Il presidente Usa in Arabia Saudita ha parlato di scontro fra il bene e il male, ma non di civiltà

Non uno scontro di civiltà fra l'islam e l'Occidente, ma uno scontro fra il bene e il male. La lotta al terrorismo è questo per la 'dottrina' di Donald Trump, enunciata nel suo atteso discorso pronunciato in Arabia Saudita davanti a 55 leader di Paesi arabi a maggioranza musulmana. Lo stesso Donald Trump che all'inizio del mandato ha introdotto per decreto il 'travel ban', cioè il divieto di ingresso negli Stati Uniti di tutti i cittadini provenienti da sette Paesi a maggioranza musulmana (bloccato dai tribunali), nel summit di oggi si è mosso su un doppio binario: da una parte ha riconosciuto che anche i musulmani sono vittime del terrorismo; dall'altra ha invitato i Paesi arabi a fare la loro parte nella lotta contro il terrorismo, chiedendo di "cacciare" gli estremisti dai loro territori e garantendo che gli Stati Uniti li aiuteranno, ma che "le nazioni del Medioriente non possono aspettare che sia il potere americano a schiacciare questo nemico per loro".

Nel discorso cesellato dagli speechwriter era stata evitata l'espressione "terrorismo islamico radicale", a Trump tanto cara in campagna elettorale, sostituita piuttosto con "estremismo islamista" per evitare di urtare la platea di leader musulmani. Tuttavia, al momento del discorso, Trump si è distaccato dal testo, sottolineano tanto il New York Times quanto il Washington Post, e ha usato entrambe le parole, cioè sia "islamico" sia "islamista", parlando di "affrontare la crisi dell'estremismo islamico e gli islamisti e il terrore islamico di tutti i tipi". Non è chiaro se si sia trattato di una confusione fra i termini o se Trump abbia deliberatamente respinto la scelta di parole dello script.

Il presidente Usa ha chiesto al mondo arabo e musulmano di combattere il terrorismo uniti, insieme: "Il nostro obiettivo è una coalizione di nazioni che condividono la lotta all'estremismo e garantiscono ai figli un futuro di speranza". "Dobbiamo essere uniti nel perseguire un solo obiettivo, cioè far fronte alle prove della storia e combattere l'estremismo, combattere contro le forze che il terrorismo porta con sé", ha proseguito l'inquilino della Casa Bianca, sottolineando di avere scelto come prima tappa del suo viaggio il "cuore del mondo musulmano" per "mandare un messaggio di amicizia, speranza e amore". "Non siamo qui per dare lezioni a nessuno, né per dire ad altre persone come vivere, cosa fare, o come adorare un dio" ma "per offrire un partenariato basato su valori e interessi comuni per avere futuro migliore".

Ma al tempo stesso il sostenitore dell'America first non ha lasciato adito a dubbi: gli Usa saranno sì a fianco del Medioriente, però si aspettano in cambio un maggiore impegno. I Paesi a maggioranza musulmana devono assumere la guida nella lotta contro la radicalizzazione e "le nazioni del Medioriente dovranno decidere che tipo di futuro vogliono per loro stessi, per i loro Paesi e per i loro figli: è una scelta tra due futuri ed è una scelta che non può fare l'America per voi". "Cacciate i terroristi, cacciateli dai vostri luoghi di culto, dalle vostre comunità, dalla vostra terra sacra e cacciateli da questa terra", ha detto Trump.

Non è mancato l'attacco all'Iran, che ha appena riconfermato Hassan Rohani per un nuovo mandato da presidente: Teheran "finanzia armi e addestra terroristi che diffondono caos e distruzione in tutta la regione" e "in Siria Assad, sostenuto dall'Iran, ha commesso crimini indicibili" perciò "finché l'Iran non sarà partner della pace, tutte le nazioni dovranno lavorare per isolare Iran", ha affermato Trump. Alla vigilia della sua visita in Israele e territori palestinesi, dove incontrerà Benjamin Netanyahu e Mahmoud Abbas, Trump si è detto poi possibilista sulla pace in Medioriente: "Spero che questo incontro storico un giorno sarà ricordato come inizio della pace in Medioriente e magari in tutto il mondo"; "dopo l'Arabia Saudita, sarò in Israele e in Vaticano. Se le tre religioni potranno collaborare, allora la pace nel mondo sarà possibile, e anche la pace fra Israele e Palestina".

Prima di questo summit, il presidente Usa aveva partecipato al vertice dei Paesi del Consiglio di cooperazione del Golfo (Ccg). Trump e il padrone di casa, il re Salman bin Abdulaziz, hanno annunciato la creazione di un centro per la lotta contro il terrorismo a cui parteciperanno proprio i Paesi del Ccg (Arabia Saudita, Qatar, Kuwait, Oman, Emirati Arabi Uniti e Bahrain). Al momento l'attenzione è concentrata su questi temi internazionali, ma su Trump continua a incombere il Russiagate: a meno di nuovi ulteriori sviluppi in questi giorni di tour (il 24 maggio Trump sarà da papa Francesco, poi a Bruxelles e il 26 e 27 maggio al G7 di Taormina), è una questione di cui Trump dovrà tornare a occuparsi al rientro a Washington.
 

© Copyright LaPresse - Riproduzione Riservata