Il magnate aveva promesso di perseguire l'avversaria e mandarla in carcere
Il senatore Jeff Sessions, scelto da Donald Trump come prossimo attorney general, di fatto il ministro della Giustizia, è stato audito al Senato Usa e si è impegnato a non indagare personalmente sull'ex candidata democratica alle presidenziali Hillary Clinton per il cosiddetto emailgate, né per il caso delle donazioni alla Fondazione Clinton. "Questo Paese non castiga i suoi nemici politici, questo Paese si assicura che nessuno stia al di sopra della legge", ha detto Sessions parlando davanti alla Commissione Giustizia del Senato. In campagna elettorale, Donald Trump aveva promesso che avrebbe perseguito Clinton per via giudiziaria e l'avrebbe messa in carcere una volta diventato presidente.
Diversi contestatori, alcuni vestiti con gli abiti del Ku Klux Klan e uno che teneva un cartello con la scritta 'Sostegno ai diritti civili, stop Sessions', hanno interrotto ripetutamente le dichiarazioni di Jeff Sessions all'ininizio della sua audizione in Senato, che è chiamato ad approvare o bocciare le nomine di Donald Trump per il suo governo. Nel 1986 fu bocciata la sua candidatura come giudice federale dopo che emersero accuse su sue dichiarazioni razziste, nonché una testimonianza secondo cui Sessions aveva dato del 'ragazzo' a un procuratore afro-americano, accusa che ha sempre respinto. La senatrice democratica Diane Feinstein ha annunciato che la commissione Giustizia del Senato ha ricevuto lettere da 400 organizzazioni per i diritti civili che si oppongono alla conferma di Sessions come attorney general. "Questo ruolo richiede di servire il popolo e la legge, non il presidente", ha affermato Feinstein.
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