La Commissione al lavoro per rispondere alle esigenze poste dall'Italia sul dramma dei migranti: "Agire con urgenza"
Il collegio dei commissari Ue presenterà domani varie misure sul tema dell'emergenza sbarchi che saranno poi discusse dai ministri dei vari Paesi. Si tratterà di un piano molto concreto. Dentro ci sarà un codice di comportamento delle ong che operano nel Mediterraneo. Lo ha dichiarato Alexander Winterstein, portavoce della Commissione europea, in conferenza stampa a Bruxelles quando gli è stato chiesto che cosa la Commissione abbia in programma per rispondere alle richieste dell'Italia in materia di immigrazione. Natascha Bertaud, portavoce per le Migrazioni, ha poi ricordato che il commissario alle Migrazioni, Dimitris Avramopoulos, ieri ha incontrato i ministri degli Interni di Italia, Francia e Germania a Parigi.
Ripercorrendo i punti discussi ieri, ha ribadito che il collegio domani "discuterà e presenterà una serie di misure su come noi e gli altri Stati membri e l'Italia possiamo rafforzare il nostro lavoro collettivo sull'immigrazione, per aiutare e sostenere l'Italia e per ridurre i flussi sulla rotta centrale del Mediterraneo". Bertaud ha poi aggiunto che "questo dovrà formare la base delle discussioni del prossimo Consiglio Affari interni informale che si terrà giovedì a Tallin".
"La novità – ha proseguito Bertaud – sarà il bisogno di agire immediatamente, ma sapendo che questo problema non è nuovo e che non lo sono neppure le soluzioni che si possono trovare", ma "ciò che serve ora è una accelerazione di ciò che tutti noi facciamo, istituzioni europee, Stati membri e Italia, per attuare meglio le nostre politiche comuni in materia d'asilo". Sugli sbarchi, ha proseguito Bertaud, i ministri ieri "hanno convenuto che l'Italia creerà una sorta di codice di condotta per le ong che operano nel Mediterraneo".
A proposito di tale codice di condotta, la portavoce ha spiegato: "La situazione nel Mediterraneo è controllata dalla legge internazionale. Il codice potrebbe consistere in una spiegazione più dettagliata di come applicare quella legge", in particolare sul "miglior coordinamento delle operazioni condotte nel Mediterraneo", con "un chiaro numero di linee guida che copra tutti i diversi scenari su come le ong nel Mediterraneo cooperano e lavorano con i soggetti europei che conducono operazioni simili, e con i centri competenti secondo il diritto internazionale per dirigere e gestire le operazioni di ricerca e soccorso nelle loro rispettive aree". Sull'origine di tale codice, la portavoce ha precisato che "nella discussione di ieri è stata l'Italia ad avere l'idea e l'iniziativa di creare questo codice di condotta, con il pieno sostegno della Commissione".
LE ONG CHIEDONO UN CONFRONTO CON IL GOVERNO. Tuttavia l'Aoi, Associazione delle organizzazioni italiane di cooperazione e solidarietà internazionale, esprime forte preoccupazione in merito agli esiti del prevertice di Parigi, che anticipa il summit di Tallin, e chiede un incontro con il governo.
"Italia, Germania e Ue – scrive l'associazione – hanno deciso di dare 'fiducia' e autonomia nel controllo dei flussi dei migranti e profughi al governo libico, che non ha rispetto alcuno dei diritti umani, con la conseguente piena e libera operatività alla sua guardia costiera, quella stessa che spara alle navi che salvano vite umane, anche a quelle della guardia costiera italiana. Di colpire le #ONG, limitandone fortemente l'operato umanitario e stabilendo livelli di controllo addirittura delle loro fonti di finanziamento. In questi mesi Ong e associazioni impegnate nell'asilo e accoglienza dei profughi e migranti hanno inviato appelli, posizionamenti e proposte al Governo italiano chiedendo incontri per un confronto e hanno sensibilizzato le reti sociali della solidarietà europea perché chiedessero un impegno dei loro Paesi a fianco dell'Italia nell'affrontare la crisi umanitaria. Ma non questo tipo di impegno, teso a erigere nuovi 'muri'".
"Le ong attive sulle navi della solidarietà – continua – sono state oggetto di attacchi mediatici e commissioni d'inchiesta da cui é emersa chiaramente la loro mission e la loro azione trasparente e coerentemente solidale. Oggi di nuovo Italia, Francia, Germania e UE insieme hanno deciso di 'sposare' la linea di Frontex e di individuare nel soccorso umanitario in mare delle organizzazioni sociali il problema, il mitico 'pull factor' del fenomeno migratorio".
Ma l'Aoi non ci sta e chiede "che il Governo italiano incontri le rappresentanze ong, il Tavolo Asilo e le associazioni tutte che stanno sulle navi della solidarietà nel nostro Mediterraneo per spiegare prima del vertice di Tallin quali sono le posizioni certe dell'Italia e quali le motivazioni e perché venga data una risposta certa alle tante richieste di incontrarsi e confrontarsi. L'Italia non si può permettere una divisione netta tra la politica e la società civile solidale e responsabile".
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