La minaccia di Ankara di 'liberare' oltre 3,5 milioni di migranti manda in tilt la Grecia. Bruxelles: non ci facciamo ricattare
I pesi massimi dell'Unione europea si spingono al confine greco-turco, per ripetere a fianco del premier ellenico Kyriakos Mitsotakis un messaggio a voce sola diretto alla Turchia: siamo uniti, non ci faremo ricattare. Migliaia di migranti si sono riversati alla frontiera con la Grecia e sulle spiagge turche che guardano l'Europa, dopo che Ankara ha attuato la minaccia che agitava da tempo: aprire i confini agli oltre 3,5 milioni di profughi ospitati nel Paese. All'origine c'è l'uccisione in Siria di 33 militari turchi da parte delle forze di Damasco, e dietro c'è il ricatto a Bruxelles: il governo del premier Recep Tayyip Erdogan vuole altri finanziamenti per continuare a rispettare l'accordo del 2016 con cui si era impegnato a bloccare i flussi migratori.
La Grecia, così come la Bulgaria, ha reagiro rafforzando le misure di sicurezza ai confini e bloccando gli accessi. Un bambino è morto lunedì nel tentativo di un barcone di sbarcare a Lesbo, le guardie di confine greche hanno sparato lacrimogeni contro la folla che premeva, Alarm Phone ha citato dei migranti secondo cui i militari hanno sparato contro i barconi. Ma gruppi di profughi, attirati alle frontiere dagli annunci di Ankara, continuano a tentare di viaggiare verso ovest: molti provano ad attraversare il fiume Evros lungo la frontiera terrestre, altri sfidano il mare verso le isole greche.
Il conservatore Mitsotakis ha portato alla frontiera i leader europei, tra cui i presidenti di Commissione e Consiglio, Ursula von der Leyen e Charles Michel. Il premier ha accusato la Turchia di violare l'accordo del 2016 e di aver "sistematicamente incoraggiato e aiutato decine di migliaia di migranti a entrare illegalmente in Grecia. Ha fallito, e continuerà a fallire". Ha aggiunto: "Questo non è più un problema di profughi, è un chiaro tentativo della Turchia di usare gente disperata per promuovere la sua agenda geopolitica".
"Grazie alla Grecia per essere lo scudo europeo", ha detto Von der Leyen, "questo confine non è solo greco, è anche europeo". Ha poi aggiunto: "Chi tenta di testare l'unità europea sarà deluso: manterremo la linea e la nostra unità prevarrà", ed epresso "compassione" per i migranti "attirati con false promesse in questa situazione disperata". Le ha fatto eco Michel, per cui "il confine greco è il confine europeo", esprimendo "sostegno" e "fiducia" nel governo di Atene e chiedendo di "agire in modo proporzionato e mostrare rispetto per la dignità umana e la legge internazionale". Michel ha anche ribadito che l'Ue si aspetta che Ankara rispetti l'accordo.
Intanto, Onu e organizzazioni per i diritti umani continuano a lanciare l'allarme sulla drammatica situazione umanitaria nella provincia di Idlib, dove continuano gli scontri e da cui è fuggito un milione di persone. Tra loro ci sarebbero quelli che Ankara dice di non poter più "controllare". Le autorità greche hanno detto di aver impedito a oltre 26.500 migranti di entrare in Grecia tra sabato e martedì, arrestandone 281, mentre Ankara ha parlato di almeno 130mila persone arrivate al confine.
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