La donna di 49 anni trasferita in Italia da Palazzo Chigi. Il suo volto fu immortalato in un celebre scatto del fotografo Steve Mc Curry

È arrivata giovedì a Roma la cittadina afghana Sharbat Gula. Nel 1985, grazie alla fotografia di Steve Mc Curry, che l’anno precedente l’aveva ritratta 12enne in un campo profughi di Peshawar per la copertina del National Geographic Magazine, Sharbat Gula acquisì notorietà planetaria, sino a simboleggiare le vicissitudini e i conflitti della fase storica che l’Afghanistan e il suo popolo stavano attraversando. La Presidenza del Consiglio ha propiziato e organizzato il trasferimento in Italia della donna, oggi 49enne, nel più ampio contesto del programma di evacuazione dei cittadini afghani e del piano del Governo per la loro accoglienza e integrazione.

E ‘Gli occhi di Sharbat Gula’ aprono la serata di Rai documentari dedicata alla storia dell’Afghanistan. Occhi simbolo di un passaggio di epoche, che hanno visto l’Afghanistan quando era un paese moderno e pacifico e gli oltre 40 anni di guerra e sofferenza che hanno portato all’intervento dell’Occidente. Questa donna – che negli anni del celebre scatto di Steve McCurry era una ragazzina orfana di 12 anni in un campo profughi – è l’espressione del disastro afgano, raccontato stasera dalla voce narrante del Direttore Duilio Giammaria nell’anteprima della prima serata speciale di Rai Documentari dedicata all’Afghanistan, in onda su Rai3. Dal rientro di Sharbat Gula in Italia e dallo scatto dei suoi occhi “simbolo della guerra e della paura”, Rai Documentari vuole partire per raccontare le ferite aperte e il dolore di un paese dilaniato dalla guerra, in cui le potenze occidentali hanno investito al fine di portare quella democrazia occidentale che il Paese aveva conosciuto sin dagli anni ’60, senza comprendere però realmente la sofferenza e la situazione del popolo afgano.

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