I due fidanzati 27enni veneti tra le vittime del rogo della Grenfell Tower. Bergoglio ha scritto all'Arcivescovo di Westminster

Sono morti intrappolati dentro il grattacielo Grenfell Tower di Londra, Gloria Trevisan e Marco Gottardi. Lei, di Camposampiero in provincia di Padova, lui di San Stino di Livenza, Venezia. Fidanzati, entrambi di 27 anni e architetti: due giovani vite spezzate tra le fiamme che, stando all'ultimo bilancio, hanno ucciso almeno 30 persone. I pompieri sperano che i decessi effettivi siano meno di 100. L'incendio è divampato tra la notte di martedì 13 e mercoledì 14 e ha devastato l'intero stabile. E, il giorno dopo la notizia della morte della coppia di italiani, il Segretario di stato vaticano, Pietro Parolin, ha inviato a nome del Santo Padre un telegramma di cordoglio al Cardinale Vincent Nichols, Arcivescovo di Westminster per le vittime dell'incendio alla Grenfell Tower di Londra. Nel telegramma si esprime la "tristezza" del Santo Padre per il "devastante incendio e la tragica perdita di vite umane". Papa Francesco "affida le anime di coloro che sono morti alla misericordia amorevole del Signore e offre le sue solenne condoglianze alle loro famiglie. Con l'apprezzamento per i coraggiosi sforzi del personale di servizio di emergenza ed il sostegno a chi ha perso la propria casa".

Mentre l'ambasciata marocchina a Londra ha confermato che sette cittadini del Marocco sono morti nell'incendio, il quotidiano britannico 'The Guardian' ha scritto che il materiale usato per rivestire la facciata del palazzo era l'opzione più economica, ma al tempo stesso la più infiammabile. E l'azienda Omnis Exteriors, che aveva fornito il composto di alluminio usato all'esterno dei 24 piani, ha riconosciuto che si trattava dell'opzione più economica. Due sterline: è il costo in meno al metro quadro del materiale Reynobond PE, scelto per il Grenfell Tower, rispetto al Reynobond FR, che invece resiste al fuoco. La premier britannica, Theresa May, ha chiesto che venga condotta un'inchiesta giudiziaria su cause e responsabilità dell'incendio.

I due fidanzati veneti abitavano al 23esimo piano, il penultimo dell'edificio di North Kensington: 120 appartamenti affittati a basso costo rispetto altre sistemazioni della city, per un totale di 600 persone residenti. Giulia e Marco, lauree da 110 e lode, erano arrivati a Londra a inizio marzo per costruire insieme una vita migliore di quella che l'Italia, fino al giorno della partenza, sembrava potergli offrire. "Londra sembrava la 'terra promessa'. Volevano cercare un lavoro che li gratificasse, per essere indipendenti e anche per dare un contributo alle famiglie – racconta Maria Cristina Sandrin, avvocato della famiglia Trevisan – In Italia la cifra massima che Gloria poteva trovare sul mercato era di 300-400 euro. E' uno dei classici cervelli in fuga".

La notte del rogo di Londra Gloria e Marco si sono accorti di quanto stava accadendo e hanno chiamato i parenti. Intorno alle 3 le televisioni avevano iniziato a trasmettere le immagini in diretta. Da una parte del telefono i genitori, dall'altra i figli: "Mamma, mi sono resa conto che sto morendo. Grazie per quello che hai fatto per me". E mentre il mondo guardava dietro uno schermo il fuoco ingoiare il palazzo, la cugina di Gottardi, Pamela Pizziolo, scriveva su Facebook: "Se qualcuno li avesse visti mi contatti il prima possibile. Non ho loro notizie dalla scorsa notte ed i loro telefoni sono spento", postando una foto dei due sorridenti.

Secondo la ricostruzione del Guardian, ad installare i pannelli comprati da Omnis è stata l'azienda Harley Facades, mentre a gestire i lavori era un'altra azienda, la Rydon, chiamata dal municipio di Kensington e Chelsea, perché l'edificio era di proprietà dell'ente locale: l'obiettivo originario era di alloggiare le fasce di popolazione più povere. Col tempo però, e con alcuni cambiamenti legislativi, alcuni appartamenti erano finiti ai privati. Rydon ha assicurato che i lavori, ordinati sempre dal municipio locale, seguivano "tutti gli standard" di sicurezza.
 

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