Papa Francesco torna a far sentire la sua voce contro gli attacchi terroristici degli ultimi giorni
"Nei nostri cuori portiamo il dolore per gli atti terroristici che, in questi ultimi giorni, hanno causato numerose vittime, in Burkina Faso, in Spagna e in Finlandia. Preghiamo per tutti i defunti, per i feriti e per i loro familiari; e supplichiamo il Signore, Dio di misericordia e di pace, di liberare il mondo da questa disumana violenza". Con queste parole, pronunciate al termine dell'Angelus, Papa Francesco torna a far sentire la sua voce contro gli attacchi terroristici degli ultimi giorni.
In una Piazza San Pietro assolata il Pontefice, prendendo spunto dal Vangelo odierno, che ci presenta un singolare esempio di fede nell'incontro di Gesù con una donna cananea, una straniera rispetto ai giudei, loda la "forza delle donne". "Sono capaci di ottenere cose grandi, ne abbiamo conosciute tante", dice parlando a braccio Bergoglio. Nel suo messaggio inviato alla 38esima edizione del meeting di Rimini, invece, il Papa si sofferma su una "malattia che può colpire i battezzati" e che si chiama "alzheimer spirituale". "Consiste nel dimenticare la storia del nostro rapporto personale con Dio, quel primo amore che ci ha conquistati fino a farci suoi". "Se diventiamo 'smemorati' del nostro incontro con il Signore, non siamo più sicuri di niente; allora ci assale la paura che blocca ogni nostro movimento", argomenta ancora. "Come evitare questo "alzheimer spirituale? C'è una sola strada: attualizzare gli inizi, il 'primo Amore', che non è un discorso o un pensiero astratto, ma una Persona – prosegue – La memoria grata di questo inizio assicura lo slancio necessario per affrontare le sfide sempre nuove che esigono risposte altrettanto nuove, rimanendo sempre aperti alle sorprese dello Spirito che soffia dove vuole".
La paura espressa dal Pontefice è quella di un mondo dove "presi come siamo dall'ansia di voltare pagina in fretta" tutto sembra "scivolarci addosso. La vita si frammenta e rischia di inaridirsi". "Per questo – aggiunge il Santo padre – è prezioso ogni tanto fermarsi per considerare i grandi interrogativi che definiscono il nostro essere umani e che è impossibile ignorare del tutto". Vietato insomma "guardare la realtà dal balcone" o "rimanere comodamente seduti sul divano a vedere il mondo che passa davanti a noi in TV". "Solo riguadagnando il vero, il bello e il buono che i nostri padri ci hanno consegnato, potremo vivere come un'opportunità il cambiamento d'epoca in cui siamo immersi, come occasione per comunicare in modo convincente agli uomini la gioia del Vangelo" conclude il Papa.
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