mercati mondiali. Il mercantile Razoni battente bandiera della Sierra Leone, è diretto in Libano con 26mila tonnellate di mais. Prima, però, una tappa a Istanbul dove, come concordato tra le parti, squadre di funzionari russi, ucraini, turchi e delle Nazioni Unite saliranno a bordo per un’ispezione. È previsto che anche altre navi lascino i porti ucraini attraverso i corridoi sicuri, in linea con gli accordi firmati a Istanbul il 22 luglio, in modo da consegnare i 22 milioni di tonnellate di grano e altri prodotti agricoli che sono rimasti bloccati nei porti del Mar Nero a causa dell’invasione russa. Gli accordi consentono anche alla Russia di esportare grano e fertilizzanti. La speranza che questo possa avvenire quanto prima è stata espressa dal ministro della Difesa turco Hulusi Akar. La comunità internazionale, intanto, ha accolto con soddisfazione la partenza della prima nave da Odessa. A partire dal Cremlino, che la “valuta molto positivamente” e la considera “un’opportunità per testare l’efficacia degli accordi di Istanbul”.

Il presidente dell’Ucraina, Volodymyr Zelensky in visita al porto di Odessa per osservare le procedure di carico del grano ucraino in attesa della partenza della prima nave (Foto Ap)

Lo sblocco del grano è stato anche il tema centrale del colloquio telefonico tra il presidente francese Emmanuel Macron e il presidente ucraino Volodymyr Zelensky. L’Eliseo ha fatto sapere di considerare la partenza della prima nave un “sano” passo avanti nelle operazioni. Il segretario generale dell’Onu, Antonio Guterres, ha invece detto di sperare che quella partita da Odessa sia solo “la prima di molte navi mercantili” che trasportano grano ucraino all’estero e che “porteranno la stabilità e il sollievo tanto necessari alla sicurezza alimentare globale, specialmente nelle zone con i contesti umanitari più fragili”. Soddisfazione anche da parte dell’ambasciata degli Stati Uniti in Ucraina, che ha ricordato come il mondo “continuerà a monitorare l’attuazione di questo accordo per nutrire le persone con milioni di tonnellate di grano ucraino”. “Questo è un primo passo verso l’attenuazione della crisi alimentare globale, rafforzata dall’illegittima aggressione russa all’Ucraina”, ha invece commentato la Commissione europea. Il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg, ha voluto ringraziare la Turchia per il suo “ruolo fondamentale”, così come il premier britannico Boris Johnson. Dall’Italia, la Farnesina ha “accolto con favore” la partenza della prima nave con i cereali ucraini, ricordando che “occorre assicurare che queste esportazioni continuino senza interruzioni e in linea con gli impegni per alleviare la crisi alimentare globale”.

Mentre le notizie arrivate da Odessa hanno portato un po’ di speranza, non altrettanto si può dire per le altre città ucraine. Nella regione di Kiev, a seguito degli attacchi russi, circa 300 persone sono considerate disperse, mentre 216 corpi devono ancora essere identificati, ha detto il capo del dipartimento di polizia Andriy Niebytov, aggiungendo che molti residenti sono attualmente detenuti in Bielorussia. Secondo testimoni oculari, gli occupanti hanno rapito persone da Hostomel, Bucha e Irpin. Inoltre, un altro cadavere di un civile torturato e assassinato è stato scoperto fuori Kiev. A scomparire, in questa guerra, sono anche i bambini: 203 risultano ancora dispersi dall’inizio della guerra, come riferito da Kateryna Pavlichenko, viceministra degli Interni. Continuano poi i bombardamenti su obiettivi civili. Il sindaco della città di Mykolaiv, Oleksandr Senkevych, ha reso noto che due persone sono rimaste uccise e tre ferite dopo che i razzi hanno colpito due distretti residenziali domenica notte e ha definito i raid “probabilmente i più potenti” di tutta la guerra.

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