La ragazzina è stata violentata da oltre 30 uomini a Rio. Ricercato il fidanzato promessa del calcio

Proteste in strada e sui social network in Brasile, scosso dal caso di una ragazzina di 16 anni che sarebbe stata stuprata da oltre 30 uomini a Rio de Janeiro. La storia è emersa perché è stato pubblicato in rete un video in cui l'adolescente compariva nuda e priva di sensi, con il corpo sanguinante, mentre l'autore del filmato commentava che era stata violentata da almeno 30 persone. Sul caso la polizia indaga da mercoledì, quando numerose persone hanno denunciato la diffusione del video in rete; i fatti risalgono invece a sabato scorso, quando la giovane si è allontanata da casa dicendo che usciva con degli amici.

Secondo le dichiarazioni rilasciate dalla 16enne, che è stata ascoltata dalla polizia giovedì, sabato si era recata in casa del fidanzato a Jacarepaguà, quartiere della zona nord di Rio, ma sarebbe stata drogata e violentata da diversi uomini; ha aggiunto che non ricorda molto bene l'accaduto ma che a un certo momento, quando si è svegliata domenica, ha percepito di essere nuda e sotto effetto di droga su un letto in un'abitazione con 33 uomini, alcuni dei quali armati di fucili e pistole, in una casa in una favela. La giovane dice di non sapere come sia arrivata nella favela né con chi, e aggiunge che quando ci sono state le condizioni è fuggita, senza incontrare nessuna resistenza. Alla giovane, quando giovedì è stata portata in ospedale, sono state somministrate medicine mirate a evitare il contagio di malattie sessualmente trasmissibili e una possibile gravidanza.

Un parente della ragazza, citato da O Globo, ha dichiarato che il motivo dello stupro sarebbe una vendetta voluta dal fidanzato, che pensava di essere stato tradito. Ma su questo la situazione appare poco chiara: la 16enne ha raccontato che era fidanzata con il calciatore da tre anni con il giocatore Lucas Perdomo della squadra Boa Vista, 22 anni, e che era appunto stata con lui sabato, ma il calciatore nega il fidanzamento. Perdomo è stato ascoltato dalle autorità del Brasile dopo essersi presentato venerdì sera in commissariato insieme al giovane che ha ammesso di avere girato il video dello stupro, Rai de Souza di 22 anni. Secondo quanto riferisce il capo di polizia Alessandro Thiers, che indaga sul caso, l'autore del video, 22 anni e che non era nella lista dei sospettati, ha sostenuto di avere avuto rapporti "consensuali" con la vittima, ma ha negato la sua partecipazione al presunto stupro di gruppo.

Dal canto suo il calciatore, Lucas Perdomo, oltre a negare il fidanzamento con la 16enne ha detto che l'amico Rai de Souza è stato l'unico ad avere rapporti sessuali con lei. I due giovani sono stati lasciati in libertà dopo avere reso le dichiarazioni. La polizia di Rio ha ammesso che esistono "indizi" di uno stupro collettivo, ma ancora mancano prove per accusare i presunti responsabili.

Il caso ha scosso il Brasile e ha provocato un'ondata di condanne sia nelle piazze che sui social network, dove si è diffuso l'hashtag #EstuproNaoÉCulpaDaVitima, cioè 'Lo stupro non è colpa della vittima'. Fra le condanne dell'accaduto anche quella della presidente sospesa Dilma Rousseff, che ha espresso il suo "ripudio" contro la "barbarie" e la "violenza contro le donne" e, come altri personaggi pubblici, ha modificato la sua foto profilo su Facebook per chiedere la "fine della cultura dello stupro".

Condanna anche da parte delle Nazioni unite e di altri organismi internazionali, e il presidente ad interim Michel Temer ha annunciato che si creerà un dipartimento della polizia federale per coordinare in tutto il Paese la lotta contro reati contro le donne, sottolineando che l'esecutivo è impegnato per "punire con rigore gli autori dello stupro". Il ministro brasiliano della Giustizia, Alexandre de Morais, si è riunito venerdì stesso con il segretario della Giustizia di Rio de Janeiro, José Mariano Beltrame, e ha convocato per la prossima settimana una sessione d'emergenza con altri segretari regionali per costituire una squadra di lotta contro questo tipo di violenze.

In diverse città ci sono state manifestazioni di appoggio alla giovane e contro gli stupri e i tentativi di criminalizzarne le vittime. A Rio de Janeiro circa 200 persone, la maggior parte delle quali donne, si sono radunate davanti al Parlamento con cartelli in cui respingevano gli stupri con slogan come 'Quando dico no, è no' e 'No alla cultura dello stupro'. A San Paolo è stato realizzato un muro su Avenida Paulista con messaggi di sostegno alla ragazza.

Secondo i dati del Foro Brasileño de Seguridad Pública (Fbsp), in Brasile viene stuprata una donna ogni 11 minuti e nel 2014 sono 47.636 le persone che hanno subìto un'aggressione sessuale.
 

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