L'annuncio di Mike Pompeo a ore: gli Usa si ritireranno dall'Inf in vigore dal 1987. I russi: "Irresponsabili". E il presidente vuole il muro col Messico: "Le trattative sono perdite di tempo"

Un trattato internazionale sui missili nucleari disdetto, un muro col Messico da costruire a ogni costo. Non si ferma l'attivismo di Donald Trump. La tregua sullo shutdown non lo soddisfa e già bolla come "inutili" le trattative parlamentari tra democratici e repubblicani e fa sapere che il muro lo farà "da solo". Nel frattempo fa annunciare dal segretario di Stato Mike Pompeo che gli Usa escono dal trattato Inf sui missili a medio raggio (in vigore dal 1987) perché secondo Trump, i russi lo stanno violando continuamente.

I missili – Il segretario di Stato americano, Mike Pompeo, annuncia che gli Usa sospenderanno la loro partecipazione al trattato nucleare Inf (Intermediate-Range Nuclear Forces Treaty), cioè sulle armi nucleari di portata intermedia, che è al centro della sicurezza dell'Europa dalla Guerra fredda. Usa ed Europa accusano Mosca di violare il patto dal 2014; la Russia smentisce le accuse definendole senza fondamento e la ribalta su Washington. La sospensione solleva preoccupazioni di una nuova corsa alle armi. 

La Nato interviene subito schierandosi dalla parte degli Usa: "Pieno appoggio alla decisione" dice una nota dell'Alleanza Atlantica.

Poche ore più tardi e arriva una nota lievemente più conciliante dalla Casa Bianca:  "Perché il controllo delle armi contribuisca efficacemente alla sicurezza nazionale, tutte le parti devono rispettare fedelmente i loro impegni. Restiamo pronti a impegnarci con la Russia in negoziati sul controllo delle armi che rispondano a questi criteri e, cosa importante, una volta che ciò sarà fatto, sviluppare, forse per la prima volta, una eccellente relazione su temi economico, commerciale, politico e militare".  

La nota prosegue così: "Troppo a lungo la Russia ha violato" il trattato Inf "nell'impunità, sviluppando e dispiegando in segreto un sistema missilistico vietato che minaccia direttamente i nostri alleati e truppe all'estero. Domani gli Stati Uniti sospenderanno i loro obblighi nel quadro del trattato Inf e lanceranno il processo di ritiro", che "sarà concluso entro sei mesi, a meno che la Russia rispetti i suoi obblighi distruggendo tutti i suoi missili, lanciamissili ed equipaggiamenti che violano il testo. I nostri alleati della Nato ci appoggiano, perché comprendono la minaccia posta dalla violazione della Russia e i rischi per il controllo delle armi posti dall'ignorare le violazioni dei trattati",

A ottobre Trump, aveva annunciato la sua intenzione di ritirarsi dall'Inf, siglato da Urss e Stati Uniti nel 1987 e che abolisce l'utilizzo di missili terrestri di portata fra 500 e 5.500 chilometri, sostenendo che la Russia non lo rispettasse. Il mese scorso, poi, Washington aveva dato a Mosca due mesi di tempo, con scadenza il 2 febbraio, per smantellare i nuovi missili che a suo giudizio sono in violazione del trattato, minacciando altrimenti di lanciare la procedura di ritiro. L'annuncio di Pompeo, dunque, giungerà poco prima dello scadere dell'ultimatum; dopo l'annuncio di ritiro, gli Usa avranno 180 giorni per completarlo, a meno che la Russia non ritorni ad applicare appieno l'accordo del 1987, scrive la Cnn. La prospettiva di uno scioglimento dell'Inf è uno dei fattori che hanno influito sulla decisione del 24 gennaio della rivista Bulletin of Atomic Scientists di mantenere il suo 'orologio dell'apocalisse', o 'Doomsday Clock', a soli due minuti dalla mezzanotte, cioè così vicino  alla fine del mondo quanto lo era nel 1953, al picco della Guerra fredda.

I russi – La Russia ha avvertito gli Stati Unitiche un ritiro dall'Inf sarebbe "estremamente irresponsabile": "Riteniamo questo trattato necessario. È nell'interesse della nostra sicurezza, della sicurezza europea. Sarebbe estremamente irresponsabile sabotarlo", ha detto il vice ministro russo degli Esteri, Sergey Ribakov, parlando in tv. Il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, ha aggiunto che Mosca si aspetta di ricevere da venerdì "una comunicazione da parte degli Usa" a proposito della sorte del trattato.  

Il muro – I colloqui con il Congresso Usa sulla costruzione di un muro alla frontiera con il Messico sono "una perdita di tempo" afferma Trump, in un'intervista al New York Times, aggiungendo che molto probabilmente quando termineranno, fra due settimane, agirà da solo per portare a compimento il suo progetto. La costruzione del muro al confine, una delle promesse elettorali principali del tycoon, a suo parere servirebbe ad arginare l'immigrazione. Da settimane Trump valuta l'ipotesi di una dichiarazione con cui affermare uno stato di emergenza al confine meridionale, in modo da potere finanziare la costruzione del muro con fondi destinati attualmente ad altro e evitare così l'ostacolo dell'approvazione del Congresso. Alcuni repubblicani, però, si sono detti contrari e certamente contro il provvedimento verrebbero presentati dei ricorsi. "Continuerò a costruire il muro e lo finiremo", ha detto Trump al Nyt. "Se dichiarerò o no un'emergenza nazionale, questo lo vedrete", ha concluso.

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