L'azienda respinge le accuse: "Rincaro non dipende da noi"

Airbnb finisce di nuovo nell'occhio del ciclone nel Regno Unito, dopo le numerose critiche, istituzionali e non, di chi lo accusa di spingere al rialzo i prezzi degli immobili ed esacerbare la crisi degli alloggi a Londra. Ha risposto l'amministratore delegato di Europa, Medio Oriente e Africa di Airbnb, Olivier Grémillon, che ha dichiarato che i siti come Airbnb non sono colpevoli della crisi immobiliare della capitale britannica. "Ci sono studi condotti da docenti universitari – ha dichiarato Grémillon – che dicono che il prezzo delle abitazioni non è aumentato. A Londra c'è una carenza di alloggi, ma ciò è davvero causa di Airbnb? Non credo. Ci sono un sacco di altri motivi  per cui i prezzi sono alti".

L'ad di Airbnb ha anche spiegato che l'azienda guarda regolarmente i dati territoriali per determinare le ripercussioni dell'attività del sito di affitti sulle economie locali. "Noi valutiamo a partire dai dati, se vediamo che c'è qualcosa, e se c'è, proviamo ad affrontare il problema sul lato fiscale, sul quello del regolamento o della comunicazione", ha concluso il francese. All'inizio di questo mese, il presidente delleAttività economiche e dell'Innovazione al Parlamento di Westminster, Iain Wright, ha scritto una lettera al sindaco di Londra, Sadiq Khan, mettendo in evidenza le conseguenze negative dei siti di affitti provvisori come Airbnb, tra cui il potenziale aumento dei prezzi delle abitazioni.

Wright ha anche detto che "molti proprietari sembrano agire illegalmente", affittando le proprietà per più di 90 giorni all'anno, termine massimo dopo il quale occorre un permesso speciale. Nel frattempo, la British Hospitality Association si è detta preoccupata che, grazie a Airbnb, i proprietari godano di vantaggi competitivi che li aiutino ad aggirare il sistema fiscale e le norme sulla sicurezza del cibo e della salute.

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