I negoziatori egiziani lavorano per consolidare il cessate il fuoco tra israeliani e Hamas nella Striscia di Gaza, mentre l’enclave sotto blocco è devastata dopo 11 giorni di raid israeliani. Nel frattempo, un convoglio di 130 veicoli carico di aiuti umanitari urgenti si è diretto al territorio costiero, e l’Unicef ha consegnato 18 container di forniture sanitarie. Il quarto conflitto israelo-palestinese in 10 anni ha visto sparare 4mila razzi contro lo Stato ebraico e centinaia di attacchi aerei su Gaza. Sono stati 243 i morti palestinesi, di cui 66 bambini, e 1.919 i feriti; dodici gli israeliani uccisi, tra cui due minori.

La città di gaza devastata dai bombardamenti

L‘area commerciale di Gaza City, Omar al-Mukhtar Street, è ricoperta di macerie, auto distrutte e metallo ritorto, dopo che un raid ha abbattuto un palazzo di 13 piani. Riprese dai droni e fotografie mostrano alcuni quartieri in macerie, con alcune case rimaste in piedi e molti scheletri di cemento. Nel conflitto, sia Israele, sia Hamas hanno dichiarato la propria vittoria. Gli esperti hanno previsto che il cessate il fuoco per ora terrà, ma ritengono inevitabile che prima o poi la guerra riesploda. Troppe le questioni irrisolte, tra cui il blocco israelo-egiziano che soffoca gli abitanti della Striscia per il 14esimo anno, nel rifiuto del movimento Hamas di disarmarsi.

Intanto, la popolarità di Hamas tra i palestinesi sembra crescere, e l’Autorità nazionale palestinese, sua principale rivale politica, pare indebolirsi. Venerdì, alla moschea al-Aqsa, centinaia di fedeli musulmani hanno scandito slogan contro Mahmod Abbas. Una eco, anche, della frustrazione per il processo di pace in stallo da anni. Ed è con Abbas che la diplomazia internazionale, tra cui quella Usa, si interfaccerà, considerando Hamas organizzazione terroristica. Il segretario di Stato statunitense Antony Blinken incontrerà Abbas, così come la leadership israeliana, la prossima settimana in una visita nella regione. Il presidente palestinese, si prevede, chiederà che tutti gli aiuti alla ricostruzione passino attraverso l’Anp, per non rafforzare Hamas. Intanto, ha incontrato i negoziatori egiziani. In discussione, secondo una fonte, anche accordi per evitare che si ripetano azioni che possano aprire a scontri, come la violenza ad al-Aqsa o le espulsioni forzate dei palestinesi dal quartiere Sheikh Jarrah a Gerusalemme Est.

Gli aiuti umanitari per Gaza

Per la Striscia di Gaza sono intanto partiti i convogli di aiuti, in arrivo dal confine con l’Egitto. Secondo le autorità locali, oltre 769 abitazioni e negozi sono stati resi inutilizzabili, almeno 1.042 appartamenti in 258 edifici distrutti e altre 14.500 danneggiati. L’Onu ha calcolato che 800mila persone sono senza acqua potabile, perché il 50% della rete è stata danneggiata. Migliaia di persone tornano man mano alle loro case, dopo che l’Unrwa ha contato 66mila rifugiati, in gran parte nelle sue scuole. Venerdì, parlando alla Casa Bianca, il presidente statunitense Joe Biden ha detto: “Spero che questo cessate il fuoco regga. Credo a Bibi Netanyahu, quando mi dà la sua parola”, e ha sottolineato che una soluzione a due Stati è l’unica via possibile per risolvere il conflitto.

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