Francesco richiama all'unità: mani tese e compassione, perché "ci sono cose che non si improvvisano e tanto meno si comprano"
Il sicariato, la disoccupazione, la mancanza di sicurezza distruggono l'anima come la peggiore delle inondazioni. In Perù, a Trujillo, nella città devastata dal 'Niño costiero' appena un anno fa, Papa Francesco parla a chi conosce bene la forza della natura e ne ha sperimentato i colpi. Sa dei rischi e della difficoltà di ricominciare.
Qui la tempesta ha lasciato una ferita aperta. Centosessantatrè morti, 400mila case danneggiate e 66mila distrutte, rase al suolo 64 case di cura e 350 scuole: le conseguenze fanno male ancora, in tante famiglie: "anche per questo ho voluto venire e pregare qui con voi", spiega Bergoglio.
L'immensa spiaggia, conosciuta come il paradiso dei surfisti, è un tappeto di colori in festa. Balli, canti e cori: 'Francisco, amigo, Trujillo està contigo'. Il calore della popolazione si respira nell'aria. Sono in 200mila nella spianata, secondo l'organizzazione, e migliaia lungo il tragitto.
Francesco richiama all'unità: mani tese e compassione, perché "ci sono cose che non si improvvisano e tanto meno si comprano". Su questo si misura "l'anima di una comunità: da come riesce ad unirsi per affrontare i momenti difficili, di avversità, per mantenere viva la speranza", anche quando tutto sembra perduto. Però ci sono anche "altre tempeste" da cui difendersi, che investono l'anima,"hanno effetti devastanti" e che "ci interpellano anche come comunità".
La violenza organizzata e l'insicurezza che genera, ma anche la mancanza di opportunità educative e di lavoro, che impediscono ai più giovani di "costruire un futuro con dignità". Poi c'è la mancanza di un alloggio sicuro per tante famiglie "costrette a vivere in zone ad alta instabilità e senza accessi sicuri": "Come le peggiori inondazioni abbattono la mutua fiducia, tanto necessaria per costruire una rete di sostegno e di speranza".
Buenos Aires è il quartiere più colpito della zona – che è anche uno dei più poveri della città – si contano 3mila persone colpite e 500 case distrutte. Il Pontefice ha voluto inserire in programma il giro in papamobile subito dopo la messa, prima di fare tappa in cattedrale. Per le strade un fiume umano si stringe al Papa, che non può fare a meno di far fermare l'auto, scendere e abbracciare due ragazze che gli donano delle rose bianche.
Lungo le strade striscioni di benvenuto, palloncini e bandierine bianche e gialle. La folla riempie i margini delle strade e le finestre delle case. Tra strette di mano, saluti e benedizioni trova il tempo per indossare per qualche momento un cappellino tipico peruviano prima di risalire a bordo.
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