Secondo il dottore statunitense Fergus Walsh, l'elettroencefalogramma di Charlie mostra una disorganizzazione dell'attività cerebrale, che potrebbe essere curata con una terapia sperimentale

Fergus Walsh, un dottore americano collegato con Londra da New York, si è offerto di trattare il piccolo Charlie Gad con una terapia sperimentale. Secondo la Bbc, il medico sosterrebbe che l'elettroencefalogramma del bambino di 11 mesi, affetto da una grave malattia rara, "mostra una disorganizzazione dell'attività cerebrale, non un danno strutturale maggiore". 

Durante l'udienza in cui decidere se autorizzare le terapie sperimentali con cui i genitori del piccolo, Connie Yates e Chris Gard, vogliono provare a curare la deplezione del Dna mitocondriale, rara malattia genetica considerata incurabile e irreversibile, il giudice dell'Alta corte di Londra, Nicholas Francis, ha dichiarato che è "assurdo" che una disputa sulla dimensione del cervello di Charlie Gard "mini" il caso.

I medici dell'ospedale infantile Great Ormond Street di Londra volevano staccare le macchine al piccolo, che per vivere è attaccato a un respiratore, ma i genitori hanno avviato una battaglia legale contro la decisione. I genitori in aula hanno contestato i dati forniti dai medici, che hanno rilevato danni irreparabili al cervello del bambino. Hanno affermato che ciò non sia vero e contestato la misurazione della testa del piccolo: l'ospedale ha registrato che essa non è cresciuta negli ultimi tre mesi, segnale di mancata attività cerebrale. La madre ha invece detto di aver misurato il cranio del piccolo di 11 mesi questa mattina, registrando 2 centimentri in più rispetto alla misurazione dell'ospedale. "È assurdo che la scienza di questo caso sia minata dall'incapacità di misurare il cranio di un bambino", ha detto il giudice, ordinando che una persona indipendente ripeta la misurazione entro 24 ore.

Altro momento d'attrito si è verificato quando il giudice ha fatto riferimento a commenti pronunciati in passato dal padre di Charlie, sul fatto che non avrebbe voluto che il figlio continuasse a vivere nelle sue condizioni se non ci fossero state prospettive di miglioramento. I genitori hanno affermato che il modo in cui ciò che è stato riportato era inaccurato e la madre ha aggiunto di non credere che il bimbo stia soffrendo. Gard si è infuriato e se n'è andato, seguito dalla moglie. L'udienza proseguirà nel pomeriggio e non è detto che la coppia si ripresenti in aula.

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata