Processato dall'11 agosto 2020 per alto tradimento, appena una settimana dopo la sua estradizione dalla Turchia in Algeria, l'ex segretario privato di Gaïd Salah secondo fonti stampa nordafricane è stato appena condannato a morte. 

  Secondo diversi media algerini, il tribunale militare della provincia di Blida ha condannato a morte lunedì scorso Guermit Bounouira, che era il segretario privato del defunto capo di stato maggiore dell’esercito, Ahmed Gaïd Salah.

Questo verdetto, caduto il giorno dopo la diffusione del video di Guermit Bounouira, farebbe luce sulla rabbia  del Capo di Stato Maggiore dell’esercito algerino, che avrebbe scelto un metodo radicale per mettere a tacere l’autore delle rivelazioni contro di lui” riporta il sito di informazione marocchino Le360. Questo processo per direttissima, che non era previsto per il 10 gennaio – si legge nella ricostruzione di Le360 – “sarebbe una ritorsione a caldo,  di Said Chengriha nei confronti del filmato in cui è stato presentato, da un testimone di prim’ordine, non solo come un famigerato trafficante di droga e armi, ma anche come uomo di clan che ha consegnato l’esercito algerino agli alti ufficiali della sua regione di origine”.

L’estrema velocità con cui è arrivato il verdetto contro Bounouira, in meno di un giorno, ma anche la sua estrema severità, la pena di morte, darebbero lo spessore dello stato d’animo in cui langue Saïd Chengriha.

 Questa ipotesi è corroborata – insiste Le360 – dalla condanna all’ergastolo, lo stesso giorno e per lo stesso caso, del diplomatico rifugiato nel Regno Unito, Mohamed Larbi Zitout (la prima persona a trasmettere la registrazione di Bounouira), e dell’ex comandante della gendarmeria in fuga, il generale Ghali Belkecir, diventato cittadino di Vanuatu, in Oceania, lo scorso luglio. Quest’ultimo era noto per la sua vicinanza all’ex segretario privato di Gaïd Salah.

Il tribunale militare di Blida avrebbe mantenuto contro Bounouira le accuse di “alto tradimento”, “divulgazione di documenti ufficiali”, “divulgazione di segreti militari”, per non parlare di quella di “intelligence con paesi stranieri”.

 Secondo Le360 “vale la pena ricordare a questo proposito che in uno dei video trapelati di recente, Guermit Bounouira ha rivelato che durante i primi 16 giorni successivi alla sua estradizione da parte della Turchia, era stato sottoposto a torture fisiche e gli era stato costantemente impedito di dormire”.

 “Avrebbe anche aggiunto che i giudici militari – prosegue l’inchiesta del sito marocchino – che hanno condotto il suo processo, e che avrebbe identificato con i loro nomi, gradi e regione d’origine (quella di Chengriha), lo hanno informato che non avrebbe avuto diritto a un avvocato, prima di costringerlo a mettere le sue impronte digitali su un verbale del processo che aveva precedentemente rifiutato di firmare. Sarebbe stato persino informato che poteva essere liquidato in qualsiasi momento e che all’opinione pubblica algerina sarebbe stato detto che era morto a causa di Covid-19”.

 Il giornale vicino al clan Toufiq, Al Watan, è stato uno dei primi ad aver diffuso l’informazione sulla condanna a morte di Bounouira, ma avendo cura di esporre con prudenza le rivelazioni esposte dell’ex segretario privato di Gaïd Salah sull’attuale capo della giunta. 

 Inoltre – denuncia Le360 – nei media algerini viene mantenuto un blackout totale sul tema delle rivelazioni di Bounouira. 

 “Secondo quanto trapelato la reazione di Said Chengriha testimonierebbe anche la sua rabbia contro il clan che protegge Guermit Bounouira, e che avrebbe permesso a questo ex segretario privato del defunto Ahmed Gaïd Salah, attualmente ancora incarcerato nella prigione militare di Blida, la meglio sorvegliata del paese, di consegnare le sue registrazioni con tanta facilità ai suoi destinatari”.

 Il clan dei ribelli del potere Chengriha sarebbe quindi visibilmente molto più potente di quanto si potesse pensare fino ad ora, conclude Le360. “Con queste rivelazioni da Bounouira, staremmo allora solo assistendo al primo round di una guerra di clan tra i generali della giunta”.

 

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