"È chiaro che il 'no' ha vinto con un ampio margine, la domanda è solo se l'affluenza sia sufficiente". Così il premier dell'Olanda, Mark Rutte
Il referendum olandese sull'accordo di associazione tra l'Unione europea e l'Ucraina è valido, con un'affluenza del 32,2% (era necessario il 30% per raggiungere il quorum). E la stragrande maggioranza degli olandesi ha respinto l'accordo, in quello che è stato considerato il termometro politico per misurare il grado di sostegno di cui godono gli euroscettici. La commissione elettorale annuncerà il risultato definito il prossimo 12 aprile, ma secondo i media locali, con il 100% delle schede scrutinate, il 61,1% degli olandesi ha votato 'no' l'accordo, siglato nel 2014 tra i leader europei e l'Ucraina, incluso il premier olandese l Mark Rutte, e approvato successivamente dal Parlamento Ue, dalla Rada ucraina, e dal Parlamento olandese. Circa 38,1% i cittadini favorevoli.
Il fattore decisivo è stato quello della partecipazione: il quorum è stato superato solo di 2 punti percentuali. Se i dati resi noti oggi saranno confermati nell'annuncio ufficiale della prossima settimana, il governo di coalizione tra liberali e socialdemocratici guidato da Mark Rutte dovrà riconsiderare l'accordo, che hanno ratificato tutti i Paesi membri dell'Ue tranne l'Olanda. In questo caso l'esecutivo di Rutte ha due opzioni: proporre al Parlamento di abrogare la legislazione vigente o proporre di non tenere conto del risultato del referendum, che non è vincolante. Soluzione, quest'ultima, che sembra altamente improbabile. In un primo momento, il premier ha ammesso che il 'no' ha ottenuto una vittoria schiacciante e che semplicemente "non si può procedere con la ratifica". La Commissione europea ha chiesto di aspettare giovedì per pronunciarsi sul referendum, considerato come una questione interna all'Olanda.
Intanto, gli euroscettici olandesi festeggiano il risultato. Il leader del partito di estrema destra e antimusulmano Pvv, Geert Wilders, ha scritto su Twitter che "il 'no' all'èlite europea e al trattato con l'Ucraina significa l'inizio della fine per l'Unione europea". Il leader del partito euroscettico britannico Ukip, Nigel Farage, intravede nell'esito in Olanda un segnale per il referendum per la permanenza del Regno Unito nell'Ue, ribadendo che molti dei sostenitori del 'no' olandesi, "intendono fare campagna anche nel Regno Unito".
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