“Sono numerose le cospirazioni diplomatiche ordite la notte, ma che scompaiono al sorgere del giorno. Perlopiù mirano a pressioni, disagi e contrattazioni di interessi che sono la benedizione dei governi. Alcuni comportamenti politici che derivano da piani apparentemente strategici e ben studiati potrebbero rivelarsi poi fastidiosamente impattanti e inattesi per i popoli colpiti. Ne risulta un’ondata di odio come quella espressa originariamente dalla Francia da una moltitudine di voci che si susseguono riversando le loro follie sul Marocco come se niente fosse”. Lo scrive Yassine Rbati riflettendo sul fatto che “i comuni mortali oggi si chiedono se la questione non sia più dovuta a una semplice tensione fra una squadra di governo e un’altra, fra un sistema di Stato e un altro, ma contenga una ferma volontà di danneggiare il Marocco da parte di circoli francesi scandalosamente tumultuosi”.
 
È chiaro, sostiene Rbati, “che in Marocco le persone, se gli attacchi continuano, faranno di tutto per prevenire il futuro e prevedere il peggio.  Alcuni collegano quanto sta succedendo a un errore di calcolo da parte francese, che si traduce in un tentativo di ‘punire’ il Marocco dopo avere preso le distanze ed essersi preso la libertà di agire nell’ambito delle sue relazioni politiche ed economiche internazionali, contrariamente a quanto prevaleva in passato in termini di concertazione e autorizzazione. Altri, oltre a esprimere il loro stupore, non trovano alcuna spiegazione alla posizione francese, dal momento che la Francia beneficia sempre di relazioni privilegiate con il Marocco, che siano commerciali o culturali”.
Ora, per Yassine Rbati, “c’è un’altra frangia di marocchini che crede di sapere che il comportamento passivo francese proviene in modo specifico dai servizi. Questi ultimi spesso in passato sono stati indotti in errore e si sono sbagliati nel giudizio sugli sviluppi della situazione nel Paese ascoltando dei marocchini confusi. E non è la prima volta che la parte francese si sbaglia in questo tipo di calcolo politico. Cosa ancor più grave, il grande pubblico associa l’apparente ostilità dell’ex colonizzatore a molestie e altre accuse da parte dei falchi del Paese”. 

“Chiaramente – per Rbati – la valutazione più scrupolosa della Francia è stata quella di mettersi in prima linea in certi ambienti internazionali facendo di tutto per mantenere la spada di Damocle della ‘questione del Sahara’ puntata sulla testa del Marocco. Mentre in virtù della logica della Storia e del dovere di amicizia avrebbe dovuto precedere gli Stati Uniti nella soluzione della questione del Sahara, visto che è testimone privilegiata di quello che è successo con gli spagnoli. E nonostante il ricatto, il Marocco ha continuato a considerare spontaneamente che la sua “amicizia speciale” con questo Paese europeo fosse una garanzia” nelle relazioni. “Solo che questo senso di tranquillità e di conforto verso un ‘amico’ tradizionale ha cominciato a svanire in profondità. E questa volta la falla potrebbe non essere chiusa con semplici iniziative diplomatiche fra governi”. “In realtà – continua Rbati – i sentimenti propagati nella popolazione richiedono un profondo impegno e un’iniziativa su larga scala della Francia per convincere i marocchini che gli abusi non sono coordinati, persistenti o intenzionali.  Più che mai i marocchini si aspettano e non vogliono sentirsi traditi dopo 60 anni di dimenticanza del passato. Loro che hanno sacrificato in questo periodo diversi aspetti fondamentali, fra cui l’insegnamento della lingua spagnola nelle scuole del Nord. Questo mentre la Francia è stata spesso, nel corso di questi lunghi decenni, il modello ufficiale, nonostante i cambiamenti e altre evoluzioni avvenute nel mondo, senza omettere il fatto che è rimasta la destinazione preferita dei marocchini per affari di senso e arte di vivere”. Di fatto, per Rbati, “l’ultima restrizione relativa alla concessione dei visti, resterà secondaria rispetto al nostro obiettivo principale, che è la necessità di preservare le buone intenzioni e la buona valutazione dei dati in previsione del futuro. Per concludere, ci accontenteremo di ripetere come ogni buon marocchino che “la terra di Allah è vasta” e questo nessuno può cambiarlo”. 

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