Circa cento migranti arrestati dai servizi polacchi dopo che avevano tentato di attraversare illegalmente il confine a Dubicze Cerkiewne.
C’è una nuova vittima della crisi dei migranti al confine fra Bielorussia e Polonia. E questa volta è un bambino, di solo un anno. Secondo la ong Polish Emergency Medical Team è stato ritrovato senza vita in una foresta. I suoi genitori erano feriti e sono stati soccorsi. La famiglia, proveniente dalla Siria, si trovava nella foresta da sei settimane. Le vittime della crisi salgono così a 12. La notizia arriva dopo un’altra notte di tensione al confine fra Bielorussia e Polonia, dove i migranti stazionano da giorni. Circa cento di loro sono stati arrestati dai servizi polacchi dopo che avevano tentato di attraversare illegalmente il confine a Dubicze Cerkiewne. Ad annunciarlo su Twitter il ministero della Difesa polacco, aggiungendo che i migranti hanno lanciato pietre contro i soldati polacchi. Non solo arresti, ma anche morti e feriti.
Una situazione inaccettabile per i Paesi del G7 (Canada, Francia, Germania, Italia, Giappone, Regno Unito e Stati Uniti d’America) e per l’Alto rappresentante dell’Unione europea che, in una nota congiunta, chiedono al regime bielorusso “di cessare immediatamente la sua campagna aggressiva e di sfruttamento al fine di prevenire ulteriori morti e sofferenze. È necessario fornire alle organizzazioni internazionali un accesso immediato e senza ostacoli per fornire assistenza umanitaria”. Secondo i Paesi del G7 “le azioni del regime bielorusso sono un tentativo di distogliere l’attenzione dal suo continuo disprezzo per il diritto internazionale, le libertà fondamentali e i diritti umani, compresi quelli del suo stesso popolo”. La posizione è la stessa della Commissione europea, che ha confermato di avere con la Bielorussia solo colloqui tecnici e nessun negoziato, precisando che non ci sarà alcun allentamento delle sanzioni, anzi che ce ne sono altre in arrivo.
Al polo opposto, il presidente russo Vladimir Putin, secondo cui i Paesi occidentali stanno usando la crisi dei migranti per fare pressione su Minsk: “Non può passare inosservato che i paesi occidentali stiano usando la crisi dei migranti al confine bielorusso-polacco come nuovo pretesto per la tensione nella regione a noi vicina, per fare pressione su Minsk. E, allo stesso tempo, dimenticano i propri impegni umanitari”.
Intanto, continuano le accuse reciproche tra Bielorussia e Polonia. Secondo Minsk, i migranti nel Paese sarebbero 7mila, mentre l’accampamento improvvisato al confine sarebbe ormai vuoto: gli occupanti, tra cui molte famiglie e minori, si sarebbero trasferiti nel deposito riscaldato in cui il governo del leader autoritario Aleksandr Lukashenko ha proposto di ‘ospitarli’. Un video ottenuto da AP mostra uomini, donne e minori ammassati nell’edificio, anche coricati su coperte sul pavimento. Mentre le temperature esterne sono gelide, un video diffuso dalla Polonia mostrerebbe invece una realtà diversa: centinaia di persone sarebbero ancora nell’accampamento vicino al confine.
© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata