L'operazione Sophia è stata lanciata nel giugno 2015, a seguito di una serie di stragi legate a naufragi, e da allora ha salvato migliaia di persone nel Mediterraneo

"Oggi abbiamo registrato un atteggiamento costruttivo e collaborativo" e "una forte determinazione a proseguire l'operazione Sophia", affermando l'impegno a continuare a lavorare assieme per trovare consenso sulle pratiche" legate agli sbarchi delle navi umanitarie, che "ancora non c'è", e "tutti gli Stati membri concordano sulla responsabilità collettiva" di trovarle. Lo ha dichiarato l'alta rappresentante per la Politica estera dell'Unione europea, Federica Mogherini, dopo la riunione informale dei ministri della Difesa europei a Vienna. Al suo fianco, in conferenza congiunta, il ministro della Difesa austriaco, Mario Kunasek.

Mogherini ha sottolineato che l'operazione Sophia funziona, affermando che le persone da essa salvate costituiscono meno del 10% del totale, e quindi che la missione rappresenta "solo una parte di una questione assai maggiore". Ha anche affermato che la gestione della questione migratoria e della "suddivisione delle responsabilitù" va affrontata "al livello di governi e ministri dell'Interno".

La diplomatica ha poi espresso l'intenzione di continuare a "garantire un approccio costruttivo" che porti a un risultato, sottolineando che "non sarà facile ma rappresenta un obbligo", perché "perdere questo asset conquistato sarebbe un passo indietro per gli Stati membri e per l'Unione". Oggi, ha poi aggiunto, "è stato per me, e spero per ministri tra cui anche l'italiano, il luogo per verificare la volontà politica di continuare Sophia. Ed è decisamente così", "la risposta è stata unanime".

Inoltre, ha proseguito: "Abbiamo lo spazio politico per trovare le soluzioni pratiche su come avanzare? Sì, con un'attitudine responsabile e collaborativa di tutti i Paesi, quindi bisogna guardare a proposte politiche, tra cui quella dell'Italia su più porti per gli sbarchi e altre riguardandi il ricollocamento post-sbarchi". L'alternativa, che equivale a non avere l'operazione Sophia in atto, secondo l'alta rappresentante "ha conseguenze non solo per l'Italia, e per i Paesi in prima linea, ma per tutta l'Ue". "Vogliamo tornare indietro? Siamo consapevoli delle conseguenze dello smantellamento di una realtà che funziona" come Sophia?, si è poi domandata: "Penso ci sia buona volontà per trovare soluzioni", ricordando la riduzione del numero di sbarchi e di persone morte durante la traversata del Mediterraneo

Dall'Italia però viene manifestata i insoddisfazione. "Mi sento delusa, ho visto che l'Europa non c'è, non è presente", ha dichiarato il ministro della Difesa, Elisabetta Trenta, in conferenza stampa al termine della ministeriale a Vienna, commentando la proposta avanzata dall'Italia sulle modifiche sulle regole d'ingaggio della missione Sophia. "Non è più possibile che l'Italia sia l'unico porto di sbarco e che si faccia carico di tutti i migranti. Sono venuta a Vienna – ha continuato – con spirito propositivo. Bisogna creare un meccanismo di coordinamento per la scelta del porto di sbarco, fatta da soggetti di vari Paesi che decidono a rotazione. Non è l'unico meccanismo possbile anche se ci deve essere una solouzione globale del probelma".

 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata