Si chiede l'annullamento della decisione del suo predecessore Donald Trump
Algeri continua le sue manovra per minare l’integrità territoriale del Marocco, cercando invano di rendere nulla la decisione degli Stati Uniti sulla sovranità del Regno sul Sahara.
Come riportano i media locali, martedì scorso, i gruppi parlamentari algerini dell’Assemblea popolare nazionale e del Consiglio della nazione hanno inviato una lettera al nuovo presidente americano, Joe Biden, in cui chiedono l’annullamento della decisione del suo predecessore Donald Trump relativa al riconoscimento della sovranità marocchina sul Sahara: nella missiva si precisa che il decreto di Trump viola i principi americani in materia, e si ricorda al nuovo inquilino della Casa Bianca che il Sahara è stato classificato dalle Nazioni Unite come territorio non autonomo dal 1963. Si cita inoltre, il diritto dei popoli all’autodeterminazione, il quale costituisce un principio storico degli Stati Uniti e una norma fondamentale del diritto internazionale .
Di fatto, però, il riconoscimento americano sul Sahara è una decisione presa da uno Stato sovrano su cui, come spiegano alcune fonti, né il parlamento algerino né i generali che governano l’Algeria possono fare nulla. Inoltre, per decenni l’Algeria ha ripetutamente gridato di non far parte del conflitto nel Sahara.
Nella lettera i parlamentari omettono deliberatamente di menzionare che la decisione americana è solo la consacrazione di una posizione costante degli Stati Uniti negli ultimi anni, volta a includere le Province meridionali nei programmi e negli accordi degli Stati Uniti con il Regno del Marocco. Quello di Trump è dunque un decreto presidenziale pubblicato dal Registro federale, e non di una posizione personale del presidente, distribuito anche agli Stati membri delle Nazioni Unite come documento ufficiale del Consiglio di Sicurezza, nelle sei lingue ufficiali dell’Onu. Il testo, infatti, ribadisce il sostegno degli Stati Uniti alla “proposta di una seria, credibile e realistica autonomia del Marocco quale unica base per una giusta e duratura soluzione della controversia sul territorio del Sahara”.
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